Bonelli: Piantedosi nega evidenza su Almasri, sul caso gravissimo depistaggio di Stato

di Agenzia Nova
14 Novembre 2025 12:50 Aggiornato: 14 Novembre 2025 12:50

Le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo «Piantedosi sulle presunte “verità alternative e postume” sono inaccettabili e capovolgono la realtà. L’unica verità alternativa è quella costruita dal governo per giustificare la liberazione di Almasri», afferma in una nota il deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli. «La Corte penale internazionale ha infatti confermato ciò che già il tribunale dei ministri e gli stessi dirigenti del ministero della Giustizia avevano chiarito: la richiesta di estradizione libica è arrivata quando Almasri era già stato rimpatriato in Libia. E si trattava di una richiesta strumentale, priva di qualsiasi documento ufficiale, senza mandato, senza atti, senza il reading the case. Dunque, nessun obbligo procedurale: è stata una scelta politica del governo Meloni», aggiunge Bonelli.

«La ricostruzione del procuratore Karim Khan è inequivocabile: la traduzione della richiesta libica è avvenuta tra le 18:28 e le 20:02 del 21 gennaio 2025, quando Almasri non era più sul territorio italiano. Non esisteva alcuna richiesta concorrente ai sensi dell’articolo 90 dello Statuto. Di fronte a fatti così chiari, le parole del ministro dell’Interno sono un’offesa alle istituzioni e agli italiani. Qui non c’è un dibattito: c’è una smentita ufficiale della Cpi alla versione di palazzo Chigi. Ora l’Assemblea degli Stati della Corte dovrà decidere se sanzionare l’Italia. Le bugie di questi giorni aggravano la posizione del Paese e delineano un quadro inquietante di opacità e depistaggi. Il governo – conclude Bonelli – deve assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto e dire finalmente la verità».


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