Australia, il Pcc offre un pagamento a chi va ad accogliere il premier cinese

Di Alex Wu

In occasione della visita del premier cinese Li Qiang in Australia prevista per metà giugno, Epoch Times ha appreso che nella cerchia di WeChat degli espatriati cinesi in Australia è circolato un avviso che offre pagamenti per «accogliere» l’alto funzionario del Partito Comunista Cinese (Pcc).

L’avviso bilingue, ottenuto da Epoch Times, offre il pagamento di tutti i costi di mobilitazione dei cinesi australiani e degli espatriati cinesi a Canberra per dare il benvenuto a Li Qiang.

L’avviso recita: «I cinesi di tutta l’Australia organizzino la loro squadra di benvenuto a Canberra il 16, 17 e 18 giugno per 3 giorni e due notti per dare il benvenuto al premier! Vitto, alloggio e trasporto saranno forniti […] vogliamo mostrare il nostro patriottismo!»..

Su WeChat è circolato un avviso che invita gli espatriati cinesi in Australia a dare il benvenuto al premier Li Qiang, offrendo la copertura dei costi

I leader del Pcc spesso si scontrano con le proteste contro le violazioni dei diritti umani del regime quando visitano i Paesi democratici occidentali. Ed è stato rivelato in precedenza che le ambasciate e i consolati del regime organizzano e pagano studenti ed espatriati cinesi per accogliere i leader del Pcc e contrastare quindi i manifestanti.

Un ex diplomatico denuncia la situazione

Chen Yonglin, un ex diplomatico del Consolato cinese di Sydney che ha disertato in Australia nel 2005, ha dichiarato a Epoch Times il 27 maggio che gli organizzatori che stanno dietro all’ordine di «benvenuto» sarebbero gli stessi nell’ambasciata del regime cinese o in uno dei suoi quattro consolati.

«Ora la Cina [il Pcc al potere, ndr] pone grande enfasi su questo cosiddetto evento di benvenuto», ha dichiarato il signor Chen. «Deve organizzare la sua gente per fare bella figura», prosegue.

«Quando un leader si reca per visitare un luogo, nessuno lo accoglie, è così imbarazzante. Questa [accoglienza organizzata, ndr] è una caratteristica di una dittatura. Questo è quello che fa».

Per quanto riguarda la fonte di pagamento per il vitto, l’alloggio e il trasporto dei cinesi, Chen afferma che il consolato cinese li pagherà direttamente: «La seconda possibile fonte è costituita dalle aziende cinesi in Australia che contribuiscono, il che equivale al finanziamento del Pcc», aggiunge. «Un’altra fonte potrebbe derivare dal contributo dei leader delle comunità cinesi d’oltremare che fanno affari con la Cina o collaborano al lavoro del fronte unito del Pcc».

Tuttavia, Chen ritiene che la «legge australiana sullo spionaggio e le interferenze», emendata nel 2018, abbia un effetto deterrente su questi cinesi australiani e cinesi espatriati pro-Pcc, e che per queste persone «la motivazione [a eseguire gli ordini del Pcc, ndr] non sarà così alta come prima».

Chen Yonglin, ex diplomatico cinese che ha disertato in Australia, si rivolge ai presenti durante un incontro a Sydney, in Australia, il 26 giugno 2005. (Mark Kolbe/Getty Images)

L’emendamento alla legislazione sulla sicurezza nazionale, approvato nel 2018, mira a combattere le interferenze straniere nel processo e nel sistema democratico australiano e il furto di segreti commerciali per conto di governi stranieri, nonché il sostegno alle attività di intelligence di un governo straniero.

«La legge sullo spionaggio e l’interferenza ha colpito i cinesi filo-Pcc in Australia, che non sanno quando, un giorno, potrebbero infrangere la legge», ha commentato Chen.

«Se hanno troppi contatti con la sicurezza nazionale del Pcc, potrebbero essere notati dalle agenzie australiane», spiega.

A febbraio, il leader della comunità cinese Di Sanh Duong è stato il primo a essere perseguito ai sensi della legge sullo spionaggio e l’interferenza. È stato condannato a due anni e nove mesi di carcere dal Tribunale della Contea di Victoria per aver influenzato il governo australiano per conto del Pcc.

Membri della comunità tibetana australiana reggono bandiere e cartelli durante una manifestazione organizzata dall’Alleanza per le vittime del regime comunista cinese davanti alla Parliament House di Canberra il 20 marzo 2024. (David Gray/Afp via Getty Images)

La prima visita dopo 7 anni

Il viaggio di Li in Australia costituisce la prima visita di un premier cinese nel Paese da sette anni. Il 27 maggio i media locali australiani hanno riferito che Li dovrebbe tenere colloqui politici a Canberra il 17 giugno, per poi recarsi a Perth il giorno successivo per incontrare i leader del mondo degli affari.

La visita di Li giunge in un momento in cui le relazioni tra Australia e Cina rimangono tese: all’inizio del mese, infatti, degli aerei da guerra cinesi hanno sparato razzi contro un elicottero della Marina australiana in acque internazionali. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha condannato le azioni dei militari cinesi come non professionali e «completamente inaccettabili».

Di recente cinque parlamentari federali australiani si sono recati a Taiwan, a maggio, per partecipare alla cerimonia inaugurale del presidente della Repubblica della Cina (il nome ufficiale dell’isola autogovernata) Lai Ching-te, cosa che ha fatto infuriare Pechino.

Il 22 maggio, il consolato generale cinese in Australia ha inviato una lettera per criticare 11 parlamentari australiani per aver partecipato a una cerimonia taiwanese per celebrare l’inaugurazione di Lai.

Articolo in lingua inglese: WeChat Notice Offers Payment to Chinese Expats for Welcoming Premier Li Qiang to Australia

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