Le bandiere suscitano emozioni intense e contrastanti. Per alcuni, la stessa bandiera può rappresentare amore, gioia, orgoglio o rispetto, mentre in altri può evocare paura, odio o disprezzo. Questo vale per la bandiera israeliana o quella palestinese, per quella statunitense o canadese. Pretendere che tutti condividano i medesimi sentimenti verso una bandiera è assurdo, così come obbligare qualcuno a rendere omaggio, o a fingere di apprezzare, un simbolo che rifiuta è profondamente ingiusto. E imporlo per legge è tipico dei regimi autoritari che calpestano i diritti umani.
Se le bandiere nazionali dividono, lo stesso accade con quelle che rappresentano ideologie politiche: per alcuni canadesi, la bandiera arcobaleno simboleggia amore, giustizia, tolleranza e libertà, mentre per altri rappresenta una visione della sessualità in conflitto con i valori delle tradizioni cristiana, islamica o ebraica. C’è chi la considera un emblema di emancipazione e chi, invece, la vede come un simbolo di immoralità. In una società libera, ogni cittadino decide autonomamente il proprio rapporto con una bandiera. Nessuno è obbligato ad apprezzarla o a celebrarne l’ideologia. I Paesi liberi espongono il proprio vessillo nazionale in Parlamento e negli edifici pubblici, e non forza i cittadini a renderle omaggio o a esaltarli.
Libertà di espressione significa diritto di dire quello che si pensa, o tacere su quello che non si condivide, così come la libertà religiosa, garantita dalla Costituzione, dà il diritto di vivere la propria fede, senza sottostare a imposizioni contrarie ai propri principi. Anche in Canada vige, ancora, questa libertà, che non dovrebbe essere negata in nessun caso. Per molti canadesi, questi principi democratici sono scontati. Ciononostante, c’è chi non riesce ad accettare che una persona onesta possa pensarla diversamente e resta fanaticamente legato alla propria bandiera o ideologia. Dissentire dalle convinzioni di tali ideologi equivale a essere una persona spregevole: alcuni sono talmente “devoti” alla propria idea da essere pronti ad attaccare chi non la condivida o, addirittura, non aderisca a loro sistema di valori.
Nell’ottobre 2023, Matt e Nicole Alexander, due insegnanti di Cobden in Ontario, hanno perso il lavoro per non aver mostrato sufficiente entusiasmo verso la bandiera arcobaleno e l’ideologia che rappresenta. Matt, docente da oltre vent’anni alla scuola media, aveva una carriera impeccabile, e Nicole, tornata all’insegnamento dopo essere stata per tre anni madre a tempo pieno, aveva ricevuto valutazioni eccellenti per il suo impegno in classe contro la discriminazione e a favore dell’equità.
I guai sono iniziati nell’aprile 2023, quando il preside ha detto a Matt Alexander che era stato sospeso per un’indagine, basata su un generico riferimento a lamentele su suoi post sui social media, nonostante non avesse un account attivo. A giugno, Nicole Alexander ha trovato un manifesto arcobaleno affisso, senza il suo consenso, alla porta della sua aula di scuola materna. Notando che nessun’altra aula aveva un manifesto simile e in mancanza di disposizioni ufficiali, lo ha rimosso, riponendolo in un armadietto e iniziando la lezione. Poche ore dopo è stata convocata dal preside e, alla presenza del sovrintendente, ha confermato di aver tolto il manifesto. Le è stata quindi comunicata la sospensione, in attesa di accertamenti. A settembre 2023, il consiglio scolastico ha accusato i coniugi Alexander di non rispettare le politiche dell’istituto, che prevedevano la promozione delle realtà Lgbtq e di “celebrare e valorizzare” la diversità in classe. In precedenza, il loro figlio adolescente, Josh Alexander, si era distinto per l’attivismo contro le politiche di un altro consiglio scolastico, organizzando raduni pacifici contro l’accesso ai bagni femminili da parte di maschi che si identificavano come donne e protestando contro un evento di “letture drag queen” in un liceo di Toronto. Il sindacato degli insegnanti delle scuole elementari dell’Ontario ha definito le posizioni di Josh «di odio» e ha invitato gli insegnanti a protestare. Tra questi c’era il presidente del sindacato locale di Matt e Nicole.
Inizialmente, i coniugi Alexander non hanno commentato pubblicamente l’attivismo del figlio poiché, in un Paese libero, nessun insegnante dovrebbe temere conseguenze per opinioni politiche espresse pubblicamente. Matt e Nicole appoggiavano privatamente le iniziative del figlio. Nonostante il comportamento professionale irreprensibile, sono stati licenziati con accuse vaghe, probabilmente per la loro mancata adesione all’ideologia “arcobaleno”.
A dicembre 2023, il sindacato ha presentato ricorso per ingiusto licenziamento, rinunciando poi all’arbitrato e ignorando la Costituzione canadese, oltre all’obbligo di garantire le convinzioni religiose. Nessuna spiegazione è stata fornita. Nell’agosto 2024, il sindacato ha comunicato di abbandonare l’arbitrato, sostenendo scarse probabilità di successo e senza motivare la decisione. Nell’aprile 2025, Matt e Nicole hanno presentato un’istanza all’Ispettorato del lavoro, accusando il sindacato di non averli rappresentati equamente. Inoltre, hanno depositato una denuncia per violazione dei diritti umani, affermando che il loro licenziamento era dovuto alle convinzioni religiose, in contrasto con la celebrazione delle questioni Lgbtq.
In un Canada autenticamente libero, Matt e Nicole Alexander non avrebbero perso il lavoro: licenziare qualcuno per una presunta, o effettiva, opposizione a una bandiera o a un’ideologia politica è contraria gli ideali di una «società libera e democratica» sanciti dalla Costituzione canadese. Come indicato dal governo canadese, gli eventi del Pride saranno in corso fino a settembre: sarebbe il momento di riflettere sui valori di una società libera e sul perché cittadini rispettabili come Matt e Nicole Alexander non debbano essere costretti a sostenere qualcosa che non condividono.
John Carpay, laureato in Scienze politiche e Giurisprudenza, presiede il Centro per la giustizia e le libertà costituzionali, assiste legalmente i coniugi Alexander perché venga garantito il rispetto della Costituzione.
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