Nel vertice della Coalizione dei Volenterosi tenutosi a Tirana, l’Europa ha riaffermato la propria linea nei confronti della Russia, in un momento in cui la prospettiva di una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina appare ancora sfocata. La presenza del presidente ucraino Zelensky ha dato al summit un chiaro segnale politico, ma le risposte concrete restano ancora da costruire.
Il dato di fatto è che, a più di due anni dall’inizio dell’invasione russa, la guerra si trascina senza una via d’uscita visibile. Le sanzioni europee, già articolate in numerosi pacchetti, mirano a colpire settori strategici dell’economia russa, in particolare quello energetico. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato nuove misure, tra cui restrizioni mirate contro i gasdotti e le attività della cosiddetta “flotta ombra” russa, accusata di aggirare le sanzioni e compromettere infrastrutture occidentali.
Nel frattempo, un inizio di dialogo si è aperto a Istanbul, con un incontro diretto tra delegazioni di Mosca e Kyiv, il primo dal marzo 2022. Zelensky aveva espresso la volontà di un confronto diretto con Putin, ma l’assenza del presidente russo ha confermato quanto sia fragile il terreno della trattativa. La questione, dunque, rimane sospesa tra aperture parziali — come l’intesa sullo scambio di prigionieri — e una diplomazia ancora incapace di imprimere una svolta.
Il premier britannico, Keir Starmer, ha parlato di una Russia che “prende tempo” e ha ribadito l’importanza di mantenere ferme le pressioni. Dello stesso avviso i vertici dell’Unione, convinti che solo un inasprimento delle sanzioni possa indurre Mosca a riconsiderare le sue posizioni. Ma è altrettanto evidente che la sola leva economica, senza un sostegno politico più ampio, rischia di non bastare.
La complessità del momento impone cautela. La tregua invocata per il 12 maggio non si è concretizzata, e l’ultimatum europeo si è infranto nel silenzio del Cremlino. Le prossime settimane saranno dunque cruciali per capire se l’Europa riuscirà a coniugare fermezza e apertura, nella consapevolezza che la pace, per ora, resta un obiettivo tanto necessario quanto distante.