Effetto dazi, le aziende tornano a produrre in patria

di redazione eti/Tom Ozimek
22 Maggio 2025 15:55 Aggiornato: 22 Maggio 2025 15:55

Secondo l’ultimo sondaggio di Allianz Trade, nove aziende statunitensi su dieci prevedono di riportare negli Stati Uniti tutta la produzione, o parte di essa, per via dei dazi di Trump.

Il sondaggio, pubblicato il 20 maggio, suggerisce un’accelerazione negli sforzi di rilocalizzazione, con le aziende americane che si adattano ai dazi di Trump. I ricercatori di Allianz hanno rilevato che circa il 90% delle aziende statunitensi intende tornare a produrre in patria o affidarsi a fornitori locali dopo l’annuncio dei dazi. Le imprese americane sono tra le più propense a optare per una rilocalizzazione, insieme a quelle di Italia e Spagna.

«Potrebbe essere più facile a dirsi che a farsi — hanno dichiarato gli autori nel sondaggio Allianz — Quando è stato chiesto quali fossero i principali ostacoli alla rilocalizzazione, le questioni legate ai fornitori e i costi ormai non più elevati sono state indicate come la principale difficoltà rispetto all’anno scorso, per non parlare della manodopera».

Allo stesso tempo, la maggior parte delle aziende statunitensi dichiara di voler aumentare i prezzi per compensare l’impatto dei dazi: il 54% delle imprese ha affermato che alzerà i prezzi dopo l’aumento dei dazi.

«In netto contrasto con l’ottimismo visto prima dell’ondata dei dazi del 2 aprile, il sondaggio di quest’anno conferma quello che osserviamo nei mercati: incertezza e divisione stanno diventando la norma», ha dichiarato Aylin Somersan Coqui, amministratore delegato di Allianz Trade, aggiungendo che le aziende con filiere e mercati di esportazione sono le più esposte a rischio delle politiche dei dazi dell’amministrazione.

I funzionari dell’amministrazione Trump sostengono che, con il tempo, gli esportatori stranieri assorbiranno gran parte dell’onere dei dazi una volta che i mercati si saranno stabilizzati. Ma il sondaggio di Allianz offre un quadro diverso – almeno per ora – con solo il 15% delle aziende americane che intende assorbire i costi più alti, ben al di sotto della media mondiale del 22%.

Mentre i sostenitori vedono i dazi di Trump come un necessario “regolamento di conti”, i critici avvertono che le sue politiche commerciali rischiano di causare turbolenze economiche. E quindi prezzi più alti per i consumatori. Alcune aziende, come la Walmart, hanno dichiarato che trasferiranno parte dei costi legati ai dazi sui consumatori, mentre altre, come Home Depot, hanno dichiarato il contrario. Le imprese stanno reindirizzando le spedizioni per evitare i dazi, approvvigionandosi da Paesi con dazi più bassi e anticipando le importazioni per evitare ulteriori aumenti.

«Le aziende non staranno con le mani in mano — ha dichiarato l’amministratore di Allianz Coqui —. Dopo aver affrontato diverse crisi dal 2020, si stanno adattando ancora una volta: diversificano i partner, riorganizzano la logistica e condividono i rischi della filiera. Nel contesto commerciale di oggi, il successo dipende sempre più dalla capacità di adattarsi».

Nel frattempo, i ricavi dai dazi per le casse dello Stato americano aumentano. Ad aprile, il ministero del Tesoro Usa ha registrato un record di 16 miliardi e 300 milioni di dollari grazie ai dazi, più del doppio rispetto all’anno precedente. Questo incremento ha portato il surplus di bilancio mensile a 258 miliardi di dollari, con un aumento del 23% rispetto ad aprile 2024. Gli economisti, però, lanciano l’allarme: i vantaggi fiscali potrebbero essere vanificati nel tempo da un calo dei volumi di commercio. La Tax Foundation stima che un dazio universale del 10% potrebbe portare nelle casse dello Stato 2 mila miliardi e 200 milioni di dollari in 10 anni. Tuttavia, considerando il probabile calo delle importazioni e gli effetti negativi sull’economia, le entrate scenderebbero a 1 miliardo e 700 milioni nello stesso periodo.

«L’aumento dei prezzi delle importazioni spingerà le persone a preferire alternative non soggette a dazi rispetto ai prodotti più costosi soggetti ai dazi», ha spiegato il gruppo in un studio di aprile.

Un recente sondaggio tra i lettori di The Epoch Times Usa conferma un forte sostegno degli americani alla politica commerciale di Donald Trump: la maggior parte degli intervistati considera i dazi una misura equa e necessaria per proteggere l’industria statunitense e rafforzare l’indipendenza economica.

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