In Sardegna il primo caso nazionale di Lsd bovina

di Agenzia Nova
23 Giugno 2025 16:32 Aggiornato: 23 Giugno 2025 16:32

È stato accertato in Sardegna il primo caso italiano di Lumpy Skin Disease (Lsd), o Dermatite Nodulare Contagiosa, in un allevamento bovino dell’isola. La conferma è arrivata dai laboratori nazionali di riferimento, dopo i primi sospetti clinici registrati su un singolo capo. Il virus, che colpisce esclusivamente bovini e bufali, provoca febbre, noduli cutanei, riduzione della produzione di latte e, nei casi più gravi, può portare alla morte degli animali.

Pur non essendo trasmissibile all’uomo, ha conseguenze economiche rilevanti per gli allevatori, anche a causa delle restrizioni al commercio che impone. «L’assessorato alla Sanità si è immediatamente attivato, con il solo sospetto di un singolo animale, prima ancora che ci fosse la conferma diagnostica dai laboratori di Teramo», ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi. La malattia è classificata dalla normativa europea nella categoria A, cioè tra quelle normalmente assenti nel territorio dell’Unione ma per le quali, in caso di comparsa, devono essere adottate misure immediate e obbligatorie di eradicazione. «È fondamentale agire con la massima tempestività e rigore per contenere la diffusione di questa patologia», ha ribadito l’assessore.

In Sardegna sono già state avviate tutte le azioni previste dai protocolli nazionali e comunitari, incluse le indagini epidemiologiche per individuare l’origine del contagio e ricostruirne la possibile diffusione. Bartolazzi ha sottolineato l’importanza della collaborazione degli allevatori, ritenendola decisiva in questa fase. L’Assessorato ha raccomandato massima attenzione alle misure di biosicurezza: occorre limitare l’accesso di persone e mezzi estranei agli allevamenti, disinfettare accuratamente i veicoli e le attrezzature e isolare i nuovi animali introdotti per un adeguato periodo di osservazione. È stato richiesto agli operatori del settore di sorvegliare con regolarità lo stato di salute degli animali, segnalando tempestivamente ai Servizi Veterinari delle Asl ogni anomalia, anche minima, come febbre, lesioni cutanee localizzate su testa, collo, schiena, mammella o zampe, lacrimazione, secrezioni nasali o zoppie.

Particolare attenzione viene posta anche alla lotta contro gli insetti vettori — come zanzare, mosche e zecche — che trasmettono il virus. L’utilizzo di insetticidi e l’eliminazione di ristagni d’acqua sono tra le misure consigliate. Infine, viene ricordata l’importanza di mantenere aggiornate le registrazioni aziendali e la tracciabilità dei movimenti del bestiame. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti non appena disponibili nuovi elementi sull’evoluzione della situazione.


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