Il tramonto dell’efficacia della deterrenza nucleare

di Redazione Eti/Ryan Morgan
12 Agosto 2025 18:41 Aggiornato: 13 Agosto 2025 9:34

Il primo agosto, Donald Trump ha annunciato di aver ordinato il riposizionamento di due sommergibili nucleari statunitensi in risposta a una minaccia dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, affermando che quest’ultimo aveva rilasciato «dichiarazioni altamente provocatorie». I movimenti dei sommergibili sono generalmente segreti, per cui la scelta di Trump di annunciare pubblicamente tale dispiegamento il primo agosto rappresenta un raro esempio di dimostrazione della potenza nucleare statunitense.

Medvedev potrebbe aver innescato l’annuncio di Trump sui sommergibili nucleari con un post sui social media del 31 luglio, in cui faceva riferimento al sistema «mano morta», che consente alle forze nucleari russe di lanciare automaticamente in caso di rilevamento di un attacco nucleare contro la Russia. Interrogato sul dispiegamento dei sommergibili il 4 agosto, il presidente ha detto ai giornalisti che i sommergibili erano già arrivati «dove devono essere». Non è chiaro esattamente dove si trovino i due sommergibili nucleari statunitensi, né quanto si siano effettivamente spostati dopo l’annuncio di Trump del primo agosto.

La Marina statunitense opera attualmente con 67 sommergibili a propulsione nucleare, tra cui 49 sommergibili d’assalto per usi generali, 14 sommergibili balistici della classe Ohio e quattro sommergibili lanciamissili della classe Ohio.
I sommergibili d’assalto per usi generali statunitensi sono equipaggiati per lanciare missili da crociera Tomahawk, e sono impiegati in missioni di sorveglianza, dispiegamento di forze speciali, e altre operazioni. Oltre ai 49 sommergibili d’assalto in servizio, altri 14 sono in varie fasi di costruzione o ultimazione di allestimento. I quattro sommergibili lanciamissili della classe Ohio possono essere dispiegati con fino a 154 missili Tomahawk e 66 truppe per operazioni speciali. I 14 sommergibili balistici della classe Ohio possono essere equipaggiati con fino a 24 missili balistici lanciati da sommergibili, inclusi quelli armati con testate nucleari.

Secondo la Nuclear Threat Initiative, la Russia opera con 64 sommergibili, tra cui 16 sommergibili balistici a propulsione nucleare, 11 sommergibili lanciamissili da crociera a propulsione nucleare e 14 sommergibili d’assalto a propulsione nucleare. Dispone inoltre di 23 sommergibili d’assalto diesel-elettrici, generalmente più rumorosi e con minore autonomia rispetto ai loro omologhi nucleari.
Ad agosto 2024, la Nuclear Threat Initiative ha valutato che la Cina possieda 60 sommergibili, tra cui 48 sommergibili d’assalto diesel-elettrici, sei sommergibili d’assalto a propulsione nucleare e sei sommergibili balistici. La Cina negli ultimi anni ha ampliato rapidamente la propria flotta, e secondo la Nuclear Threat Initiative nel 2025 potrebbe avere in servizio 65 sommergibili.

La capacità stealth (cioè “l’invisibilità” agli strumenti di rilevazione) è un elemento chiave per la sopravvivenza di un sottomarino, e le posizioni dei sommergibili sono raramente rilevabili in tempo reale. D’altro canto, diversi presidenti hanno accennato a movimenti di sommergibili durante periodi di crescenti tensioni. Nel dicembre 2020, nel pieno delle tensioni tra Stati Uniti-Iran e in prossimità dell’anniversario dell’attacco statunitense che aveva eliminato il generale iraniano Qasem Soleimani, il Comando centrale statunitense ha diffuso dichiarazioni che descrivevano i movimenti del sottomarino lanciamissili Uss Georgia nelle acque del Medio Oriente. Nel novembre 2023, mentre le forze israeliane intensificavano le operazioni contro Hamas nella Striscia di Gaza e rispondevano agli attacchi di Hezbollah a nord e degli Houthi a sud, l’amministrazione Biden ha spostato un sottomarino classe Ohio nella zona. E il 22 giugno scorso un sottomarino statunitense ha partecipato all’attacco contro strutture nucleari iraniane, lanciando una salva di missili da crociera Tomahawk contro l’impianto di Isfahan in Iran.

Secondo James Robbins, dell’Institute of World Politics, l’annuncio di Trump sul movimento dei sommergibili è stato un chiaro messaggio di deterrenza: la flotta di sommergibili statunitensi, ha spiegato l’esperto, «contiene la maggior parte della potenza nucleare degli Stati Uniti e rappresenta la principale forza di deterrenza: la parte meglio sopravvissuta della “triade nucleare”». Ma Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project presso la Federation of American Scientists, è meno convinto che il messaggio di Trump possa realmente dissuadere la Russia: «Io non credo che la dichiarazione di Trump abbia alcun valore deterrente o che possa moderare le azioni di Mosca – dice Kristensen – i sommergibili nucleari statunitensi sono sempre dispiegati, anche nell’Atlantico e la Russia lo sa».

In passato, il dittatore nordcoreano Kim Jong Un aveva affermato di avere un «pulsante nucleare» sulla scrivania, e Trump aveva risposto su Twitter: «Anch’io ho un pulsante nucleare, ma molto più grande e potente del suo. E il mio funziona». Nei mesi successivi, Kim accettò di incontrare Trump per discutere la denuclearizzazione della Corea del Nord.

Il Cremlino ha a più riprese minimizzato la mobilitazione dei sommergibili nucleari ordinata da Trump, insinuando inoltre l’idea che Trump voglia ricorrere alle armi nucleari. In realtà, Putin per primo, dopo aver invaso l’Ucraina ha minacciato esplicitamente di essere pronto a ricorrere all’arsenale nucleare russo/sovietico: nel 2024 aveva minacciato attacchi nucleari contro nazioni che forniscono armi all’Ucraina. L’abuso della minaccia nucleare ne diminuisce (ovviamente) l’efficacia quale strumento di deterrenza o diplomazia. E «la Russia lo ha scoperto a sue spese – osserva Kristensen – facendo così tante minacce nucleari che l’Occidente ha iniziato a considerarle solo chiacchiere».