La Commissione Europea ha presentato ieri al Consiglio dell’Unione una proposta senza precedenti per sospendere le clausole chiave dell’accordo di associazione con Israele.
Se la proposta verrà approvata, Israele perderà l’accesso preferenziale al mercato europeo di cui gode dal 2000 e i beni israeliani diventeranno più costosi a causa del ritorno dei dazi ai livelli applicati ai Paesi privi di accordo commerciale con l’Ue. Allo stesso tempo, tutti i sostegni diretti al governo israeliano – inclusi i finanziamenti allo sviluppo, i progetti istituzionali e alcune forme di cooperazione regionale – saranno sospesi, a eccezione dei finanziamenti destinati a Yad Vashem e alle organizzazioni della società civile. La proposta richiede l’approvazione della maggioranza degli Stati membri, e si basa sull’articolo 2 dell’accordo, che richiede il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Bruxelles dice che la decisione deriva dalla crisi umanitaria a Gaza, dal continuo blocco e impedimento all’ingresso degli aiuti, dall’accelerazione delle attività militari e dall’espansione degli insediamenti in Giudea e Samaria, tutte cose che, secondo Bruxelles, stanno compromettendo le possibilità della soluzione a “due Stati”.
Contemporaneamente, Bruxelles ha formulato un pacchetto di sanzioni personali contro dieci elementi di spicco di Hamas, diversi ministri israeliani definiti “estremisti” e cittadini ebrei accusati di essere coinvolti in atti di violenza. Le sanzioni, nell’ambito del regime sanzionatorio europeo per i diritti umani, prevedono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso, ma richiedono l’approvazione unanime di tutti i membri dell’Ue. I nomi delle persone finite nel mirino delle sanzioni di Bruxelles non sono ancora stati pubblicati.
Ursula von der Leyen in merito ha dichiarato: «Gli sconvolgenti eventi che si stanno verificando a Gaza devono cessare. È necessario un cessate il fuoco immediato, l’introduzione di aiuti umanitari senza restrizioni e il rilascio di tutti gli ostaggi […] L’Ue propone di sospendere i benefici commerciali, di imporre sanzioni individuali e di sospendere ogni sostegno diretto alle istituzioni israeliane, senza compromettere il nostro sostegno a Yad Vashem [l’ente israeliano nazionale per la memoria della Shoah, ndr] e alla società civile». Il rappresentate per la politica estera dell’Ue Kaia Kallas ha confermato: «Vogliamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare pressione, tra cui la sospensione dei benefici commerciali e sanzioni individuali […] La guerra e il degrado dei diritti umani devono finire».
Questo provvedimento, se approvato dagli Stati europei, potrebbe avere un serie conseguenze sull’economia israeliana. L’Unione Europea è il principale partner commerciale di Israele, con il 32% del volume degli scambi di merci nel 2024 pari a circa 42,6 miliardi di euro, mentre le esportazioni israeliane ammontavano a quasi sedici miliardi di euro, principalmente in apparecchiature meccaniche, prodotti chimici e prodotti industriali. Nel settore dei servizi, gli scambi commerciali ammontavano a 25 miliardi e mezzo di euro, di cui 10 miliardi e mezzo erano esportazioni israeliane. All’interno dell’Ue è in corso un dibattito sull’approvazione o meno delle misure, ma questa è la prima volta dall’inizio dei combattimenti a Gaza due anni fa che la sospensione di un importante accordo economico con Israele viene presa seriamente in considerazione.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha così replicato all’attacco proveniente da Bruxelles: «Le raccomandazioni del Consiglio dei Commissari guidato dalla presidente von der Leyen sono una distorsione morale e politica. Si spera che non vengano adottate, come è accaduto finora. Le misure contro Israele danneggeranno anche gli interessi dell’Europa. Israele continuerà a lottare, con l’aiuto dei suoi amici in Europa, contro qualsiasi tentativo di danneggiarlo nel pieno di una guerra per la propria esistenza. Se verranno prese misure contro di esso, Israele risponderà di conseguenza».