L’amministrazione Trump ha dichiarato che inizierà a «revocare i visti degli studenti cinesi», una decisione dovuta ad anni di operazioni di infiltrazione del regime cinese nel mondo accademico statunitense. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri americano Marco Rubio, specificando che saranno inoltre rivisti i criteri per i visti e intensificati i controlli sulle nuove richieste.
La portavoce del ministero degli Esteri Tammy Bruce ha annunciato un rafforzamento dei controlli, sottolineando che non sarà più tollerato «lo sfruttamento delle università statunitensi da parte del Pcc, né il furto di ricerca, proprietà intellettuale o tecnologia mirate a potenziare il proprio apparato militare, condurre attività di spionaggio o reprimere i dissidenti politici». Nell’anno accademico 2023-24 risultavano iscritti negli Usa 277 mila 398 studenti provenienti dalla Cina.
Già nel 2019, l’Fbi aveva dato l’allarme spionaggio da parte del Pcc in ambiente accademico. Sebbene la presenza della stragrande maggioranza degli studenti e ricercatori cinesi negli Usa sia del tutto legittima, l’Fbi aveva segnalato che il Pcc utilizza alcuni studenti, in particolare dottorandi e ricercatori scientifici, ingegneri e matematici, come «raccoglitori di proprietà intellettuale». Secondo l’organo di propaganda cinese Xinhua, alla fine del 2023 il Pcc contava oltre 99 milioni di iscritti, di cui quasi 2 milioni e 800 milioni erano studenti.
Christopher Balding, consulente legale presso il gruppo di esperti britannico Henry Jackson Society, ha scritto su X che le università hanno ignorato per anni grossi problemi di sicurezza, nonostante i ripetuti avvertimenti. «Servono controlli più approfonditi. Inoltre, i figli dei funzionari del Pcc non dovrebbero studiare negli Usa».
Negli ultimi anni, i procuratori federali americani hanno avviato numerosi procedimenti penali per spionaggio contro studenti cinesi.