Il sequel tanto atteso dell’epico dramma biblico del 2004 diretto da Mel Gibson, La passione di Cristo, uscirà in due parti nella primavera del 2027, come annunciato da Lionsgate. La resurrezione di Cristo, questo il titolo ufficiale, debutterà nelle sale in concomitanza con due festività cristiane, in un scelta che sottolinea il profondo legame con i temi religiosi del racconto. La prima parte è prevista per il 26 marzo 2027, ossia il Venerdì Santo, giorno dedicato alla commemorazione della crocifissione di Gesù; la seconda arriverà invece il 6 maggio seguente, in corrispondenza della solennità dell’Ascensione, che celebra la salita al cielo di Cristo quaranta giorni dopo la resurrezione.
Questo colossal – come si diceva ai tempi del Grande Cinema – giunge oltre vent’anni dopo l’uscita de La passione di Cristo, un film fortemente voluto e persino finanziato di tasca propria da Mel Gibson che, contro ogni previsione e nonostante le feroci critiche aveva conquistato il pubblico mondiale, sbancando il botteghino. Diretto e co-sceneggiato dallo stesso Gibson, quel lungometraggio era stato realizzato con un budget di soli 30 milioni di dollari, incassando poi oltre 83 milioni solo nel weekend d’apertura, superando i 370 milioni sul mercato nordamericano e raggiungendo più di 610 milioni a livello mondiale.
Girato in gran parte a Matera – location di cui Gibson si era innamorato a prima vista – e interpretato da Jim Caviezel nel ruolo di Gesù e da Monica Bellucci in quello di Maria Maddalena, il film ritraeva le ultime dodici ore della vita terrena di Cristo fino alla crocifissione, ottenendo tre candidature agli Oscar per la fotografia, la colonna sonora originale e il trucco.
Per il sequel, Gibson torna dietro la macchina da presa, producendo l’opera attraverso la sua Icon Productions insieme al socio di lunga data Bruce Davey. La sceneggiatura è firmata a quattro mani con Randall Wallace, con cui aveva già collaborato per il dramma storico Braveheart del 1995 – in cui Gibson recitava e dirigeva, vincendo l’Oscar per la miglior regia – e per il biografico di guerra Hacksaw Ridge del 2016, anch’esso diretto da Gibson e premiato con due statuette agli Academy Awards. Le riprese, secondo quanto emerso, sono iniziate in Italia ad agosto 2025, principalmente negli studi di Cinecittà a Roma, la stessa location utilizzata per gli interni del primo film, con alcune sequenze esterne previste verosimilmente di nuovo a Matera.
Mel Gibson ha dichiarato che il sequel sarà probabilmente girato in lingua inglese, diversamente dal primo film che era in aramaico, latino ed ebraico. In un’intervista a Joe Rogan del gennaio 2025, il regista/produttore/sceneggiatore ha infatti spiegato che i concetti trattati nel sequel sono troppo complessi per essere resi efficacemente in lingue antiche, rendendo quindi obbligata la scelta cinematografica convenzionale del far parlare i personaggi tutti nella stessa lingua moderna.
Il budget della Resurrezione non è stato ancora reso noto, ma le ambizioni del progetto suggeriscono una produzione da colossal, con effetti speciali avanzati per rappresentare elementi metafisici e dimensioni ultraterrene. Quanto al cast, Jim Caviezel tornerà a interpretare il Figlio di Dio, nonostante alcune speculazioni su possibili difficoltà legate all’invecchiamento del personaggio, che richiederebbe tecniche di de-aging digitale (benché Caviezel sia in ottima forma fisica e “poco invecchiato”). Accanto a Caviezel, torneranno Maia Morgenstern nei panni di Maria, la madre di Gesù, e Francesco De Vito in quelli di Pietro, l’apostolo. Si vocifera anche il ritorno di Christo Jivkov come Giovanni, anche se non confermato ufficialmente. Al momento, non ci sono dettagli su altri interpreti, ma il film potrebbe includere nuovi volti per rappresentare figure chiave come gli angeli caduti o entità spirituali, data la natura ambiziosa della trama.
Proprio sul piano narrativo, La resurrezione di Cristo promette di essere infatti un’opera audace e innovativa, lontana da una semplice cronaca lineare. Gibson ha descritto il film come un «viaggio acido» attraverso dimensioni parallele e regni metafisici, partendo dalla caduta degli angeli dal cielo, passando per la discesa agli Inferi e il Limbo, fino alla resurrezione e all’ascesa al Paradiso. Non si tratterà, quindi, “solo” dei tre giorni tra la morte e la risurrezione di Cristo, ma di un’esplorazione più ampia di temi teologici, spirituali e cosmici, con elementi non strettamente biblici che potrebbero richiamare lo stile visionario del primo capitolo, arricchito da sequenze oniriche e spettacolari. Wallace ha infatti ha sottolineato come vi sia «molta più storia da raccontare», suggerendo un approccio epico che potrebbe, anche questa volta, dividere il pubblico. Tuttavia, Mel Gibson – cineasta indubbiamente coraggioso e di un’onestà intellettuale straordinaria – sembra determinato a realizzare, come sempre, un’opera personale e ambiziosa che potrebbe diventare, come ha detto Jim Caviezel, «il più grande film della storia del cinema».