Le quote segrete della Cina per le terre rare

di Redazione ETI/Reuters
18 Luglio 2025 15:42 Aggiornato: 18 Luglio 2025 15:42

Il regime cinese avrebbe emesso a porte chiuse il primo lotto di quote per l’estrazione e la lavorazione delle terre rare per il 2025, imponendo limiti quantitativi sulla quantità di terre rare che le aziende possono estrarre e lavorare ogni anno, ma senza fare il consueto annuncio pubblico. Secondo alcune fonti interne, questo sarebbe un forte segnale del rafforzamento della volontà del regime comunista cinese di monopolizzare questo settore fondamentale.

Queste quote sono considerate l’indicatore dell’offerta mondiale di terre rare di cui la Cina è il principale produttore. Normalmente, il regime cinese assegna queste quote due volte l’anno alle imprese sotto il proprio controllo, ma quest’anno l’assegnazione è slittata. Il primo lotto di quote per il 2025 sarebbe stato rilasciato solo il mese scorso e alle aziende sarebbe stato chiesto di non divulgare i dati per motivi di “sicurezza”.

Il Partito comunista cinese sembra essere sempre più sensibile riguardo alle terre rare e al controllo della loro offerta, visto che ha voluto usarle come leva negoziale nelle tensioni commerciali con Stati Uniti e Unione Europea. In risposta agli aumenti dei dazi Usa, Pechino ha infatti tolto diversi elementi dalla lista delle esportazioni, interrompendo le forniture e costringendo alcuni produttori automobilistici a sospendere parte della produzione.

Nel 2024, la Cina ha assegnato due lotti di quote per l’estrazione di terre rare, per un totale di 270 mila tonnellate, con un incremento dell’offerta del 5,9% rispetto al 2023, quando la crescita era stata del 21,4%. Le quote per la lavorazione e la separazione, distribuite anch’esse in due lotti, hanno raggiunto 254 mila tonnellate, in aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente.

 

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