La Commissione bilancio del Senato americano ha approvato un finanziamento da 852 miliardi di dollari per il ministero della Difesa, destinando circa 1 miliardo all’Ucraina. La decisione arriva mentre il presidente Donald Trump intensifica la pressione su Putin per spingerlo a negoziare un accordo di pace. Il 31 luglio, con 26 voti favorevoli e 3 contrari, la commissione ha dato il via libera al provvedimento, che prevede 800 milioni per l’Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina e 225 milioni per l’Iniziativa di sicurezza baltica. Entrambi i fondi puntano a rafforzare le difese di Kiev e a sostenere gli alleati regionali contro l’invasione russa. Il testo deve ancora essere approvato dal Senato in seduta plenaria e armonizzato con la versione della Camera, che si attesta su 831,5 miliardi e non prevede aiuti per l’Ucraina.
Il senatore repubblicano Mitch McConnell, presidente della sottocommissione Difesa, ha sottolineato il valore strategico dell’Ucraina: «Il sottosegretario all’Esercito definisce giustamente l’Ucraina “la Silicon Valley della guerra”. La Marina considera il conflitto marittimo tra Russia e Ucraina come un laboratorio di battaglia nel Mar Nero e riconosce la necessità di innovare rapidamente — ha dichiarato McConnell durante l’audizione — Abbandonare i principali esperti di guerra con i droni sarebbe un danno strategico autoinflitto. Interrompere il dialogo con l’Ucraina comprometterebbe gli sforzi delle nostre forze armate per prepararsi al campo di battaglia moderno».
Durante il dibattito in commissione non sono emerse obiezioni sugli aiuti all’Ucraina, ma la versione approvata alla Camera ha evidenziato divisioni profonde tra i repubblicani. A inizio luglio, il deputato repubblicano Marjorie Taylor Greene ha presentato un emendamento per bloccare i fondi destinati al conflitto ucraino. «Il mio emendamento prevede che nessuno dei fondi stanziati possa essere utilizzato per sostenere la guerra in Ucraina — ha affermato il 17 luglio la Green in aula — Questo conflitto non riguarda gli Stati Uniti. L’Ucraina non è un membro della Nato, e non spetta al popolo americano né alle nostre forze armate finanziarlo». L’emendamento della Green, sostenuto da un ristretto gruppo di repubblicani, è stato respinto grazie al voto contrario di 76 repubblicani e di tutti i democratici.
Nel frattempo, Trump mostra crescente impazienza verso Mosca. Il 28 luglio, dalla Scozia, ha annunciato l’intenzione di ridurre da 50 a 10-12 giorni il termine concesso a Putin per accettare un cessate il fuoco, minacciando nuove sanzioni e dazi in caso di stallo. Ai giornalisti ha espresso la sua «profonda delusione» per Putin, citando i continui attacchi russi alle città ucraine.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Mosca ha «preso nota» delle parole di Trump, ribadendo però che la Russia continuerà a perseguire i propri obiettivi in ogni eventuale negoziato.
Sul fronte ucraino, Zelensky ha annunciato il 24 luglio che Kiev sta finalizzando un contratto per la vendita di droni agli Stati Uniti per un valore compreso tra 10 e 30 miliardi di dollari, sulla base di intese preliminari con Trump. Secondo Zelensky, l’accordo rafforzerà la cooperazione in ambito difensivo e sosterrà l’industria ucraina dei droni, già attiva in progetti produttivi con la Danimarca e altri alleati europei.