Mentre proseguono per il quinto giorno consecutivo i disordini legati alle proteste contro i recenti blitz dell’agenzia federale Ice, il sindaco Karen Bass ha imposto un coprifuoco in alcune zone del centro di Los Angeles, dichiarando lo stato di emergenza. Il coprifuoco è in vigore dalle 20 alle 6 del mattino e resterà attivo per diversi giorni, secondo quanto deciso in coordinamento con le altre autorità cittadine.
Secondo quanto riferito, in una sola notte sono stati danneggiati 23 esercizi commerciali. Danni rilevanti sono stati provocati, oltre che dai saccheggi, anche da scritte e graffiti su edifici e strutture private. Il governatore della California, Gavin Newsom, è intervenuto criticando l’imponente dispiegamento di forze federali, definito sproporzionato rispetto alla situazione, e dicendo l’intervento della Guardia Nazionale e dei Marines non sarebbe stato necessario e che le forze dell’ordine locali avrebbero potuto gestire autonomamente l’ordine pubblico. Secondo il sindaco le immagini diffuse in questi giorni trasmettono l’idea errata di una crisi generalizzata, mentre gli episodi di violenza risulterebbero limitati circoscritti (il capo della polizia di Los Angeles, già nella giornata di sabato, aveva dichiarato che il suo dipartimento era «sopraffatto» dagli attacchi dei facinorosi).
Ma la Casa Bianca ha dovuto disporre l’invio a Los Angeles di circa 4 mila militari della Guardia Nazionale, affiancati da 700 marines. Numerosi episodi di violenza hanno coinvolto i manifestanti in cui diversi agenti sono rimasti feriti: sono stati lanciati blocchi di cemento contro i veicoli della polizia, incendiati mezzi, bloccate strade e sparati fuochi d’artificio ad altezza uomo contro i poliziotti. Diversi “manifestanti” a volto coperto sventolano bandiere messicane, altri palestinesi.
Nel corso della notte del 9 giugno sono stati effettuati oltre 150 arresti. Le accuse comprendono tentato omicidio con una molotov, aggressione a pubblico ufficiale e saccheggio..
