Sistemi di raccolta automatizzati, droni e tecnologie per l’agricoltura di precisione sono entrati rapidamente nel panorama dell’agricoltura statunitense. Al centro di questa innovazione vi è la promessa di maggiore efficienza e “sostenibilità”, e la necessità di risolvere un problema che affligge il settore da decenni: la carenza di manodopera. Con l’evoluzione delle capacità robotiche, molti compiti che un tempo richiedevano l’intervento umano vengono ora affidati alle macchine. Alcuni sviluppatori di intelligenza artificiale impegnati nell’integrazione di queste tecnologie nelle fattorie americane affermano che i primi dati indicano la possibilità di una significativa riduzione della forza lavoro agricola.
Secondo la Federazione americana delle aziende agricole, nel 2024 il 17% della manodopera agricola negli Stati Uniti era composto da lavoratori migranti temporanei. Vi sono inoltre milioni di lavoratori immigrati irregolari, che hanno rappresentato il 42% dei braccianti agricoli tra il 2020 e il 2022.
Roman Rylko, direttore tecnico di Pynest, ha spiegato che la sua azienda ha collaborato con produttori di ortaggi nel Midwest per implementare sistemi di Ia. «Abbiamo sviluppato un modello integrato che consente a un diserbante autonomo di distinguere in tempo reale i germogli di spinaci dalle piante infestanti. Una singola macchina ora pulisce un blocco di 20 ettari in circa otto ore. Prima, questo richiedeva una squadra di dieci persone che percorrevano i filari per due giorni». L’azienda di Rylko supporta i coltivatori nell’implementazione di modelli di apprendimento automatico all’interno dei robot agricoli. «I trattori autonomi non elimineranno il lavoro nei campi, ma lo sposteranno verso ruoli più qualificati, passando dal lavoro curvo alla manutenzione dei sensori e alla gestione delle flotte» ha aggiunto. «I nostri coltivatori hanno ridotto del 70% circa le ore di diserbo manuale stagionale, ma hanno assunto due tecnici per pulire le telecamere, addestrare il modello su nuove varietà e sostituire le batterie». I dati da una recente prova con macchine dotate di Ia sono «equivalenti al lavoro di 12 operai, con un costo totale per ettaro inferiore del 32%» e soprattutto «i robot non si ammalano durante i picchi di infestazione».
Joe McGee, amministratore delegato di Harvest Croo Robotics, spiega che le fragole rappresentano un ambito ideale per l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel settore della manodopera agricola. «Le fragole devono essere raccolte ogni tre giorni. È una delle colture che richiedono più manodopera». Delle dimensioni simili a un container, la macchina “intelligente” raccoglitrice di fragole si muove tra i filari con bracci robotici che identificano e raccolgono rapidamente il delicato prodotto per pesarlo e imballarlo direttamente; un lavoro che richiederebbe giorni a una squadra di operai. E fisicamente pesantissimo. La raccoglitrice dotata di Ia ci mette circa 16 ore, facendo il lavoro equivalente a 25 braccianti. E soprattutto, la macchina fa più che raccogliere fragole: gestisce l’intera sequenza di operazioni, dal passaggio tra i filari alla scansione, identificazione e raccolta dei frutti maturi, che vengono poi sanificati e raffreddati per l’imballaggio immediato.
Se una fragola viene raccolta, pesata e imballata ma non risponde agli standard per la vendita al dettaglio, viene scartata. E, secondo il ministero dell’Agricoltura, il 3% di un raccolto può andare perso solo nella fase di imballaggio, mentre la distribuzione al dettaglio rappresenta un ulteriore 18% delle perdite di prodotto. «Gli alimenti possono rimanere non raccolti nei campi o non venduti dai distributori per vari motivi economici, tra cui volatilità dei prezzi, costi della manodopera, mancanza di infrastrutture di refrigerazione, preferenze dei consumatori, contratti basati sulla qualità e diverse politiche relative ai prodotti», ha dichiarato il ministero.
I lavoratori stagionali hanno incentivi monetari quantitativi a raccogliere il più possibile (ossia lavorano a cottimo), per cui il loro giudizio sulla qualità “non sempre” si allinea ai requisiti qualitativi di vendita al dettaglio. Qui, le raccoglitrici dotate di Ia possono intervenire con decisioni imparziali basate sulla programmazione: dopo l’analisi estetica iniziale, le fragole passano al piano superiore della raccoglitrice, dove vengono pesate; se il prodotto è sottopeso rispetto agli standard di vendita, non viene imballato. E il tasso di errore dei raccoglitori umani è intorno al 10%, ma con l’Ia tende a zero.
Ma gli impieghi dei robot in agricoltura vanno ben oltre la fase del raccolto. Studi universitari e test sul campo vengono condotti con robot dotati di Ia in North Carolina, Georgia e Iowa per il monitoraggio dei rendimenti, il diserbo, il controllo dei parassiti e la raccolta. Tutti compiti che richiedono attualmente un notevole impiego di lavoro manuale. Produttori di macchinari pesanti come John Deere, stanno applicando l’intelligenza artificiale all’agricoltura testando trattori completamente autonomi in grado di arare e seminare senza conducente. Oltre alla raccolta e all’imballaggio, uno studio del 2023 pubblicato su Ai & Society sostiene che l’Ia possa risolvere l’annoso problema della carenza di manodopera agricola. L’anno scorso, negli Stati Uniti si stimavano circa 2 milioni e mezzo di posti di lavoro agricoli vacanti, e il 56% degli agricoltori ha segnalato mancanze di personale.
Per decenni, il settore agricolo statunitense ha fatto ampio affidamento sui lavoratori migranti, con permesso di lavoro temporaneo. Uno studio del Baker Institute for Public Policy, rileva che i lavoratori stranieri (regolari e clandestini) svolgono un ruolo sproporzionato nel garantire l’approvvigionamento alimentare alle famiglie americane. E un’analisi recente della Kaiser Family Foundation ha indicato che il 47% dei braccianti agricoli negli Stati Uniti è composto da immigrati clandestini, contro il 18% di stranieri legali.
Ogni anno arrivano negli Stati Uniti circa 400 mila lavoratori regolari temporanei. Un agricoltore spende migliaia di dollari per portare i lavoratori stagionali, trasportarli e alloggiarli, e molti semplicemente “spariscono” verso la fine del contratto: reperire il personale, pagarlo e potersene fidare, sono problemi seri per tutti gli imprenditori agricoli. Le nuove tecnologie – le macchine agricole robotizzate guidate dall’intelligenza artificiale – sono in grado si risolvere praticamente tutti i problemi legati alla manodopera agricola, velocizzando e efficientando in modo enorme l’intero ciclo produttivo agricolo.
Lo shock tecnologico, come sempre accade nella Storia, ha enormi aspetti positivi e altrettanto enormi aspetti negativi. Ma esiste. E, come sempre la Storia è impossibile da evitare e bloccare. Si tratta solo di capirne come trarne vantaggio per il maggior numero di persone possibile.