Facebook fa piazza pulita di 10 milioni di profili spam

di redazione eti/Jack Phillips
21 Luglio 2025 8:48 Aggiornato: 21 Luglio 2025 13:50

Lunedì 14 luglio 2025, Facebook ha reso noto di aver cancellato circa 10 milioni di profili coinvolti in attività di spam, annunciando che altre rimozioni sono in programma nei prossimi giorni. La piattaforma, gestita da Meta Platforms, ha colpito circa 500 mila account responsabili di «comportamenti fraudolenti o interazioni artificiose», adottando misure come la riduzione della visibilità di commenti e contenuti e il blocco della monetizzazione. Facebook ha spiegato in una nota di aver eliminato «circa 10 milioni di profili che si spacciavano per grandi creatori di contenuti». L’azienda intende proseguire la sua azione contro account che imitano creatori autentici o che, tramite profili fraudolenti, ripubblicano «meme o video già circolati altrove».

Nei prossimi mesi, Meta Platforms introdurrà gradualmente nuove regole per migliorare il feed, puntando a «valorizzare i creatori di contenuti originali e ridurre la diffusione di materiali non autentici», si legge nel comunicato. I profili e le pagine con maggiore visibilità sono quelli che condividono opere create o registrate direttamente. Facebook invita a evitare watermark (loghi digitali) di terze parti, contenuti riciclati da altre piattaforme e video troppo brevi che offrono poco valore agli utenti. Suggerisce invece didascalie curate e di qualità. Grazie a nuove tecnologie, Meta Platforms è in grado di individuare contenuti duplicati e limitarne la diffusione. «Stiamo lavorando per garantire il giusto riconoscimento ai creatori — ha dichiarato l’azienda — ad esempio sperimentando link sui video duplicati che rimandano al contenuto originale».

La decisione si colloca in un quadro più ampio. Questa settimana, YouTube, di proprietà di Google, ha aggiornato le sue regole, escludendo dalla monetizzazione contenuti ripetitivi, prodotti in massa o “non autentici”. Dopo un’ondata di confusione online, un portavoce di YouTube ha chiarito: «Supportiamo l’uso dell’intelligenza artificiale per arricchire i contenuti, e i canali che la utilizzano possono monetizzare, purché rispettino le nostre linee guida. I creatori devono specificare se i contenuti realistici sono alterati o sintetici».
Parallelamente, l’amministratore delegato di Meta Platforms, Mark Zuckerberg, ha annunciato un investimento di «centinaia di miliardi di dollari» in infrastrutture per l’intelligenza artificiale, con il primo cluster operativo previsto per il 2026. «I Meta Superintelligence Labs offriranno una capacità di calcolo all’avanguardia, la più avanzata per ricercatore», ha scritto Zuckerberg su Facebook, dicendosi entusiasta di collaborare con i migliori esperti per rivoluzionare il settore.

In settimana, Zuckerberg e gli investitori di Meta Platforms hanno raggiunto un accordo per chiudere una causa da 8 miliardi di dollari in Delaware, intentata dagli azionisti per presunti danni legati a violazioni della privacy degli utenti. L’avvocato dei querelanti, Sam Closic, ha confermato l’intesa giovedì in tribunale. Gli azionisti avevano denunciato Zuckerberg, l’ex funzionario Marc Andreessen e l’ex direttrice operativa Sheryl Sandberg, accusandoli delle ingenti multe e dei costi legali sostenuti da Meta Platforms. Nel 2019, la Federal Trade Commission aveva multato Facebook per 5 miliardi di dollari per non aver rispettato un accordo del 2012 sulla protezione dei dati.


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