La nostra vita può essere appassionante. Nasciamo in un mondo preordinato da cultura, tradizione, lingua e tanto altro; crescendo, attraverso l’esperienza sensoriale, impariamo a sopravvivere e alcuni a prosperare. Tuttavia, molti sentono che c’è qualcosa che va oltre la semplice esperienza sensoriale, qualcosa in cui dobbiamo credere senza prove tangibili, qualcosa in cui credere per fede.
Il viaggio della vita, una serie di quattro dipinti di Thomas Cole, mi hanno fatto riflettere su come potremmo considerare la fede nel corso della nostra vita.
IL VIAGGIO DELLA VITA
Thomas Cole era un pittore americano ritenuto il padre della Scuola del fiume Hudson – movimento artistico americano fiorito a metà del XIX secolo – che cercava di “romantizzare” la pittura paesaggistica. Quegli artisti vedevano nella natura una manifestazione del Creatore e la osservavano per comprendere il divino.
Ne Il viaggio della vita, Cole raffigura quattro fasi dell’esistenza umana: Infanzia, Giovinezza, Maturità e Vecchiaia. Analizzare ogni fase singolarmente, unitamente al filo conduttore del viaggio della vita, può offrire un’idea dell’importanza della fede.
INFANZIA

Nella prima fase, Infanzia, Cole immagina un ambiente che richiama l’inizio della primavera. Sul lato destro della composizione sorge il sole, annunciando la nascita di un nuovo giorno.
Mentre il sole sorge, un bambino fa il suo ingresso nel mondo su una barca tenuta al timone da un angelo. La barca naviga sul fiume della vita, che rappresenta la corrente sotterranea su cui il bambino trascorrerà il resto della vita. Una vegetazione lussureggiante e fiori bellissimi adornano l'”anticamera” del mondo, come per dare il benvenuto al bambino e all’angelo.

La barca è ricoperta di figure di angeli e, a prua, un angelo alza una clessidra verso il cielo, a indicare che il tempo del nuovo arrivato è limitato.
GIOVINEZZA

Il secondo dipinto della serie di Cole raffigura le caratteristiche della giovinezza: l’ambiente è quasi paradisiaco, l’acqua limpida e calma trasporta il giovane verso una costruzione ultraterrena in lontananza. Anche la disposizione degli alberi sembra incoraggiare il viaggio del giovane, guidando il nostro sguardo dal ragazzo al castello nel cielo.

Il giovane continua il viaggio lungo il fiume della vita sulla stessa barca, ma ora l’angelo che lo aveva accompagnato nel mondo non viaggia più con lui, è sceso e lo guarda dalla riva. Dando le spalle all’angelo, il giovane guida la barca da solo mentre si dirige verso il palazzo in lontananza.
LA MATURITÀ
Proseguendo il camino da solo, il ragazzo, ormai adulto, si ritrova in mezzo ai tumulti: il fiume non è più calmo e l’ambiente non è più verde e invitante; al contrario, rocce frastagliate spuntano dalle acque stringendosi attorno all’uomo, che non riesce più a guidare la barca. Il sole sembra tramontare in lontananza.

L’angelo non è più sulla terra con l’uomo, ma appare illuminato tra nuvole scure in alto a sinistra. L’uomo gli dà ancora le spalle. Tiene le mani in preghiera non verso l’angelo, ma verso i profili scuri e tenebrosi delle nuvole cha ha di fronte.

VECCHIAIA

Il nostro viaggiatore è ormai anziano: ha i capelli bianchi, si lascia alle spalle il territorio impervio e turbolento, a prua della barca non c’è più l’angelo che regge la clessidra, ma ora l’uomo si è voltato verso l’angelo che è sempre stato con lui e che lo osserva. L’angelo indica la luce in alto di fronte a loro.

