La forza e l’eredità dell’opera romantica

di Redazione ETI/Ariane Triebswetter
4 Maggio 2025 17:04 Aggiornato: 4 Maggio 2025 17:04

Quando le notizie della Rivoluzione americana attraversarono l’Europa, emersero idee sulla libertà individuale e sul nazionalismo, dando inizio a notevoli cambiamenti in ogni ambito sociale, compreso il mondo dell’arte. La musica classica passò dai vincoli formali dell’epoca precedente alle possibilità illimitate del periodo romantico (1830-1900). L’opera, in particolare, incarnò le tendenze di quest’epoca.

Radicata nelle tradizioni operistiche di Christoph Willibald Gluck e Wolfgang Amadeus Mozart, e guidata da Ludwig van Beethoven, l’opera romantica portò la produzione narrativa musicale a nuovi livelli, spesso ispirandosi alla letteratura e agli eventi storici o dell’attualità. Altri importanti compositori dell’epoca – Gioachino Rossini (1792-1868), Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini, Giuseppe Verdi (1813-1901) e Richard Wagner (1813-83) – hanno superato i confini del linguaggio musicale, creando splendide composizioni che esprimono sentimenti potenti, e hanno lasciato nel mondo dell’opera un’eredità intramontabile.

Giuseppe Verdi in Vanity Fair, 1879. Pubblico dominio

INNO ALLA LIBERTÀ

Fino al XIX secolo, l’opera lirica proponeva melodie semplici, temi mitologici ed emozioni autentiche. Con l’avvento dell’era napoleonica nel continente europeo, i compositori scoprirono nuove forme per le loro opere, sperimentando uno slancio innovatore.

Fidelio, ispirato all’opera classica, è l’unica composizione di Beethoven di questo genere, e segnò la transizione dall’opera classica a quella romantica. Il compositore creò una storia di coraggio umano attraverso una combinazione di arie e duetti semplici, dialoghi parlati, complessi ensemble e un grande finale. Quest’opera, un grande inno di Beethoven alla libertà, fu rappresentata per la prima volta nel 1805, un anno dopo che Napoleone divenne imperatore, e fu nuovamente rappresentato nel 1814, anno della sconfitta di Napoleone.

Locandina della rappresentazione del Fidelio di Ludwig van Beethoven (terza e ultima versione) del 23 maggio 1814 al Theater am Kärntnertor. Pubblico dominio

I compositori italiani e tedeschi in particolare, in quel periodo, scrissero opere basate sull’attualità, in cui i personaggi trionfavano sulla tirannia e sulla sfortuna.

STILI SINGOLARI

Con il fiorire dell’opera romantica in tutta Europa, ogni nazione creò un proprio stile unico di narrazione musicale. Gli autori romantici si cimentarono in una vasta gamma di temi e soggetti, dalle tragiche storie d’amore alle epopee storiche fino a vicende del mondo ultraterreno.

I compositori cominciarono a esplorare la profondità dell’animo umano e l’opera lirica divenne il mezzo per eccellenza per trasmettere storie di grande intensità. I librettisti dell’opera romantica si ispiravano spesso a fatti riguardanti personaggi storici o a opere letterarie, come quelle di Sir Walter Scott e William Shakespeare. Rossini, in particolare, attinse da queste opere, come per La signora del lago (1819) e Otello (1816).

Gioachino Antonio Rossini – 1792-1868

I compositori romantici sperimentarono nuove forme – linguaggio armonico e tecniche di orchestrazione – per creare stili di canto originali. Uno dei più notevoli dell’epoca è il Belcanto italiano: introdotto per la prima volta da Rossini (1792-1868), il Belcanto è uno stile vocale definito dalla brillantezza tecnica e dall’ornamentazione, sostenuta da una struttura armonica semplice. Rossini scrisse grandi capolavori del Belcanto, come Una voce poco fa per l’opera buffa Il barbiere di Siviglia (1816).

In linea con gli ideali del periodo Romantico e del Romanticismo, il nuovo canto virtuosistico sfruttava l’espressività della voce umana per rappresentare musicalmente una vicenda. Per tutto il XIX secolo, molti compositori italiani scrissero drammi appassionati adottando il nuovo canone stilistico. Donizetti, spesso considerato il successore di Rossini, se ne servì per rappresentare situazioni tragiche, come la scena della pazzia in Lucia di Lammermoor (1835), mentre Bellini lo utilizzò per trasmettere l’intensità della bellezza, come la famosa aria Casta Diva nella Norma (1831).

Il progresso della tecnologia teatrale permise anche di realizzare scenografie più elaborate, effetti di luce più raffinati e l’inserimento di elementi di grande spettacolarità. Queste innovazioni hanno contribuito a creare esperienze teatrali coinvolgenti, affascinando il pubblico e intensificando l’impatto emotivo della musica e del dramma.

VERDI E WAGNER

La grande opera romantica raggiunse il momento più alto con Verdi e Wagner: entrambi i compositori diedero una nuova dimensione all’opera, influenzarono i compositori successivi lasciando un’impronta duratura nel mondo operistico.

Verdi mantenne la continuità con la tradizione del Belcanto, ma elevò lo stile. Mentre la sua popolarità aumentava, il suo stile operistico raggiungeva sempre nuovi livelli, aggiungendo una profonda introspezione psicologica ai testi e alle vicende narrate, insieme a riferimenti politici di fondo, attraverso la sua abilità compositiva.

Stampa di slogan Viva Verdi, 1859. Pubblico dominio

Verdi ampliò i confini dell’opera, conferendo autenticità alla situazione drammatica e cogliendo l’essenza di ogni personaggio attraverso la musica, con un’intuizione che solo Mozart aveva raggiunto fino ad allora. Tra i capolavori più famosi di Verdi figurano Rigoletto (1851), La Traviata (1853) e Aïda (1871). Il compositore influenzò altri grandi musicisti del periodo successivo, come Giacomo Puccini.

Mentre Verdi sviluppava e valorizzava la tradizione operistica italiana, Wagner creava un nuovo stile operistico che incarnava gli ideali del nazionalismo tedesco, ricorrendo spesso all’ambientazione di miti nordici medievali per esprimere i temi romantici del potere, dell’amore, della rinuncia e della morte. Riunì musica, dramma, poesia e messa in scena in quello che chiamava «dramma musicale». Invece di servirsi delle convenzioni operistiche del recitativo e dell’aria, Wagner introdusse i leitmotiv, frammenti di melodia associati a un personaggio, a un evento o a un’idea, come la domanda senza risposta (un motivo musicale sull’identità e l’origine di Lohengrin) in Lohengrin, del 1850.

Motivo legato al richiamo del corno dell’eroe dell’opera Siegfried di Wagner. Pubblico dominio

Wagner introdusse anche nuove idee di armonia e ampliò l’uso dell’orchestra e della struttura operistica, interventi particolarmente evidenti nella Tetralogia L’Anello del Nibelungo, ciclo di quattro opere che comprende L’oro del Reno del 1869, La valchiria del 1870, Sigfrido del 1871)e Il crepuscolo degli dei del 1874.

Ancora oggi, l’opera romantica rimane una delle arti più potenti per esprimere le emozioni umane. Con le sue armonie complesse, le melodie liriche, le grandi orchestre e le trame drammatiche, l’Opera Romantica continua ad affascinare esperti e dilettanti.

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