Una ricerca che assegnava ai partecipanti mille dollari al mese e ne misurava gli effetti ha dato risultati deludenti per i sostenitori del reddito minimo universale. In sintesi, la ricerca ha dimostrato che le persone lavoravano di meno e, secondo gli autori: «[I partecipanti] impiegavano il tempo guadagnato con la riduzione dell’orario di lavoro in attività ricreative, senza alcuna evidenza di un maggiore impegno in altri ambiti che i proponenti del reddito di base dichiarano di valorizzare, come la produzione creativa, l’imprenditorialità, l’impegno comunitario, l’automiglioramento o persino il tempo passato con i figli».
Un secondo studio sul reddito garantito ha prodotto esiti altrettanto poco incoraggianti. In un recente documento del National bureau of economic research, i ricercatori Patrick K. Krause, Elizabeth Rhodes, Sarah Miller, Alexander W. Bartik, David E. Broockman ed Eva Vivalt hanno analizzato gli effetti dei trasferimenti incondizionati di denaro sul comportamento dei genitori e sui figli. Mille famiglie partecipanti hanno ricevuto mille dollari al mese per tre anni, mentre un gruppo di controllo di duemila partecipanti ne ha avuto solo cinquanta al mese. Lo studio ha monitorato le reazioni al sostegno economico da parte dei genitori e sugli effetti correlati. Iniziando dalle note positive, i genitori beneficiari del reddito garantito hanno speso di più per i propri figli. Gli autori stimano un incremento di quarantatré dollari al mese per il cibo e ventidue in più per l’assistenza infantile. Non c’è da stupirsi: con l’aumentare del reddito, ci si aspetta che anche le spese aumentino. Sorprende invece che questo maggiore esborso non abbia portato a risultati concreti, come una migliore sicurezza alimentare. Nei questionari, i genitori hanno anche dichiarato un miglioramento nel proprio metodo educativo, inclusa una supervisione più diretta dei figli.
Tuttavia, altri dati complicano questo quadro: stando alle risposte dei partecipanti, non si sono riscontrati cambiamenti significativi nel tempo dedicato alle attività genitoriali, né effetti positivi sull’«ordine» domestico. Nemmeno gli atteggiamenti dei genitori sembrano mutare. Gli autori affermano: «Non rileviamo alcun cambiamento negli esiti relativi alla soddisfazione genitoriale… analogamente, non osserviamo che i genitori riferiscano di sentirsi meno stressati o di sperimentare minori disagi mentali». I figli non hanno mostrato progressi significativi. Secondo la scala Promis per lo sviluppo sociale ed emotivo, i bambini nelle famiglie con reddito garantito non presentano miglioramenti rilevanti rispetto al gruppo di controllo.
Gli effetti sulle prestazioni scolastiche appaiono altrettanto trascurabili: «L’iscrizione alle scuole pubbliche, la frequenza, i tassi di ripetizione dell’anno, la partecipazione a programmi per studenti dotati e la maggior parte delle misure relative ai punteggi dei test standardizzati non sembrano influenzati dal trasferimento [di reddito]». In base ad alcuni risultati, il trasferimento pare aver avuto un effetto negativo sui punteggi nei test di matematica. La rilevanza statistica di tale esito dipende dal modo in cui gli autori attuano i controlli.
Lo stesso vale per i voti scolastici: i figli delle famiglie che hanno ricevuto il reddito garantito hanno ottenuto risultati peggiori, sebbene in alcune misurazioni la rilevanza svanisca. Nemmeno il comportamento a scuola è migliorato. Lo studio rileva «nessun effetto sulle misure disciplinari complessive, né sulle azioni disciplinari adottate per motivi specifici (ossia: lo studente ha commesso un reato grave, o ha violato norme su droga, alcol o tabacco, o ha commesso violenza fisica)». In Occidente sta emergendo la preoccupazione del calo delle nascite. Sebbene le politiche del reddito di base universale siano generalmente promosse dalla sinistra, alcuni esponenti della destra hanno proposto erogazioni di denaro contante. Anche su questo fronte, gli esperimenti raffreddano gli animi. Gli autori «escludono incrementi superiori a 0,03 figli aggiuntivi in base ai dati dei questionari, o a 0,02 figli aggiuntivi in base alle misure amministrative». In altre parole, se si assegnano mille dollari al mese di reddito garantito a cento famiglie, solo tre di esse avrebbero un figlio in più (rispetto all’assenza di trasferimento). Nel complesso, la ricerca mostra un altro esito poco convincente per i fautori del reddito di base.
Vi sono stati miglioramenti su un paio di indicatori, ma il succo è: «Il trasferimento non ha avuto effetti significativi sulla maggior parte degli esiti educativi rilevati nei registri scolastici, né ha influenzato le caratteristiche dell’ambiente domestico, la sicurezza alimentare dei bambini, gli effetti dovuti alla mancanza di una casa o la soddisfazione genitoriale». Le difficoltà maggiori della genitorialità non sembrano alleviarsi granché con un reddito garantito di mille dollari al mese. Pur con i limiti propri di ogni studio, questo documento – unitamente ad altre recenti indagini su vasta scala sul reddito garantito – delinea un quadro chiaro di quello che una politica del reddito di base universale può migliorare e, soprattutto, di quello che non può.
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