Il Regno Unito e la Germania hanno annunciato un nuovo passo congiunto nel rafforzamento della difesa europea con lo sviluppo condiviso di un’arma di precisione a lungo raggio, capace di colpire obiettivi a oltre duemila chilometri di distanza. Si tratta di un’iniziativa che consolida la cooperazione tra due delle principali potenze economiche e militari del continente, e che si inserisce in un più ampio riposizionamento delle strategie difensive dell’Europa.
L’intesa è uno dei risultati concreti del Trinity House Agreement, il patto bilaterale siglato nell’ottobre 2024, che prevede una cooperazione strutturata tra Londra e Berlino sul piano tecnologico, industriale e operativo. A presentare l’iniziativa, i ministri della Difesa John Healey e Boris Pistorius, che hanno sottolineato il duplice obiettivo: rafforzare la deterrenza della Nato e rilanciare il settore industriale della difesa su scala continentale.
Il nuovo sistema di deep precision strike viene descritto come una delle tecnologie più avanzate mai progettate dal Regno Unito. Il progetto, di cui non sono ancora noti né i dettagli finanziari né il cronoprogramma, rappresenta tuttavia un segnale chiaro dell’intenzione britannico-tedesca di contribuire alla sicurezza collettiva europea. L’iniziativa si accompagna ad altri progetti comuni, come il programma di acquisizione congiunta dei siluri Sting Ray per gli aerei P 8 Poseidon, destinati a rafforzare la sorveglianza marittima e la difesa antisommergibile.
Sul piano politico, l’accordo riflette una visione condivisa della sicurezza europea come responsabilità comune. La cooperazione tra Londra e Berlino, storicamente consolidate all’interno della Nato, trova oggi nuovo impulso in un quadro in cui gli Stati Uniti, per voce del Presidente Trump, hanno più volte sollecitato un maggiore impegno europeo.
Non a caso, la cornice diplomatica si è ampliata anche ad altri attori. I ministri della Difesa di Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Polonia — riuniti nel cosiddetto European Group of Five— si ritroveranno a Roma per proseguire un confronto iniziato a marzo a Parigi e discutere del sostegno all’Ucraina e del ruolo europeo nella Nato.
La Germania ha recentemente approvato un piano di spesa straordinaria, con l’istituzione di un fondo da 500 miliardi di euro e la rimozione delle limitazioni al debito per gli investimenti nel settore militare. La Francia, da parte sua, ha riaperto la discussione sull’eventuale condivisione del proprio arsenale nucleare con altri Paesi europei, in analogia al modello statunitense di nuclear sharing, segnale di un chiaro tentativo di rafforzare la leadership francese sul piano della deterrenza.
A marzo il primo ministro polacco Donald Tusk ha rivelato che la Polonia «sta parlando sul serio con i francesi» dell’«ombrello nucleare» sull’Europa. I piani sono progrediti il 9 maggio, quando Parigi e Varsavia hanno firmato un trattato per rafforzare la cooperazione in materia di difesa, energia nucleare e altre iniziative. Il 7 maggio, Macron e Merz hanno annunciato l’istituzione di un nuovo consiglio per la sicurezza franco tedesco.
Con il Regno Unito, ormai fuori dall’Ue ma ancora cardine della Nato, intento a riavvicinarsi a Berlino (attenta a non rompere l’equilibrio transatlantico) e a rilanciare la propria influenza nel continente, la partita della difesa europea è dunque aperta. La sua direzione dipenderà anche da quanto gli altri governi saranno disposti a seguire l’ambizione francese o a mediare su modelli più inclusivi.