Bruxelles chiede a Washington di negoziare sui dazi

di Redazione ETI/Guy Birchall
3 Giugno 2025 8:26 Aggiornato: 3 Giugno 2025 14:31

L’Unione europea ha annunciato il 2 giugno l’intenzione di chiedere ancora una riduzione dei dazi con gli Stati Uniti, pur preparandosi a introdurre contromisure nel caso in cui non si raggiunga un accordo. La Commissione europea ha fatto sapere di voler privilegiare la via del dialogo, in seguito all’annuncio di Donald Trump, che ha dichiarato di voler raddoppiare dal 25 al 50 per cento i dazi su acciaio e alluminio.

«Non si intende seguire la strada dell’inasprimento commerciale. L’obiettivo è ridurre i dazi o, ove possibile, eliminarli», ha dichiarato in conferenza stampa a Bruxelles il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill. «Questa resta la priorità, che sarà sostenuta con fermezza sia sul piano tecnico che politico nel corso della settimana». In caso di mancato accordo, l’Ue fa capire di essere pronta alla guerra commerciale.

È in fase di finalizzazione un elenco ampliato di misure compensative, che potrebbero entrare automaticamente in vigore il 14 luglio (o anche prima) ossia il giorno in cui finirà la sospensione di 90 giorni concessa dall’amministrazione Trump.

Lo scorso mese, Bruxelles ha proposto contromisure su un valore massimo di 107,2 miliardi di dollari (95 miliardi di euro) di importazioni dagli Stati Uniti, nel caso in cui non venga raggiunta un’intesa per l’eliminazione dei dazi, che colpirebbero diversi settori: vino, pesce, aeromobili, automobili e componenti, prodotti chimici, apparecchiature elettriche, dispositivi sanitari e macchinari. È in corso inoltre una consultazione pubblica sulle misure decise dalla Commissione, rivolta agli Stati membri e alle imprese, e relativa alla decisione definitiva sull’adozione e sul contenuto delle eventuali contromisure.

Le trattative proseguiranno tra il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, e il rappresentante statunitense per il Commercio, Jamieson Greer, il 4 giugno a Parigi, in occasione di una riunione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Attualmente, le esportazioni europee verso gli Stati Uniti sono soggette a dazi del 25 per cento su acciaio, alluminio e automobili, e a un’aliquota del 10 per cento sulla quasi totalità degli altri beni. Con la fine della sospensione, a luglio, i dazi potrebbero salire fino al 20 per cento. Ma il 30 maggio, Donald Trump ha annunciato l’intenzione di portare i dazi su acciaio e alluminio al 50 per cento e in un successivo messaggio pubblicato sui social, ha precisato che i nuovi dazi si applicheranno anche ai prodotti in alluminio e che entreranno in vigore il 4 giugno.

Valutare gli effetti reali di un’eventuale guerra dei dazi tra Stati Uniti e Ue è difficile a causa dei molteplici fattori in gioco, quali ad esempio elasticità della domanda, assorbimento dei prezzi a livello di importatori e grossisti, compensazione con produzione interna e/o con importazioni da altri Paesi. Ma un dato di fatto utile a cercare di immaginare quale dei due potrebbe farsi più male (o, dall’altra parte, più guadagnare) in una guerra commerciale, è che negli ultimi 10 anni le importazioni degli Stati Uniti dall’Ue sono aumentate di oltre il 40%, con una stima realistica, per il 2024, di oltre 580 miliardi di euro di esportazioni dall’Ue verso l’America, e di oltre 350 miliardi di importazioni in Europa dall’America. Una differenza a favore dell’Ue del 40%.

 

Consigliati