Un tempo simbolo di ribellione, espressione artistica o auto celebrazione, il tatuaggio è oggi oggetto di crescente attenzione scientifica. Se in passato ci si concentrava sul valore estetico o simbolico, oggi emergono interrogativi più profondi sulla sicurezza degli inchiostri utilizzati. Sebbene rappresentino per molti un modo per commemorare eventi o trasformazioni personali, nuove ricerche stanno facendo luce su possibili effetti collaterali finora trascurati.
Uno studio svedese pubblicato nel 2024 ha evidenziato una possibile correlazione tra tatuaggi e linfomi maligni. La ricerca ha rilevato che il 21% dei pazienti affetti da questa forma di tumore aveva tatuaggi, rispetto al 17% del gruppo di controllo. Particolarmente significativo è risultato l’aumento dell’81% del rischio nei soggetti tatuati nei due anni precedenti la diagnosi. «Gli inchiostri per tatuaggi contengono spesso sostanze tossiche — ha spiegato la professoressa Christel Nielsen, autrice principale dello studio — e una parte rilevante del materiale iniettato viene trasportata dal sistema immunitario, che lo identifica come corpo estraneo».
Quando il pigmento penetra nel derma, il sistema immunitario tenta di smaltirlo, trasferendo le particelle verso i linfonodi e, in alcuni casi, ad altri organi. Questa risposta può compromettere la funzione immunitaria e generare infiammazioni sistemiche. Secondo i ricercatori, la permanenza delle particelle nei tessuti linfatici potrebbe innescare meccanismi anomali, contribuendo all’insorgenza di tumori come linfoma o cancro della pelle.
Sebbene lo studio non abbia identificato una correlazione diretta tra la grandezza dei tatuaggi e il rischio di linfoma, gli esperti non escludono che un legame possa esistere. Altri studi, come quello pubblicato a gennaio su BMC Public Health, suggeriscono che tatuaggi di grandi dimensioni possano comportare un rischio maggiore, forse per l’esposizione prolungata o per la quantità di inchiostro utilizzato.
Anche il colore sembra giocare un ruolo rilevante. Un’analisi comparativa ha riscontrato un aumento del 23% del rischio di linfoma nei soggetti con tatuaggi neri o grigi, e del 21% in quelli con tatuaggi misti. In un’analisi più estesa, il rischio per i tatuaggi neri e grigi saliva al 32%, mentre per quelli multicolori si fermava all’11%. Tuttavia, questi dati potrebbero essere influenzati da variabili esterne come lo stile di vita o condizioni di salute preesistenti.
L’inchiostro nero contiene frequentemente idrocarburi policiclici aromatici, riconosciuti per la loro potenziale cancerogenicità. Gli inchiostri colorati, invece, possono contenere ammine aromatiche primarie e metalli pesanti come piombo, arsenico e cromo, anch’essi associati a rischi per la salute.
Un altro aspetto di rilievo riguarda la difficoltà nella diagnosi precoce del cancro della pelle. Il pigmento dei tatuaggi può mascherare alterazioni cutanee, rendendo più complesso individuare lesioni sospette. Segnali da non sottovalutare includono prurito persistente, arrossamenti, ulcerazioni, sanguinamenti o cambiamenti nel colore e nella forma delle aree tatuate.
Di fronte a tali preoccupazioni, alcuni potrebbero optare per la rimozione dei tatuaggi, ma anche questa scelta presenta rischi. I trattamenti laser, sebbene efficaci, possono aumentare il rischio di linfoma. I dati mostrano che nei soggetti tatuati sottoposti a rimozione con laser, il rischio risultava triplicato. Studi sperimentali hanno dimostrato che il laser può scomporre i composti azoici, presenti negli inchiostri colorati, in sostanze potenzialmente cancerogene.
Per chi ha già un tatuaggio, la priorità resta la cura della salute generale. Con o senza tatuaggi, uno stile di vita sano, che includa esercizio fisico e un’alimentazione equilibrata, è fondamentale. La decisione di farsi un tatuaggio resta personale, ma l’accesso a informazioni aggiornate consente scelte più consapevoli. «Il nostro compito è fornire dati utili — ha concluso la professoressa Nielsen — Se i possibili rischi per la salute destano preoccupazione, rinunciare al tatuaggio potrebbe evitare ansie future».