La Russia è sempre più pericolosa e la Nato pensa a difendersi

di redazione eti/Reuters
12 Luglio 2025 14:49 Aggiornato: 13 Luglio 2025 14:32

Secondo le valutazioni dell’esercito statunitense, Mosca è intenzionata ad aumentare la produzione di armamenti missilistici a lungo raggio. Quale deterrente di un’offensiva russa contro l’Europa, la Nato dovrà dotarsi a sua volta di più missili balistici.

L’impiego sistematico di missili a lungo raggio da parte della Russia nella guerra in Ucraina ha evidenziato l’efficacia di questi strumenti per colpire obiettivi strategici come centri di comando, snodi logistici e rampe di lancio ben oltre le linee nemiche. «L’esercito russo oggi è più numeroso rispetto all’inizio del conflitto», ha osservato il generale statunitense John Rafferty, intervistato presso una base militare statunitense a Wiesbaden, in Germania. «È evidente che la Russia continuerà a investire in missili a lungo raggio, razzi e sistemi di difesa aerea avanzati. Per questo, rafforzare le capacità dell’Alleanza è diventato essenziale». Il conflitto in Ucraina ha inoltre messo in luce la forte dipendenza europea dalle forniture missilistiche statunitensi

Le considerazioni del generale Rafferty, che ha recentemente concluso il proprio incarico in Germania, riflettono una preoccupazione concreta: Mosca non solo dispone già di un arsenale consistente, ma appare intenzionata ad ampliarlo ulteriormente, puntando su missili a lungo raggio e difese aeree avanzate.

In questo senso, si attende con particolare interesse l’incontro tra il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius e l’omologo statunitense Pete Hegseth, in merito al piano di dispiegamento temporaneo di missili statunitensi sul suolo europeo previsto a partire dal 2026. Il progetto, siglato durante l’amministrazione Biden, prevede l’installazione di missili Tomahawk e dell’arma ipersonica Dark Eagle, ancora in fase di sviluppo.
La Russia ha duramente criticato il progetto di dispiegamento difesivo della Nato in Germania, definendolo una grave minaccia alla propria sicurezza, negando di nuovo di avere intenzione di attaccare un Paese membro, e ribadendo – secondo una linea di ragionamento quantomeno opinabile – che l’allargamento dell’Alleanza Atlantica verso est è stato uno dei motivi per cui la Russia ha attaccato e invaso l’Ucraina nel 2022.

Secondo Fabian Hoffmann, ricercatore presso l’università di Oslo esperto in sistemi missilistici, gli Stati Uniti forniscono attualmente circa il 90 per cento delle capacità missilistiche a lungo raggio della Nato. «Queste capacità sono cruciali nella guerra moderna», ha spiegato. «Trovarsi senza, come è accaduto all’Ucraina nel primo anno del conflitto, significa partire in svantaggio immediato».
Anche per questo, sotto la pressione dell’amministrazione Trump, i Paesi europei membri della Nato si sono impegnati ad aumentare la rispettiva spesa per la difesa. Alcuni possiedono già missili a lungo raggio, ma in quantità limitate e con gittate inferiori rispetto ai modelli statunitensi, in grado di colpire a migliaia di chilometri di distanza.

Per colmare il divario, Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Svezia partecipano al programma “European Long-Range Strike Approach”, che punta allo sviluppo di missili convenzionali a lungo raggio lanciati da terra. Nell’ambito di questa iniziativa, a maggio Regno Unito e Germania hanno annunciato l’avvio della progettazione di un nuovo missile con una gittata superiore ai 2 mila chilometri.


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