L’Italia si presenta «credibile di fronte a un quadro economico-finanziario di straordinaria complessità» ma serve «una politica industriale di medio-lungo periodo». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea 2025 di Confindustria, a Bologna.
Secondo la premier, il buon operato del governo è testimoniato dal «livello dello spread, la Borsa, l’appeal dei titoli pubblici italiani, l’attrattività per gli investimenti, i giudizi delle agenzie di rating, in particolare Moody’s, che ha rivisto in positivo il giudizio dell’Italia, una cosa che non accadeva da 25 anni».
Sul fronte industriale, che rimane debole, Meloni concorda con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che propone un piano industriale straordinario per l’Italia: «Sono d’accordo, il governo sta lavorando già per delineare le linee di una politica industriale di medio-lungo periodo». «Ci siamo, a partire dalle semplificazioni. Penso che bisogna procedere in modo più spedito, mi prendo personalmente l’impegno a occuparmene», ha aggiunto.
Una crisi dell’industria tangibile nel caso dell’ex Ilva: «Nonostante la situazione sia molto complessa, il governo continuerà a fare la propria parte per garantire il futuro dell’acciaio, i livelli occupazionali e tutelare l’indotto», ha rassicurato la premier, chiedendo però uno sforzo collettivo affinché «gli attori diano una mano» senza più «bastoni tra le ruote».
Il confronto con le categorie produttive, per Meloni, «è la cifra di questo governo, è importante sottolineare la centralità del tessuto produttivo e industriale italiano per la ricchezza e il futuro della nazione».
Una questione molto urgente da affrontare è il nodo del costo dell’energia: «Il governo è perfettamente consapevole dell’impatto sulle famiglie e sulle imprese. Dall’inizio della legislatura abbiamo stanziato circa 60 miliardi di euro per alleviare i costi», ha evidenziato.
Il governo, inoltre, «sta lavorando a un’analisi del funzionamento del mercato italiano per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni sulla pelle di chi produce e crea occupazione».
Il presidente del Consiglio si è poi soffermata sul quadro internazionale: «Il rapporto con gli Stati Uniti è fondamentale per mantenere la forza dell’Occidente, i nostri destini sono interconnessi». L’Italia «ha continuato a facilitare il dialogo in questi giorni, con un approccio più politico che burocratico, non solo sul fronte delle relazioni commerciali».
«Confido – ha poi spiegato Meloni – che molto altro possa cambiare con il nuovo governo tedesco. Con il cancelliere Merz abbiamo cominciato a confrontarci. Se Italia e Germania, le due principali manifatture d’Europa, riescono a collaborare e trovano una piattaforma d’azione, allora ci sono le condizioni per ottenere ottimi risultati».
Infine, un bilancio sull’operato dell’esecutivo: «Questo governo ha da poco superato il giro di boa della legislatura. Se penso a tutto quello che abbiamo attraversato, mi sembra trascorsa un’eternità. Se penso a quello che vogliamo ancora realizzare, è come se avessimo appena iniziato. Fuori da questi confini, c’è tanta gente che con noi vuole stringere accordi internazionali e lavorare con noi, per questo giro molto. Il governo c’è e non intende indietreggiare, siamo pronti a continuare su questa strada con coraggio, determinazione e anche l’umiltà di chi sa di non avere tutte le risposte a ogni domanda. Si vince o si perde tutti insieme».
«Questa nazione ha ancora bisogno di fare tanto ma ha tutte le carte in regola per invertire la rotta. Quindi pensate in grande, perché io farò lo stesso», ha concluso.