Il regime cinese punta sull’intelligenza artificiale

di Redazione ETI/Lily Zhou
24 Giugno 2025 19:41 Aggiornato: 24 Giugno 2025 19:41

L’Esercito di liberazione opolare cinese (ovvero le forze armate al soldo del Partito comunista cinese) sta investendo in modo significativo nello sviluppo di capacità di intelligenza artificiale generativa per la raccolta e l’analisi delle informazioni militari. Questo è quanto emerge da un’analisi delle minacce, pubblicata il 17 giugno dal gruppo di ricerca statunitense Insikt Group, una divisione di Recorded Future.

La ricerca ha rivelato che il complesso militare-industriale del regime comunista cinese sta utilizzando modelli linguistici di grandi dimensioni sviluppati da diverse aziende internazionali, tra cui Meta, OpenAI, Google DeepMind, Anthropic, BigScience, ma anche da realtà nazionali come DeepSeek, l’Università di Tsinghua, Zhipu AI e Alibaba Cloud.

Anche gli Stati Uniti stanno intensificando gli investimenti nell’Ia per ottimizzare i processi decisionali e migliorare le capacità operative militari. Un documento del ministero della Difesa, pubblicato il 16 giugno, ha reso noto che il Pentagono ha assegnato a OpenAI un contratto da 200 milioni di dollari per lo sviluppo di prototipi di Ia destinati a ottimizzare i processi decisionali e a risolvere sfide cruciali per la sicurezza nazionale. Altri esperimenti, come quelli condotti dai Marines nel Pacifico con strumenti di Ia generativa, mostrano come l’adozione di queste tecnologie stia assumendo un’importanza crescente anche nell’ambito delle operazioni militari americane.

Il rapporto di Insikt Group evidenzia che i ricercatori cinesi hanno studiato gli sforzi degli Stati Uniti nell’applicazione dell’Ia all’intelligence militare, con l’intento di apprendere da tali esperienze. Le pubblicazioni cinesi, infatti, sottolineano i potenziali benefici di queste tecnologie, in particolare nel miglioramento della raccolta e dell’analisi delle informazioni, pur riconoscendo alcuni rischi, come la possibilità di ottenere dati inaccurati.

Un ulteriore rischio riguarda l’uso di modelli di Ia allineati all’ideologia del regime cinese o addestrati su materiali analitici con pregiudizi ideologici. Questo approccio, avvertono gli esperti, compromette l’obiettività dell’analisi dell’intelligence. Per i Paesi occidentali, l’adozione di strumenti di Ia generativa da parte dell’esercito cinese pone anche la questione che la tecnologia venga utilizzata per fini propagandistici o per influenzare l’opinione pubblica, e la diffusione di disinformazione.

L’indagine rivela infatti che le domande di brevetto presentate dall’esercito cinese dimostrano lo sviluppo di strumenti di Ia progettati specificamente per attività di intelligence, suggerendo che l’esercito abbia già acquisito tecnologie per tali scopi.

All’inizio di questo mese, OpenAI ha annunciato di aver sospeso alcuni account legati a entità straniere ostili — tra cui il regime cinese — che utilizzavano i suoi strumenti di Ia per potenziare attività di spionaggio, operazioni di influenza politica e frodi. In particolare, OpenAI ha interrotto quattro operazioni riconducibili a Pechino, in cui attori cinesi hanno sfruttato l’Ia per creare profili falsi, tradurre e analizzare documenti, e produrre contenuti mirati a influenzare il dibattito pubblico su diverse piattaforme social.


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