Il Vaticano sarà il prossimo mediatore della guerra in Ucraina?

di Redazione ETI/Reuters
22 Maggio 2025 9:19 Aggiornato: 22 Maggio 2025 9:19

La possibilità che il Vaticano ospiti colloqui di pace tra Russia e Ucraina, avanzata di recente dal presidente Trump, ha riportato la Santa Sede al centro del dibattito internazionale. Papa Leone XIV, eletto lo scorso 8 maggio in successione a Papa Francesco, avrebbe manifestato, secondo il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, la propria disponibilità a favorire un negoziato per porre fine al conflitto. Ma l’assenza di conferme ufficiali da parte del pontefice o di alti funzionari vaticani lascia aperte molte incognite sulle reali prospettive di un’iniziativa diplomatica.

La cautela della Santa Sede non sorprende. Come sottolineato da Massimo Faggioli, docente presso la Villanova University, il Vaticano sembra intenzionato a evitare che il periodo di transizione tra un pontificato e l’altro venga strumentalizzato. «Diversi capi di governo, tra cui l’Italia, stanno cercando di coinvolgere il Vaticano in colloqui di pace che, negli ultimi tre anni, non hanno prodotto risultati concreti», sostiene Faggioli, sottolineando la tradizionale riservatezza della diplomazia vaticana, che privilegia un’azione discreta e imparziale.

Storicamente, il Vaticano ha svolto un ruolo di mediatore in numerosi conflitti internazionali. Un esempio recente risale al 2019, quando Bergoglio aveva ospitato i leader rivali del Sudan per un ritiro spirituale culminato in un gesto di grande impatto visivo: il pontefice inginocchiato a baciare i piedi dei due leader mentre li implorava di scegliere la pace.

Nel caso del conflitto russo-ucraino, la posizione del Vaticano appare ancora più delicata. Il cardinale Pietro Parolin, ministro degli Esteri vaticano, ha ribadito la disponibilità della Santa Sede a ospitare negoziati, sottolineando però la necessità di discrezione e di un accordo tra le parti: «Siamo disponibili, se desiderate incontrarvi, il Vaticano potrebbe essere un luogo adatto», ha dichiarato Parolin, lasciando intendere che qualsiasi passo concreto dipende sempre, ovviamente, dalla volontà di Mosca e Kiev.

Leone XIV, nel suo primo discorso pubblico in piazza San Pietro, per ha scelto di concentrarsi su altre crisi, come quella umanitaria a Gaza, senza menzionare il conflitto ucraino. Una scelta che potrebbe riflettere la volontà di procedere con prudenza. 

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