Il 2025 di Tesla tra sfide e incertezza

di Redazione ETI/Andrew Moran
23 Aprile 2025 15:27 Aggiornato: 23 Aprile 2025 15:27

Il recente bilancio del primo trimestre 2025 confermano che Tesla sta attraversando un momento delicato. Il calo dei ricavi e dei profitti, unito a un contesto politico sempre più complesso, pone interrogativi sul futuro a breve e medio termine dell’azienda guidata da Elon Musk.

I dati parlano chiaro: rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i ricavi totali sono scesi del 9%, fermandosi a 19,34 miliardi di dollari rispetto ai 21,3 miliardi dell’anno precedente. L’utile per azione è stato di 27 centesimi, mentre l’utile netto è crollato del 71%, attestandosi a 409 milioni di dollari contro 1,39 miliardi dello scorso anno. Secondo le previsioni elaborate da FactSet, si attendevano ricavi per 21,24 miliardi e un utile per azione di 43 centesimi nel periodo gennaio-marzo. La flessione più marcata del 20% si è registrata nel comparto automobilistico, da sempre motore principale della crescita di Tesla, passando da 17,4 miliardi a 14 miliardi. Anche il titolo in borsa ne ha risentito, con un calo del 37% dall’inizio dell’anno, scivolando sotto la soglia dei 238 dollari.

Al di là delle cifre, a colpire è la pluralità di fattori che concorrono a spiegare questa fase di debolezza. L’azienda ha attribuito parte del calo a fattori esterni, come l’evoluzione delle politiche commerciali che stanno complicando la catena di approvvigionamento e aumentando i costi operativi. «L’incertezza nei mercati automobilistico ed energetico continua ad aumentare – ha spiegato Tesla – poiché l’evoluzione rapida delle politiche commerciali internazionali compromette la catena di approvvigionamento e la struttura dei costi sia per noi che per i nostri concorrenti. Questa dinamica, unita al mutamento del clima politico, potrebbe incidere in maniera significativa sulla domanda dei nostri prodotti nei prossimi mesi».

Una previsione che trova riscontro nei numeri: le consegne globali sono diminuite del 13%, con 336.681 veicoli venduti nei primi tre mesi del 2025, rispetto ai 387 mila dell’anno precedente a causa delle interruzioni produttive dovute al rinnovamento delle linee per la nuova versione della Model Y. In Europa, il calo è stato ancora più marcato, con una flessione del 49% nei primi due mesi dell’anno, secondo l’European Automobile Manufacturers Association.

ALTRI FATTORI DI PRESSIONE

A pesare sul rendimento di Tesla non sono però solo i fattori economici. La società si trova al centro di una tempesta mediatica e politica, alimentata dalle proteste contro le posizioni dell’amministratore delegato Elon Musk. In Nord America e in Europa, episodi di vandalismo hanno preso di mira showroom, veicoli e colonnine di ricarica, in reazione alle scelte dell’amministrazione Trump. Durante una recente riunione aziendale trasmessa su X, Musk ha definito «irragionevoli» questi atti, sottolineando l’eccesso di chi, pur non condividendo la linea dell’azienda, arriva a distruggerne i beni: «Capisco se qualcuno non vuole comprare i nostri prodotti, ma non è necessario incendiarli».

Nel corso della conferenza trimestrale con azionisti e analisti, Musk ha anche annunciato che il mese prossimo ridimensionerà il proprio coinvolgimento nel ministero per l’Efficienza Governativa. Secondo Jeffrey Kleintop, responsabile delle strategie di investimento internazionale per Charles Schwab, cresce tra gli azionisti l’interesse a valutare in che misura l’impegno politico di Musk stia influenzando le vendite.

Nel frattempo, l’introduzione di dazi da parte del presidente americano Donald Trump rappresenta un’ulteriore sfida. Sebbene Tesla, in quanto produttore di veicoli prevalentemente made in Usa, sia meno esposta rispetto ai concorrenti, l’importazione di componenti da Canada, Cina e Messico comporta costi aggiuntivi non trascurabili. «L’impatto dei dazi su Tesla rimane significativo», ha precisato Musk in un recente intervento su X, chiarendo che l’azienda non è immune alle ripercussioni delle nuove politiche commerciali.

Nonostante le difficoltà, Tesla, con la sua solidità finanziaria, mantiene una visione strategica orientata al lungo termine. La società ha ribadito i vantaggi della sua produzione localizzata, che le consente di offrire prodotti competitivi, e ha sottolineato l’importanza di continuare a investire in innovazione, punto di forza per affrontare le turbolenze attuali.

Gli analisti, pur riconoscendo la gravità del momento, mantengono un cauto ottimismo. Le previsioni di Wall Street indicano un possibile rialzo del 22% per il titolo nei prossimi 12 mesi, anche se le stime per l’anno in corso sono state riviste al ribasso. Dan Ives, analista di Wedbush, non ha usato mezzi termini, definendo i risultati del primo trimestre «disastrosi» e parlando di un «bivio cruciale» per Tesla e il suo amministratore delegato.

Il 2025 si prospetta dunque come un anno di transizione per Tesla, chiamata a navigare tra ostacoli economici, politici e sociali. La capacità di adattarsi a un contesto in rapida evoluzione, mantenendo il proprio ruolo di leader nell’innovazione, sarà determinante per il futuro dell’azienda. In un mercato sempre più competitivo e in un clima mondiale segnato da tensioni, il percorso di Tesla resta sotto i riflettori, non solo per gli investitori, ma per chiunque osservi le dinamiche di un’industria in profonda trasformazione.

Consigliati