Esportazioni da Italia a Tunisia in calo del 2,2 per cento nel 2025

di Agenzia Nova
15 Settembre 2025 17:03 Aggiornato: 15 Settembre 2025 17:03

Nel periodo da gennaio ad agosto 2025, le esportazioni italiane verso la Tunisia hanno registrato una contrazione, scendendo a 6,36 miliardi di dinari (1,87 miliardi di euro), il 2,2 per cento in meno rispetto ai 6,5 miliardi di dinari (1,91 miliardi di euro) dello stesso periodo del 2024. Il dato più basso registrato negli ultimi tre anni. Anche le importazioni italiane dalla Tunisia hanno segnato una flessione più marcata, con un calo del 9,2 per cento. Nei primi otto mesi del 2025, il loro valore è stato di 7,16 miliardi di dinari (2,1 miliardi di euro), a fronte dei 7,89 miliardi di dinari (2,32 miliardi di euro) registrati nel 2024. È quanto emerge da un’analisi dei dati sull’interscambio pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica (Ins) tunisino, secondo cui le esportazioni totali della Tunisia da gennaio ad agosto 2025 hanno raggiunto i 41,37 miliardi di dinari (12,16 miliardi di euro) rispetto ai 41,51 miliardi di dinari (12,20 miliardi di euro) durante lo stesso periodo dello scorso anno. Le importazioni hanno invece registrato un incremento, raggiungendo i 56,01 miliardi di dinari (16,47 miliardi di euro) contro i 53,44 miliardi di dinari (15,71 miliardi di euro) dei primi otto mesi del 2024. Di conseguenza, il deficit commerciale ha raggiunto i -14,64 miliardi di dinari, peggiorando rispetto ai -11,92 miliardi di dinari registrati nei primi otto mesi del 2024. Il tasso di copertura, ovvero il rapporto tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni, è sceso al 73,9 per cento, contro il 77,7 per cento dello stesso periodo dell’anno precedente.

Tra i principali prodotti esportati dall’Italia verso la Tunisia vi sono materie prime energetiche (petrolio raffinato), metalli, tessuti, cuoio e pellami, apparecchi di cablaggio, materie plastiche e prodotti in plastica, motori generatori e trasformatori, prodotti chimici e farmaceutici, impianti e macchinari. Tra i principali prodotti che l’Italia invece importa figurano gli articoli di abbigliamento e calzature, parti e accessori per veicoli, oli e grassi, motori generatori e trasformatori, articoli in plastica, prodotti chimici e fertilizzanti, prodotti della siderurgia, petrolio greggio. Risulta evidente, pertanto, un consistente traffico di perfezionamento-trasformazione di materie prime o semilavorati prodotti dall’Italia alla Tunisia.

Analizzando i dati per settori, le esportazioni tunisine hanno mostrato andamenti contrastanti. Il settore minerario, in particolare quello dei fosfati e dei loro derivati, ha segnato una crescita significativa dell’11,9 per cento, così come le industrie meccaniche ed elettriche (+6,7 per cento). Tuttavia, alcuni settori chiave hanno registrato un calo. Il settore energetico ha subito una forte contrazione (-39 per cento) a causa della diminuzione delle vendite di prodotti raffinati (504,2 milioni di dinari contro i 1,32 miliardi di dinari dell’anno precedente). Anche le industrie agroalimentari hanno visto un netto calo (-16,2 per cento), principalmente per via della riduzione del valore delle esportazioni di olio d’oliva (2,7 miliardi di dinari contro 3,82 miliardi), e il settore tessile, dell’abbigliamento e della concia ha registrato una leggera flessione dell’un per cento. Per quanto riguarda le importazioni, si è verificato un aumento per i beni strumentali (+17,4 per cento), le materie prime e i semilavorati (+7,5 per cento) e i beni di consumo (+10,6 per cento). Al contrario, le importazioni di prodotti energetici (-13,8 per cento) e alimentari (-3,9 per cento) sono diminuite.

L’Unione europea (Ue) si conferma il primo partner commerciale del paese, confermando un trend che si protrae già da diversi anni. Nei primi otto mesi del 2025, le esportazioni tunisine verso lo spazio Schengen, che rappresentano il 70,5 per cento del totale, hanno raggiunto i 29,17miliardi di dinari tunisini (8,57 miliardi di euro), in crescita rispetto ai 28,91 miliardi di dinari (8,5 miliardi di euro) dello stesso periodo del 2024. Questo aumento è stato trainato soprattutto da Germania (+11,9 per cento), Francia (+8,9 per cento) e Grecia (+59,7 per cento). Al contrario, le esportazioni sono diminuite oltre che verso Italia (-9,2 per cento) anche verso la Spagna (-25,3 per cento). Il che è spiegabile con il crollo dei prezzi dell’olio d’oliva sui mercati internazionali, dato che i due paesi ne sono i principali acquirenti. Anche il commercio con i Paesi arabi ha mostrato una forte espansione, con aumenti significativi delle esportazioni verso Libia (+7,6 per cento), Marocco (+44,3 per cento), Algeria (+18 per cento) ed Egitto (+41,1 per cento). Le importazioni tunisine dall’Ue, pari al 43,6 per cento del totale, sono salite a 24,41 miliardi di dinari tunisini (7,17 miliardi di euro), in crescita rispetto ai 23,37 miliardi di dinari (6,87 miliardi di euro) dei primi otto mesi del 2024. La crescita è dovuta principalmente a Francia (+13 per cento) e Germania (+9,4 per cento). Si è invece registrata una diminuzione delle importazioni da Italia (-2,2 per cento), Grecia (-29,4 per cento) e Belgio (-7,5 per cento). Al di fuori dell’Ue, le importazioni sono aumentate notevolmente da Cina (+31,5 per cento) e Turchia (+13,6 per cento), mentre sono calate quelle da Russia (-24,9 per cento) e India (-2,8 per cento).


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