L’ex capo di stato maggiore delle forze armate cinesi, il generale dell’aeronautica Xu Qiliang, è morto a Pechino all’età di 75 anni. A quanto pare per cause naturali. Era stato vice presidente della Commissione Militare Centrale dal 2012 al 2022. Da quando nel 2012 Xi Jinping era salito al potere, aveva avviato una “riorganizzazione” politica e militare, epurando diversi funzionari nell’ambito della nota campagna “anticorruzione” voluta dal segretario generale del Pcc per far fuori i suoi avversari in seno al Partito. E Xu era il vice comandante dell’organizzazione incaricata di ripulire le forze armate.
La morte di questo pezzo da novanta del regime cinese arriva in un periodo di profonda instabilità nel Pcc. Negli ultimi anni, la Cina ha assistito a una raffica di epurazioni – militari non – inizialmente utilizzate da Xi per colpire gli avversari, più recentemente per colpire i suoi stessi alleati storici, che per diversi analisti è indice dell’attuale debolezza di Xi. Anche Miao Hua, per anni capo del Dipartimento del Lavoro, e He Weidong, vice presidente della Commissione, sono spariti dalla scena pubblica da marzo. Sia Xu che He che Miao avevano tutti e tre prestato servizio nella provincia di Fujian, nel sud-est della Cina, la stessa dove Xi Jinping è cresciuto, consolidando il proprio potere di giovane funzionario del Partito, fino al 2002.
Nato nel 1950, il defunto Xu Qiliang si era arruolato a 16 anni, diventando vent’anni dopo comandante dell’aeronautica di Shanghai. Il suo legame con Xi Jinping risaliva agli inizi degli anni Novanta. Quando Xi è salito al potere, l’ex comandante dell’aeronautica aveva fatto una carriera fulminea all’interno dei ranghi del Comitato Permanente del Politburo, secondo organo decisionale più importante della Cina, rivelandosi fondamentale nel consolidare il potere dell’attuale capo del Pcc, anche epurando numerosi ufficiali.