“Indice di massa corporea” addio Il nuovo standard è il grasso corporeo

di Redazione ETI/George Citroner
3 Maggio 2025 8:11 Aggiornato: 3 Maggio 2025 8:11

L’indice di massa corporea potrebbe non essere più lo strumento di riferimento per valutare i rischi legati al peso. Un nuovo studio pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism propone di sostituirlo con la percentuale di grasso corporeo, che risulterebbe più precisa nel prevedere problemi di salute. I ricercatori hanno identificato due soglie critiche: il 30% di grasso corporeo per gli uomini e il 42% per le donne. Al di sopra di questi valori, i rischi metabolici aumentano sensibilmente.

L’analisi si è basata su dati relativi a circa 17 mila adulti, tra i 18 e gli 85 anni, appartenenti a diverse etnie. Incrociando la percentuale di grasso corporeo con i valori dell’indice di massa corporea e i segni di sindrome metabolica – tra cui ipertensione, glicemia elevata, grasso addominale e colesterolo alterato – è emerso che gli uomini iniziano a mostrare rischi già al 30% di grasso corporeo. Le donne, invece, sembrano non sviluppare sindrome metabolica a quel livello. Negli uomini classificati come “sovrappeso” secondo l’indice di massa corporea, la percentuale media di grasso corporeo si aggira intorno al 25%, ma solo il 5% mostra segni di sindrome metabolica. Nessun uomo con una percentuale inferiore al 18% ha presentato questa condizione. Le donne sovrappeso secondo i parametri tradizionali hanno in media il 36% di grasso corporeo, percentuale che sale al 42% nelle obese.

LIMITI SIGNIFICATIVI DELL’INDICE DI MASSA CORPOREA

Questi risultati mettono in discussione la validità dell’indice di massa corporea, utilizzato per decenni come indicatore di salute, nonostante non consideri massa muscolare, densità ossea, composizione corporea o distribuzione del grasso. L’indice di massa corporea, basato esclusivamente sul rapporto tra peso e altezza, può generare valutazioni distorte: individui con corporature diverse possono avere lo stesso punteggio, ha spiegato la dottoressa Crystal Wyllie, medico britannico di Asda Online Doctor.

Secondo l’indice di massa corporea, un atleta con massa muscolare sviluppata può risultare “obeso” pur avendo pochissimo grasso, mentre un anziano con alta percentuale di grasso corporeo può rientrare nei valori ritenuti normali. Lo studio sottolinea come le soglie di sovrappeso (oltre 25) e obesità (oltre 30) stabilite dall’indice di massa corporea non riflettano accuratamente il rischio metabolico. In alcuni casi, persone con un indice di massa corporea normale presentano comunque un eccesso di grasso, rientrando nella categoria dei «metabolicamente obesi ma di peso normale».

«L’indice di massa corporea non fornisce informazioni sulla distribuzione del grasso, fattore cruciale, poiché il grasso viscerale è associato a un rischio maggiore di diabete e malattie cardiovascolari», spiega la dottoressa Wyllie. Inoltre, non tiene conto di differenze individuali in termini di metabolismo o forma fisica. «Due persone con lo stesso indice di massa corporea possono avere condizioni di salute molto diverse. È fondamentale considerare anche parametri come pressione arteriosa, colesterolo, glicemia e stile di vita».

L’adozione della percentuale di grasso corporeo come nuovo riferimento consentirebbe una valutazione più precisa dei rischi per la salute, legati in particolare all’eccesso di adiposità.

MISURARE IL GRASSO CORPOREO PER INTERVENTI MIRATI

Secondo Emily Feivor, dietologa di Northwell Health a New York, la percentuale di grasso corporeo può essere misurata tramite diverse tecniche: pinze per la plica cutanea, analisi di impedenza bioelettrica o pesatura idrostatica, che valuta la densità corporea.

Gli autori dello studio sostengono che adottare questo parametro come standard consentirebbe interventi più efficaci e piani terapeutici personalizzati. «Come dietologi, ci basiamo sulla percentuale di grasso corporeo per educare i pazienti sugli effetti delle loro abitudini alimentari — spiega la dietista — Conoscere la composizione corporea permette di determinare meglio i fabbisogni energetici e nutrizionali».

I ricercatori concludono che abbandonare le stime basate sull’indice di massa corporea a favore della misurazione diretta del grasso corporeo migliorerebbe la gestione delle patologie legate all’obesità. Questo approccio offrirebbe un quadro più preciso della quantità e della distribuzione del grasso corporeo, aspetti essenziali per prevedere i rischi e guidare le decisioni cliniche.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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