I dazi americani mandano a picco l’e-commerce cinese Temu

di redazione eti/Wesley Brown
28 Maggio 2025 14:46 Aggiornato: 28 Maggio 2025 14:48

Pdd Holdings Inc., capogruppo della piattaforma di e-commerce Temu, ha registrato un brusco calo dei profitti nel primo trimestre dell’anno, segnalando un momento di forte pressione per l’intero settore cinese delle vendite online. Il deterioramento del contesto commerciale mondiale e l’inasprimento delle tensioni tra Washington e Pechino hanno influito pesantemente sui risultati del gruppo, che ha sede legale a Dublino e quartier generale operativo a Shanghai.

Nel report trimestrale diffuso prima dell’apertura dei mercati di New York e Londra, la Pdd Holdings ha annunciato un utile netto in calo del 47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sceso a 14,74 miliardi di yuan (circa 2 miliardi di dollari) dai precedenti 27,9 miliardi di yuan (3,8 miliardi di dollari). I ricavi hanno raggiunto i 95,67 miliardi di yuan (13,2 miliardi di dollari), con un incremento del 10% rispetto agli 86,8 miliardi di yuan del primo trimestre 2024. Un risultato comunque al di sotto delle attese degli analisti, che secondo FactSet prevedevano vendite per 103,06 miliardi di yuan (14,3 miliardi di dollari) e utili per azione pari a 2,63 dollari. In realtà, gli utili rettificati si sono fermati a 0,72 dollari per azione.

La risposta dei mercati non si è fatta attendere. Le ricevute di deposito americane di Pdd Holdings sono crollate del 13,64% al Nasdaq, chiudendo a 102,98 dollari. Più stabile invece l’andamento a Londra, dove le azioni si sono attestate a 118,15 dollari. L’azienda è quotata in entrambe le piazze da quando, nel 2023, ha trasferito la sede legale in Irlanda poco dopo l’ingresso sul mercato statunitense.

Chen Lei, presidente e co-Ceo del gruppo, ha attribuito i risultati negativi agli ingenti investimenti effettuati nella piattaforma Temu per supportare venditori e consumatori. «All’inizio dell’anno abbiamo potenziato il nostro ecosistema per fronteggiare un ambiente esterno in rapido cambiamento», ha affermato. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre ulteriormente le commissioni per i venditori e stimolare le vendite, ma i ritorni si stanno dimostrando più lenti del previsto. Chen ha parlato apertamente di squilibrio tra i cicli di investimento e rendimento, aggravato dal rallentamento dei ricavi, condizionati — ha sottolineato — da variabili esterne.

Tra queste, pesano in particolare le recenti decisioni dell’amministrazione statunitense. Dopo una temporanea sospensione dei dazi reciproci a inizio aprile, la Casa Bianca ha ridotto i dazi sulle importazioni dalla Cina al 30%, contro il picco del 145%. In risposta, Pechino ha abbassato i propri dazi sui prodotti americani al 10%, rispetto al precedente 125%. Ma è stata la fine dell’esenzione “de minimis” — firmata dal presidente Trump con un ordine esecutivo — a colpire più duramente le piattaforme cinesi. Le spedizioni con valore inferiore agli 800 dollari, finora esentate dai dazi, sono ora soggette a una tassa del 120% o a un costo fisso tra 100 e 200 dollari per articolo. Una seconda misura, entrata in vigore il 14 maggio, ha portato questo dazio al 54%.

Secondo un documento del 2023 della Commissione selezionata della Camera Usa, Temu e Shein sono responsabili di circa la metà di tutte le spedizioni “de minimis” dalla Cina verso gli Stati Uniti. Un sistema che aveva permesso alle due piattaforme di penetrare rapidamente nel mercato americano grazie a prezzi ultra-competitivi. Ora, secondo l’analista di Bank of America, Curtis Nagle, l’introduzione dei nuovi dazi potrebbe favorire le aziende e-commerce statunitensi, indebolendo la concorrenza cinese. Temu e Shein avrebbero già cominciato a reagire, aumentando i prezzi e tagliando la spesa pubblicitaria.

La crescita di Pdd Holdings era stata impressionante nei mesi successivi al lancio di Temu negli Stati Uniti, a fine 2022. Tra il 2023 e il 2024 il profitto operativo era quasi raddoppiato, grazie alla possibilità di spedire direttamente prodotti cinesi ai consumatori americani evitando i dazi. Ma lo scenario ora appare mutato. «Con l’espansione del nostro business e l’emergere di nuove sfide, prevediamo un rallentamento del tasso di crescita — ha confermato Jun Liu, vicepresidente delle finanze, durante l’incontro con gli investitori — nel primo trimestre, questo rallentamento è stato ulteriormente accentuato dai cambiamenti del contesto esterno».

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