Meta AI su WhatsApp nel mirino dell’Antitrust italiana

di redazione eti/Reuters
4 Agosto 2025 14:02 Aggiornato: 4 Agosto 2025 15:04

L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’indagine su Meta Platforms per un sospetto di scorrettezza legato all’installazione, all’interno di WhatsApp, dell’assistente di intelligenza artificiale Meta AI, avvenuta senza il consenso esplicito degli utenti. Secondo l’autorità questa modalità configura un abuso di posizione dominante, poiché l’inserimento diretto del servizio di intelligenza artificiale nella piattaforma di messaggistica violerebbe le norme europee sulla concorrenza, indirizzando in modo preferenziale gli utenti verso le soluzioni offerte da Meta.

Meta si difende sostenendo che il servizio di intelligenza artificiale rappresenti un vantaggio per gli utenti, e che consenta a milioni di persone di accedere a nuove funzionalità in un «ambiente familiare e affidabile». Inoltre, ha affermato di collaborare con le autorità italiane, impegnate a valutare con attenzione gli aspetti della questione.

Meta AI, che offre risposte in stile chatbot e funzioni di assistente virtuale, è integrato nell’interfaccia di WhatsApp dal marzo 2025 ed è accessibile tramite la barra di ricerca dell’app, e secondo l’ente regolatore orienta gli utenti verso i servizi di intelligenza artificiale della società, limita la concorrenza e vincola gli utenti alla piattaforma. L’abbinamento tra Meta AI e WhatsApp indirizza l’utenza verso il nuovo mercato non attraverso una competizione basata sul merito, ma imponendo due servizi distinti, a discapito dei concorrenti.
L’indagine si svolge in coordinamento con gli uffici competenti della Commissione europea, segnalando la dimensione sovranazionale delle questioni legate alla concorrenza nel settore tecnologico. Le violazioni delle norme europee sulla concorrenza che comportano abuso di posizione dominante, se dimostrate possono essere sanzionate con multe fino al 10 per cento del fatturato mondiale.


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