La Cina sta ridisegnando il proprio sistema di formazione militare per affrontare con maggiore efficacia i conflitti ad alta tecnologia nella regione indo-pacifica. Lo scorso 15 maggio, il colonnello Jiang Bin, portavoce del ministero della Difesa, ha svelato una riforma di vasta portata, approvata dalla Commissione militare centrale, che segna un nuovo capitolo nella modernizzazione dell’Esercito popolare di liberazione. Al centro di questa trasformazione ci sono tre nuove accademie: l’Università dell’esercito a Hefei, l’Università di ingegneria della Forza di supporto informativo a Wuhan e l’Università di ingegneria della Forza di supporto logistico interforze a Chongqing. Queste istituzioni sono state create per fornire una preparazione altamente specializzata, in sintonia con la nuova struttura organizzativa dell’esercito cinese. Le accademie, classificate come istituti di istruzione superiore, selezioneranno diplomati delle scuole superiori attraverso il sistema nazionale di reclutamento militare. Informazioni su corsi, posti disponibili e calendari accademici saranno diffuse in coordinamento con le autorità di reclutamento.
L’obiettivo — delineato da Xi Jinping — è costruire entro il 2049 un esercito di «livello mondiale», capace di condurre operazioni congiunte integrate, con un focus su guerra informatica, logistica avanzata e competenze tecniche. Questa evoluzione rafforza la capacità della Cina di proiettare potenza, sostenere operazioni a lungo raggio e competere in ambiti non convenzionali, come la guerra elettronica e il controllo dell’informazione, con ripercussioni dirette sulla sicurezza dell’Indo-Pacifico.
A differenza degli Stati Uniti, dove accademie come West Point per l’esercito, Annapolis per la marina o l’Accademia dell’aeronautica formano ufficiali destinati a un servizio generico — con specializzazioni successive in settori come informatico o logistica — il modello cinese punta su una formazione mirata fin dall’inizio. Negli Usa, marine e forza spaziale attingono ufficiali dalle accademie navale e aeronautica, mentre in Cina le nuove istituzioni preparano direttamente i futuri ufficiali per branche specifiche, come la Forza di supporto informativo e quella di supporto logistico congiunto.
Le tre accademie nascono dall’unione di strutture esistenti: l’Università delle branche dell’esercito integra l’Accademia delle forze corazzate e quella di artiglieria e difesa aerea; l’Università di ingegneria della Forza di supporto informativo unisce il Collegio di informazione e comunicazione dell’Università nazionale di tecnologia della difesa con la Scuola per sottufficiali di comunicazione; l’Università di ingegneria della Forza di supporto logistico congiunto riunisce l’Accademia di logistica, l’Università di trasporto militare e la Scuola per sottufficiali addetti ai trasporti.
Questa centralizzazione risponde all’esigenza di operazioni multidominio integrate, segnando un progresso nel percorso di modernizzazione iniziato decenni fa. Dopo che la Guerra del Golfo ha evidenziato lacune nel comando e controllo, l’esercito cinese ha gradualmente abbandonato un modello basato sulla coscrizione per puntare su una forza professionale. Ma fino a oggi la formazione è rimasta spesso generica e frammentata. La riforma, come ha spiegato Zhang Junshe, ex ricercatore dell’Accademia di ricerca navale cinese, «consolida risorse sparse per accrescere la professionalità e creare un sistema che supera la somma delle sue parti».
Le nuove accademie garantiscono una preparazione specifica per branche strategiche come la Forza di supporto informativo, che richiama la strategia Usa di comando e controllo congiunto multidominio e rappresenta una minaccia anche in tempo di pace, per via del suo ruolo nello spionaggio e negli attacchi informatici contro obiettivi americani. Questo sottolinea l’impegno della Cina a dominare l’ambiente informatico e a condurre operazioni asimmetriche, ben oltre la guerra tradizionale. In caso di conflitto, la Forza di supporto logistico congiunto sarà cruciale per sostenere operazioni su vasta scala, grazie a una logistica più coordinata ed efficiente.
Per Washington e i suoi alleati, queste mosse rendono urgente il rafforzamento delle difese informatiche, il mantenimento della superiorità tecnologica e il consolidamento delle alleanze nell’Indo-Pacifico, per rispondere a una Cina sempre più pronta a competere su scala mondiale.
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