Le nuvole scure e cupe si sono aperte per rivelare lo splendore del cielo e in lontananza un altro angelo appare per accogliere l’uomo anziano. Il vecchio allarga le braccia, ammirato per la gloria del cielo.
FEDE NEL DIVINO
Cole ci ha dato una rappresentazione archetipica del viaggio della vita. Io penso, tuttavia, che il messaggio più profondo che arriva da questi dipinti è l’importanza non di una fede qualsiasi, ma della fede nel divino.
E riflettendo sull’importanza della fede divina, mi hanno colpito diversi aspetti di questi dipinti. Il primo è la posizione dell’angelo rispetto all’uomo durante il percorso: all’inizio, l’angelo guida il bambino nel mondo e il bambino inizia il suo viaggio predestinato, rappresentato dalla barca e dal fiume che il bambino non lascerà mai. Quindi, il bambino è destinato a navigare su quella barca su quel fiume, ed essendo incapace di orientarsi da solo, manifesta in un certo senso la sua innocenza.
L’angelo, tuttavia, è alle sue spalle, e il bambino non può percepire direttamente la sua presenza, non può conoscerlo attraverso i sensi. Sperimenta solo quello che gli sta davanti, e quello che ha sempre davanti – almeno fino alla fine – è l’angelo che tiene la clessidra sulla parte anteriore della barca. In questo modo, il bambino è anche destinato a essere sempre consapevole, o per lo meno ad averne il senso, dei limiti del tempo che gli è stato concesso di vivere.
Diventato giovane adulto e poi uomo, non riesce a vedere che l’angelo è sempre con lui. Credere nell’angelo richiede fede e, soprattutto, il giovane non sembra riporre la propria fede nell’angelo, ma in altre cose. Conducendo egli stesso la barca, è più interessato all’edificio ultraterreno e ideale che vede davanti a sé, e sembra persino guardare oltre la clessidra che gli sta di fronte.
Il giovane non riesce a prevedere quali saranno le conseguenze delle sue azioni: ignorare completamente l’angelo per inseguire l’edificio in lontananza porta alla fase successiva della sua vita, che è quella del turbamento. È come se il giovane scambiasse il potenziale di fede nell’angelo con una fede nelle immagini idealizzate basate sulle sue esperienze con il mondo terreno.
Potrebbe darsi che il castello nel cielo rappresenti il nostro desiderio di guadagni materiali. O forse significa che ignorare la fede nel divino per privilegiare il materialismo genera confusione (morale).
Il dipinto Giovinezza è l’unico in cui il ragazzo guida la barca da solo, tenendo la mano sulla barra. La conseguenza distruttiva del suo perseguimento indica forse che è da sprovveduti cercare di prendere il controllo della propria vita invece di lasciarsi guidare dal divino?
Le conseguenze di un desiderio eccessivo di emozioni possono spesso insegnarci che nella vita c’è più di quello che ci appare davanti. Parlando dell’età matura Cole ha affermato:
«I problemi sono una caratteristica dell’età adulta. Nell’infanzia non ci sono preoccupazioni, e nella giovinezza non c’è disperazione. È solo quando l’esperienza ci insegna com’è il mondo reale che solleviamo dagli occhi il velo dorato dei primi anni e proviamo un dolore profondo e duraturo».
L’uomo, nel dolore, prega, ma a chi si rivolge? L’angelo è ancora dietro di lui, ma egli si rivolge ai volti nascosti nelle nuvole scure, come se volesse chiedere loro di eliminare la sua sofferenza. Non vede che i volti cupi sono elementi dell’ambiente tenebroso che lo sovrasta. L’unica cosa che si distingue nell’oscurità è l’angelo illuminato nel cielo, un angelo a cui lui dà ancora le spalle.

Tuttavia, mentre guarda i volti nelle nuvole scure, l’uomo potrebbe in realtà pregare il Creatore, segno della forza della sua fede: nonostante guardi davanti a sé, crede in qualcosa di trascendente. Il potere della sua fede potrebbe anche spiegare perché l’angelo, finora nascosto, si rivela nel quadro successivo.
È interessante notare come la fede si manifesti in due situazioni opposte. Inizialmente il giovane è fiducioso nel vedere il castello, si lascia tutto alle spalle per inseguire quello che la visione sembra promettere. Solo in un secondo momento, dopo aver sopportato delle difficoltà, ripone la sua fede nel divino.
Alla fine si rivela la verità di entrambe le fedi: quella nel materialismo e nell’idealismo produce distruzione e disordine, mentre la fede nel divino dà la luce dell’eternità, rappresentata dalla luminosità del cielo e dalla scomparsa della clessidra.
Mi chiedo come possiamo fare in modo che il bambino si rivolga verso chi guida il suo viaggio. Come possiamo incoraggiare la retta fede nel divino fin dall’inizio, affinché esso si riveli subito e il viaggio della vita non sia più in balia della ricerca dolorosa tra materialità e fede, ma diventi un Viaggio di Fede?