Baku lascia Taranto per Ex Ilva: sceglie i carburanti

di Agenzia Nova
16 Settembre 2025 15:52 Aggiornato: 16 Settembre 2025 15:52

Al nuovo bando di gara per l’acquisizione del gruppo ex Ilva il nome di Baku Steel Company sarà assente. Secondo fonti vicino al dossier, l’accordo preliminare sottoscritto tra Socar (State Oil Company of Azerbaijan) e il gruppo Api (Anonima petroli italiana) è prova ulteriore della ritirata di Baku dagli asset industriali di Acciaierie d’Italia. L’investimento proposto dagli azeri per l’acquisizione della rete di distributori di carburante in Italia sarebbe stato paritetico a quello per il gruppo siderurgico. Sembra, dunque, che il blocco alla nave rigassificatrice sia stato determinante per Baku: condizione sine qua non del consorzio azero riguardo ex Ilva. La società siderurgica dell’Azerbaijan i giorni scorsi aveva reso noto un passo indietro nei confronti del gruppo siderurgico italiano, comunicando ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia l’intenzione di non partecipare alla nuova fase di gara. La rinuncia è arrivata in seguito al rifiuto manifestato dal sindaco di Taranto, Piero Bitetti, per l’attracco della nave rigassificatrice al porto del capoluogo pugliese. Gas che avrebbe alimentato i tre nuovi forni elettrici – per sostituire gradualmente gli altiforni da dismettere – e il Polo Dri per la produzione del preridotto, costituito da quattro impianti e collegati ai forni elettrici. Ad andare in porto è quindi l’operazione tra Socar e Api, sul tavolo degli azeri parallelamente all’acquisizione dell’ex Ilva. Il presidente di Api, Ugo Brachetti Peretti, ha inviato oggi una lettera al personale della società, comunicando che «nella giornata di ieri, è stato sottoscritto l’accordo preliminare con cui Api Holding si è impegnata a cedere la propria partecipazione azionaria in Italiana Petroli e in Mip alla State Oil Company of Azerbaijan Republic (Socar)». Socar, all’interno della cordata azera, avrebbe portato il gas per la decarbonizzazione del polo siderurgico e per il polo del Dri. Sembra certo che il Polo Dri non sarà più realizzato a Taranto; si consolida invece l’ipotesi della localizzazione alternativa: l’area portuale di Gioia Tauro. Ne dà prova la serie di incontri nei mesi scorsi tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Per il gruppo siderurgico di Acciaierie d’Italia restano in gioco gli indiani di Jindal Steel International e gli americani di Bedrock, che hanno tempo fino al 26 settembre per la presentazione delle offerte vincolanti; termine slittato rispetto alla prima data programmata al 15 settembre.


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