L’Iran è disponibile a negoziare un accordo che impedisca il possesso dell’arma nucleare, a condizione che vengano riconosciuti i diritti di Teheran a sviluppare un programma atomico a fini pacifici e che siano revocate le sanzioni «ingiuste» imposte al Paese. Lo dichiara l’ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri, in un’intervista esclusiva concessa ad Agenzia Nova, smentendo inoltre le indiscrezioni su una presunta proposta del presidente statunitense, Donald Trump, per rimuovere le sanzioni in cambio del completo smantellamento dell’uranio arricchito. «Per quanto ne so, il presidente Trump ha definito queste parole ‘una voce di fantasia’ e fake news», afferma il diplomatico.
L’Italia, in qualità di Paese fondatore all’interno dell’Unione europea, «può facilitare la riduzione delle tensioni tra l’Iran e l’Occidente e, in questo modo, rafforzare anche i rapporti bilaterali», aggiunge il diplomatico. «La nostra aspettativa nei confronti di alcuni Paesi europei era che convincessero gli Stati Uniti e Israele a cessare le loro aggressioni. Abbiamo assistito tuttavia solo a una posizione di parte e al silenzio da parte loro, anche in un momento in cui i diritti internazionali e le organizzazioni internazionali sono state prese in giro in modo evidente», spiega Sabouri. La Repubblica islamica, prosegue il diplomatico, «è stata oggetto di aggressione e avrebbero dovuto condannare quest’azione. Questo è il primo passo che doveva essere compiuto. Se un Paese vuole svolgere un ruolo nel processo di negoziazione tra Iran e Stati Uniti, deve certamente adottare un approccio giusto e imparziale». Finora, secondo Sabouri, «l’Iran ha sostenuto qualsiasi idea di dialogo e interazione. Tuttavia, sono stati gli Usa e Israele a tradire il tavolo delle negoziazioni, e mentre si svolgevano i colloqui con gli Usa e l’Ue, l’Iran è stato aggredito».
Parlando delle relazioni diplomatiche ed economiche tra Iran e Italia, il diplomatico iraniano afferma che «attualmente si trovano in una situazione che induce cautela, poiché influenzate da diversi fattori, tra cui le sanzioni internazionali, le politiche dell’Unione europea e le evoluzioni geopolitiche regionali e globali». I due Paesi vantano una storia di oltre 160 anni di rapporti diplomatici, e «ci sono molte potenzialità, sia latenti che evidenti e concrete, per sviluppare ulteriormente i legami», prosegue Sabouri, secondo cui l’Italia «è sempre stato uno dei Paesi europei che, anche in condizioni di tensione, ha cercato di salvaguardare i propri rapporti con l’Iran». Le ambasciate di entrambi i Paesi, a Teheran e Roma, «sono attive e gli incontri diplomatici di livello intermedio continuano», sottolinea l’ambasciatore. Tuttavia, a ridurre l’interazione diplomatica, secondo Sabouri, sono state «le pressioni politiche derivanti dalle politiche degli Stati Uniti e dalle decisioni coordinate dell’Unione europea», come il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’Accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa) e il conseguente ripristino delle sanzioni.
Sabouri evidenzia che, prima dell’imposizione delle sanzioni da parte di Washington, «l’Italia era uno dei principali partner commerciali dell’Iran in Europa, con un volume di scambi che superava i 7 miliardi di euro all’anno». Al contrario, prosegue il diplomatico, «i rapporti economici sono limitati e si concentrano principalmente sull’export di beni non soggetti a sanzioni, come prodotti alimentari e attrezzature mediche». «L’Iran possiede enormi risorse energetiche, un grande mercato di consumo e una posizione strategica nella regione», spiega l’ambasciatore, mentre «l’Italia ha capacità industriali, ingegneristiche e tecnologiche». Per questo, «settori come le energie rinnovabili, la produzione di attrezzature industriali, i trasporti e l’industria alimentare potrebbero rappresentare aree di collaborazione comune», afferma Sabouri.
Per quanto riguarda il futuro delle relazioni tra Iran e Unione europea, Sabouri esprime alcune critiche rispetto alle recenti scelte di Bruxelles. «L’Unione europea, invece di adottare un approccio basato sul dialogo, ha scelto la via dello scontro, anche a costo di danneggiare gli interessi del popolo iraniano», afferma l’ambasciatore, citando le sanzioni contro le compagnie di navigazione e le compagnie aeree iraniane.
A detta dell’ambasciatore, «i rapporti tra l’Iran e l’Ue sono affetti da un mix di malintesi, cattive valutazioni, pessimi approcci e doppi standard da parte dei Paesi occidentali». Nonostante questo, aggiunge il diplomatico, «Iran ed Europa condividono molte capacità e preoccupazioni comuni, dalla gestione delle trasformazioni nell’ordine mondiale alla lotta al terrorismo e all’immigrazione». Tuttavia, prosegue, «alcuni Paesi europei non hanno mostrato volontà di ricostruire le relazioni, aprendo così la strada a ingerenze di attori terzi». L’Unione europea, per Sabouri, «non è riuscita o non ha voluto, dopo l’uscita di Trump dal Jcpoa, rispettare i propri impegni e attuare la revoca delle sanzioni previste dall’accordo. Questa tendenza continua ancora oggi in modo illegale».
Nel commentare il ruolo del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, durante il recente conflitto, Sabouri dichiara che «l’Iran accoglie con favore ogni sforzo dei Paesi europei e non europei per promuovere la pace e la sicurezza internazionale e regionale». Tuttavia, aggiunge il diplomatico, «i veri amici della pace devono prima di tutto condannare le azioni aggressive del regime sionista (Israele) e degli Stati Uniti contro il territorio iraniano». «Come si può parlare di riduzione delle tensioni senza condannare l’aggressore? Come si può ignorare la violazione più elementare delle norme del diritto internazionale?», chiede l’ambasciatore, sottolineando che «gli attacchi alle strutture nucleari civili sono una violazione del diritto internazionale». «Un ruolo diplomatico può essere efficace solo se è veramente imparziale», osserva Sabouri, criticando «alcuni Paesi europei che cercano di invertire i ruoli tra oppressore e vittima, costruendo narrazioni false e calpestando i diritti del popolo iraniano».
Infine, rispetto ai rapporti con il Qatar, dopo l’attacco alla base statunitense di Al Udeid, Sabouri chiarisce che «la risposta legittima dell’Iran è stata effettuata in esercizio del diritto di legittima difesa, ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite». Questa azione, sottolinea l’ambasciatore, «non deve in alcun modo essere interpretata come un atto contro un Paese amico e vicino come il Qatar». L’Iran, conclude Sabouri, «si impegna a mantenere rapporti amichevoli e duraturi con quel Paese e con tutti i vicini della regione, senza permettere che le politiche malvagie degli Stati Uniti e del regime sionista (Israele) causino divisioni tra i fratelli».