Confagricoltura valuta corretta la scelta del Consiglio Stato di rimettere alla Corte di Giustizia Europea la decisione sulla compatibilità del divieto italiano sulle infiorescenze con la normativa europea. Il giudizio dell’organismo giuridico comunitario sarà fondamentale per avere finalmente un quadro normativo coerente e stabile per un importante settore agricolo, come quello della canapa industriale. «Un passo decisivo verso chiarezza, coerenza e dignità per la filiera della canapa italiana – commenta Jacopo Paolini, vicepresidente del Gruppo di lavoro Lino e Canapa del Copa-Cogeca. Accogliamo con grande soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato di fare valutare la coerenza del nuovo art. 18 del Dl sicurezza rispetto alla normativa Ue. Si tratta di un segnale importante di attenzione e responsabilità che apre la strada a una valutazione europea su una norma che, negli anni, ha generato incertezze, disuguaglianze e danni economici a un intero settore agricolo e commerciale».
«La canapa industriale è già, a tutti gli effetti, un prodotto agricolo riconosciuto dall’Unione Europea – prosegue Paolini. Proprio in questi giorni, nel corso dei triloghi in Commissione Europea sulla riforma della Pac post 2027 è stata ribadita la piena legalità della coltivazione e della commercializzazione dell’intera pianta. Nel rispetto delle varietà registrate e con livelli di Thc inferiori allo 0,3 per cento». Sono 3000 le aziende agricole che fanno parte del comparto; la metà delle quali investe in zone rurali e svantaggiate. Insieme alle diverse filiere a cui partecipa (edilizia, tessile, cosmetica), il comparto della canapa industriale esprime un fatturato da 500 milioni di euro l’anno (di cui 150 vanno in tasse) e dà lavoro stabile a 10 mila persone e ad altre 30 mila impiegate come operatrici stagionali. Il settore è cresciuto del 200 per cento tra il 2020 e il 2024 e destina il 70 per cento della produzione ai mercati esteri.




