Il 25 luglio la polizia di Hong Kong ha emesso mandati di cattura contro 19 attivisti residenti all’estero, accusati di sovversione. Le autorità hanno offerto ricompense in cambio di informazioni utili alla loro cattura, intensificando la pressione su chi si oppone alla dittatura cinese. Secondo il ministero della Sicurezza nazionale di Hong Kong, i 19 sarebbero coinvolti nella fondazione, nell’organizzazione o nella partecipazione al cosiddetto “Parlamento di Hong Kong”, un gruppo di persone che sostiene l’indipendenza di Hong Kong e fondare una nuova repubblica costituzionale. L’organizzazione per i diritti umani Hong Kong Watch ha condannato su X l’incriminazione.
Secondo la polizia, nove degli accusati avrebbero organizzato elezioni all’estero per costituire il Parlamento di Hong Kong. Altri dieci si sarebbero candidati e, una volta eletti, avrebbero prestato giuramento come membri del Parlamento. I mandati sono stati emessi dal tribunale cittadino su richiesta delle forze dell’ordine. Tra i ricercati figurano l’imprenditore Elmer Yuen, il commentatore Victor Ho e gli attivisti Johnny Fok e Tony Choi, già destinatari di precedenti mandati accompagnati da una taglia di 1 milione di dollari di Hong Kong (circa 110 mila euro) ciascuno. Per gli altri 15, le autorità offrono 200 mila dollari di Hong Kong (circa 22 mila euro) a chi fornirà informazioni utili alla cattura. Nessuno degli accusati ha rilasciato commenti.
Il 30 giugno, il Parlamento di Hong Kong ha dichiarato su Facebook di aver raccolto oltre 15.700 voti validi nelle sue elezioni, svolte tramite app mobile e piattaforme di voto online. I candidati e gli eletti provenivano da Australia, Canada, Taiwan, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti. Sebbene si auto-definisca “Parlamento”, questo gruppo di persone è in realtà una semplice associazione con sede in Canada, non un vero Parlamento in esilio riconosciuto a livello internazionale.
Secondo Hong Kong Free Press, con questi nuovi provvedimenti sale a 34 il numero degli attivisti filo-democratici di Hong Kong perseguitati e ricercati dalla dittatura comunista cinese per “eversione”.