Lollobrigida: la modifica alla legge sulla caccia non sarà il far west

di Agenzia Nova
25 Maggio 2025 16:06 Aggiornato: 25 Maggio 2025 16:06

«Quando si lavora a una legge girano molte bozze e in alcuni casi anche veline strumentali create ad arte. L’intervento sarà equilibrato e in Italia ovviamente non ci sarà mai alcun Far west. Il tema è molto sensibile e il Parlamento ascolterà tutti le parti in causa. Ma chi governa ha il dovere di fare anche cose difficili nell’interesse di tutti».

Lo afferma il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in una intervista al Secolo d’Italia, in merito alle modifiche alla legge sulla tutela del patrimonio faunistico e l’attività venatoria. «Fare, scontenta alcuni. Non fare, scontenta tutti. Per me vivacchiare per tenersi la poltrona è un atto di codardia. So bene che l’argomento è delicato e interviene in termini emotivi su cittadini molto sensibili al tema — prosegue l’esponente dell’esecutivo —. Nel testo che si intende proporre, l’attività venatoria non solo non è autorizzata nelle aree demaniali marittime, ma esplicitamente vietata. Non vi è alcuna modifica sulla gestione dei richiami vivi. Non c’è alcun ampliamento o riduzione obbligatoria delle aree dove l’attività venatoria è autorizzata. L’intervento è considerato dal Parlamento una necessità, e io condivido, perché oggi la legge 157 del 1992 non è più in grado di rispondere interamente alle esigenze per cui fu pensata. Il nuovo procedimento su questo tema è più chiaro e coinvolgerà le istituzioni politiche, come la conferenza Stato-Regioni, e quelle scientifiche, come l’Ispra, e consentirà di definire le aree e i limiti per una corretta chiara pianificazione del territorio. La situazione di caos e di incertezza attuale non dà le giuste garanzie a nessuno».

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