La parata militare del Partito comunista cinese del 3 settembre ha messo in bella mostra un imponente arsenale, ma ha anche tradito i diversi limiti della “potenza” cinese. Sul piano politico, il colossale evento celebrativo nelle intenzioni partiva dall’idea di appropriarsi della vittoria della Seconda guerra mondiale sul Giappone, di fatto falsificando la Storia: la Seconda guerra mondiale è finita nel 1945, mentre il Pcc ha abbattuto il governo legittimo cinese nel 1949; semmai, a vincere la guerra era stato il Kuomintang, poi fuggito a Taiwan dopo il colpo di Stato del Pcc. E la scomoda verità storica, è che la Seconda guerra mondiale l’hanno vinta gli Stati Uniti d’America, col supporto degli alleati.
Ma a fronte dei problemi odierni, questi sono dettagli. Quello che conta è che, con un’economia al limite del collasso, il regime ha investito la colossale cifra di trentasei miliardi di yuan (circa cinque miliardi di dollari) solo per fare sfoggio della propria (presunta) potenza militare. Durante la quale sono stati esposti numerosi tipi di armamenti: missili nucleari con sistemi laser, missili ipersonici e droni navali eccetera. A saltare subito all’occhio, è la “somiglianza” con le versioni occidentali. Ad esempio, il sistema di difesa missilistica a medio raggio cinese, ricalca lo Standard Missile-3 americano; il Kj-600 è una replica dell’aereo da ricognizione E-2 Hawkeye.
Ma la lista delle copie/imitazioni cinesi è lunga. Il caccia J-35 è unanimemente considerato una copia del (tanto vituperato) F-35 Lightning II americano, con ogni probabilità “acquisito” tramite hackeraggio e spionaggio informatico. Il caccia J-20 si ritiene sia stato sviluppato con informazioni (rubate) dei progetti dell’F-22 Raptor e sempre dell’F-35, in particolare per quanto riguarda la tecnologia stealth e l’avionica. Il caccia multiruolo Chengdu J-10 si ritiene realizzato con tecnologia israeliana derivata dal progetto IAI Lavi, che a sua volta ha elementi in comune con il leggendario F-16 Fighting Falcon americano (un caccia che la Usaf impiega in servizio attivo da mezzo secolo). L’elicottero l’Harbin Z-20 è una copia quasi identica del Black Hawk americano. In questo caso niente furti però: la Cina aveva acquistato un piccolo numero di Black Hawk negli anni ’80, e si ritiene che il regime abbia sviluppato il proprio attraverso la retro-ingegneria.
Quanto ai missili aria-aria: il missile PL-8 è basato sull’israeliano Python-3, mentre il PL-7 è stato sviluppato a partire dal francese Matra R550 Magic. Missili antinave: sebbene la Cina abbia sviluppato autonomamente vari sistemi, si ritiene che alcuni dei suoi primi missili antinave siano basati su design sovietici, che a loro volta erano stati “influenzati” da studi occidentali.
QUANTO È DAVVERO PERICOLOSO IL REGIME CINESE?
Quanto all’efficacia reale degli armamenti della Repubblica Popolare Cinese, è tutta da verificare. Per diversi osservatori, il regime ha semplicemente fatto sfoggio di una quantità impressionante di missili, che per la maggior parte sono “pezzi da vetrina”: pochi sono realmente operativi, poiché richiedono manutenzione costante e aggiornamenti che hanno costi enormi.
Sul piano navale, i progressi del regime sono tangibili, ma le imitazioni rimangono evidenti. Il missile Eagle Strike, ad esempio, deriva da un progetto russo. Quanto ai veicoli subacquei autonomi, sono ancora in fase embrionale e non reggono il confronto con le dimensioni e l’autonomia dei corrispettivi americani. Le forze navali statunitensi dispongono già dell’Orca, un veicolo subacqueo da ottanta tonnellate, mentre i dispositivi cinesi sono per lo più armati di razzi e artiglieria leggera, con utilizzi più simili alle imbarcazioni kamikaze. Nel Pacifico, gli Stati Uniti hanno schierato sistemi di difesa stratificati per neutralizzare eventuali aggressioni cinesi: Washington ha posizionato una “flotta fantasma” a Yokosuka, in Giappone, e ha sperimentato la terza generazione di navi autonome incentrate su attacchi missilistici.
Ma l’aspetto fondamentale è che le prestazioni dell’esercito cinese in uno scenario di guerra reale, sono un’incognita. Se le dotazioni americane sono in gran parte collaudate e perfezionate sul campo, il regime cinese pensa di poter usare scorciatoie copiando, ma non è così semplice: non tutto è “copiabile”. Soprattutto, non è copiabile la capacità di usare le armi in combattimento, dove l’addestramento, l’esperienza e la motivazione dei militari sono messi a durissima prova. La guerra non è un gioco. E solo chi l’ha provata può capirlo davvero. Ma l’Esercito Popolare di Liberazione (questo è il pomposo nome ufficiale delle forze armate del Pcc) non ha mai realmente combattuto: un mese di guerra (e nemmeno vinta) nel 1979 contro il Vietnam – che usciva massacrato da 15 anni di guerra, prima con la Francia e poi con gli Usa – dimostra solo quanto poco abbiano dimostrato sul campo di saper fare i militari cinesi. Gli Stati Uniti e il resto dell’Occidente, purtroppo, sono stati operativi in numerose guerre, missioni e operazioni, tutte diverse fra loro. La preparazione tecnica e mentale dei militari dei due schieramenti, non è minimamente paragonabile.
Ma i problemi delle forze armate cinesi non finiscono qui: le faide interne al Partito ne hanno minato le capacità operative: decine di generali sono stati epurati nell’ambito della guerra intestina fra Xi Jinping e le fazioni avverse, e il potere di Xi all’interno della dittatura appare ormai tutt’altro che assoluto. E i comandanti, come ha imparato l’Italia a proprie spese nella Prima guerra mondiale, sono estremamente importanti per il successo in ogni guerra.
In tutto questo, l’unico vero pericolo, per il mondo intero, è l’arsenale nucleare. Ma questo si sapeva già prima della parata. Secondo il ministero della Guerra americano, a metà 2024 il regime cinese ha superato le seicento testate nucleari attive. E ne avrà più di mille entro il 2030. Stati Uniti e Russia, vincolati da accordi sul disarmo, si mantengono tra le millecinquecento e le tremila testate. Ma la dittatura cinese non ha sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare né è minimamente intenzionata a farlo, come ha recentemente dimostrato rifiutando la proposta di disarmo nucleare fatta dal presidente degli Stati Uniti.
Ma naturalmente l’America non sta a guardare: rispetto al suo primo mandato, Donald Trump ha fatto una netta virata identificando il Partito comunista cinese come il nemico principale, non solo dell’America ma del mondo intero.
Washington ha accelerato la modernizzazione già in atto del proprio arsenale nucleare. La Us Navy sta sviluppando i sommergibili strategici di classe Columbia, destinati a sostituire la flotta della classe Ohio. La Us Air Force sta sviluppando con la Northrop Grumman il bombardiere invisibile B21 Raider, destinato a sostituire entro pochi anni l’ormai datato (ma ancora efficacissimo, come si è visto in Iran) bombardiere stealth B2 Spirit. Infine, il nuovo missile balistico nucleare intercontinentale “Sentinel” è previsto che entri in servizio entro il 2030. Pregando che non sia mai necessario usarlo.