Gran Bretagna, Canada e Australia hanno annunciato il riconoscimento di uno Stato palestinese. Keir Starmer, Mark Carney e Anthony Albanese, primi ministri rispettivamente di Gran Bretagna, Canada e Australia, hanno rilasciato tre dichiarazioni parallele annunciando ufficialmente la decisione. I tre capi di governo hanno sottolineato che Hamas non dovrà avere alcun ruolo in un futuro Stato palestinese e che l’Autorità Nazionale Palestinese dovrà attuare le riforme essenziali a cui si è impegnata: una radicale riforma istituzionale, elezioni nel 2026 (da cui Hamas dovrà essere esclusa) e smilitarizzazione dello Stato palestinese.
Carney ha accusato il governo israeliano di «adottare sistematicamente misure per impedire la creazione di uno Stato palestinese, promuovere costantemente l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania, in modo illegale ai sensi del diritto internazionale – ha detto il primo ministro canadese – I suoi continui attacchi a Gaza hanno provocato decine di migliaia di morti tra i civili, lo sfollamento di oltre un milione di persone e una carestia devastante che avrebbe potuto essere evitata, e che costituisce una violazione del diritto internazionale». Carney ha inoltre osservato che «il Canada non si fa illusioni: sa che questo riconoscimento non è una bacchetta magica. Tuttavia, è pienamente coerente con i principi di autodeterminazione e i diritti umani fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e con le politiche a cui il Canada aderisce da generazioni».
Anthony Albanese ha scritto che «il riconoscimento della Palestina da parte dell’Australia oggi, insieme a Canada e Regno Unito, fa parte di uno sforzo internazionale coordinato per creare un nuovo slancio per una soluzione a due Stati, a partire da un cessate il fuoco a Gaza e dal rilascio dei rapiti nelle corso delle atrocità del 7 ottobre 2023. L’atto di riconoscimento di oggi riflette lo storico impegno dell’Australia per la soluzione a due Stati, che è sempre stata l’unica via per una pace e una sicurezza durature per i popoli israeliano e palestinese». Il capo del governo australiano ha poi aggiunto che, rispondendo alla comunità internazionale, «il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese ha ribadito il riconoscimento del diritto di Israele a esistere» e non solo: «ha assunto impegni diretti nei confronti dell’Australia, tra cui l’impegno a indire elezioni democratiche e a attuare riforme significative nei settori dell’economia, della governance e dell’istruzione». Poi anche da Albanese è arrivata la garanzia che Hamas «non avrà alcun ruolo in Palestina».
Quanto al primo ministro inglese, in una dichiarazione registrata Starmer ha detto: «Alla luce delle crescenti atrocità in Medio Oriente, stiamo lavorando per mantenere viva la possibilità della pace e di una soluzione a due Stati. Ciò significa un Israele sicuro e protetto accanto a uno Stato palestinese vitale. Al momento, non abbiamo né l’uno né l’altro», anche lui precisando come Hamas non debba avere alcun ruolo in uno Stato palestinese: «I rapiti devono essere rilasciati immediatamente e continueremo a lottare per riportarli a casa. Siamo onesti: Hamas è un’organizzazione terroristica brutale. Il nostro appello per una vera soluzione a due Stati è l’esatto opposto della loro visione intrisa di odio. Pertanto, è chiaro: questa soluzione non è una ‘ricompensa’ per Hamas – ha anche precisato Starmer, evidentemente a voler rispondere alle accuse di Netanyahu – perché garantisce che Hamas non abbia futuro: nessun ruolo nel governo e nessun ruolo militare».
Poi la condanna sia di Hamas che di Netanyahu: «noi abbiamo già dichiarato Hamas un’organizzazione illegale, le abbiamo imposto sanzioni e faremo di più: ho ordinato l’imposizione di ulteriori sanzioni ad alti funzionari di Hamas nelle prossime settimane. Ma intanto, la crisi umanitaria provocata a Gaza sta raggiungendo nuove vette: i bombardamenti incessanti e crescenti del governo israeliano su Gaza, l’assalto delle ultime settimane, la fame e la distruzione, tutto questo è assolutamente insopportabile. Decine di migliaia di persone sono state uccise, e migliaia di loro mentre cercavano di procurarsi cibo e acqua. Tutta questa morte e distruzione ci sconvolge tutti. Deve finire».
Il presidente della Knesset, il Parlamento israeliano, Amir Ohana ha commentato la dichiarazione di Starmer definendolo su X «un pacere contemporaneo che ha scelto la vergogna».
Benny Gantz, figura politica di primo piano e presidente del partito di opposizione di centrodestra Blu e Bianco (e ex capo di stato maggiore delle forze armate israeliane) ha risposto: «Riconoscere uno Stato palestinese dopo il 7 ottobre rafforza Hamas e l’intero asse iraniano, prolunga la guerra e riduce le possibilità di restituzione degli ostaggi. Ci si aspetterebbe che i leader dei Paesi occidentali, per i quali promuovere la pace e la stabilità in Medio Oriente è importante, non soccombessero alle pressioni politiche interne, ma aumentassero la pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi e rinunci a detenere il potere a Gaza».
Il ministro della Sicurezza Nazionale e segretario del partito di destra Otzma, Itamar Ben-Gvir, ha risposto: «Il riconoscimento da parte di Gran Bretagna, Canada e Australia di uno Stato ‘palestinese’, in quanto ricompensa per degli assassini richiede contromisure immediate: l’immediata applicazione della sovranità in Giudea e Samaria e la completa repressione dell’autorità terroristica ‘palestinese’».
Infine il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha risposto con un video: «io ho un messaggio chiaro per quei leader che riconoscono uno Stato palestinese dopo il terribile massacro del 7 ottobre: voi state dando una ricompensa enorme al terrorismo. E ho un altro messaggio per voi: questo non accadrà. Non ci sarà nessuno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano». Netanyahu, ha poi precisato: «Da anni impediamo la creazione di questo Stato terrorista, nonostante le enormi pressioni interne ed esterne. Lo abbiamo fatto con determinazione e saggezza politica. Non solo: abbiamo raddoppiato gli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria, e continueremo su questa strada».