Agricoltura italiana protagonista all’Expo Osaka

di Agenzia Nova
5 Giugno 2025 16:51 Aggiornato: 5 Giugno 2025 16:51

Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha dato inizio oggi ad una visita di due giorni all’Esposizione universale di Osaka 2025 – la terza del ministro in Giappone – in concomitanza con l’inizio della settimana tematica “Necessities of Life: Food, Clothing and Shelter Week”.

Per l’occasione, il Padiglione Italia – vero e proprio avamposto del Sistema Italia all’Expo – ha dato avvio a un calendario di eventi incentrati sul nostro settore agroalimentare e le sue eccellenze. Lollobrigida ha preso parte nel primo pomeriggio all’inaugurazione di una installazione del ministero dell’Agricoltura e della Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura (Federunacoma), con la partecipazione del commissario generale d’Italia per Expo 2025 Osaka, ambasciatore Mario Vattani; dell’ambasciatore d’Italia a Tokyo, Gianluigi Benedetti; di Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice); e del segretario generale dell’Associazione giapponese per l’Esposizione universale di Osaka 2025, Hiroyuki Ishige. Lollobrigida ha ringraziato l’ambasciatore Vattani per il grandissimo successo del Padiglione Italia, che con la sua programmazione è riuscito a presentare in uno spazio fisico «tutti gli elementi che contraddistinguono il nostro modello di sviluppo, il nostro stile di vita e le nostre tradizioni, in una vetrina straordinariamente importante come quella dell’Expo».

Il ministro ha evidenziato l’impegno del governo e del sistema Italia a sostegno del Made in Italy: una formula «che per il mondo è sinonimo di bello, buono, ben fatto, di qualità, e che dobbiamo continuare a promuovere, mostrando sempre la capacità di fare squadra e fare sistema per ogni aspetto del nostro modello di sviluppo». Dall’agricoltura, ha detto Lollobrigida, è partito tutto ciò che l’Italia esprime in termini di progresso umano, con il suo straordinario patrimonio produttivo, identitario, culturale e artistico. Il governo punta a valorizzare ulteriormente questo patrimonio, ad esempio con il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio Unesco. L’Italia, ha spiegato Lollobrigida, lavora per aprire ulteriormente i mercati asiatici al nostro export: è un impegno che prosegue da anni, concentrandosi sulle relazioni con produttori, imprese ed importatori, «che delle eccellenze del nostro export sono i primi ambasciatori».

Tale impegno, ha evidenziato però il ministro, ha assunto soprattutto in Asia un carattere sempre più istituzionale. Lollobrigida ha ricordato le visite della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di altri membri del governo nella regione, e quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Giappone, lo scorso marzo. «La presenza politica crea per gli imprenditori un contesto nel quale operare al meglio, e la possibilità per i Paesi di rafforzare la conoscenza e la comprensione a livello istituzionale». In questo senso, il partenariato strategico tra Italia e Giappone «ha portato a un salto di qualità senza precedenti, anche per l’export. Vanno ancora superati altri paletti dovuti alla comprensibile prudenza del Giappone: speriamo che il prossimo a cadere sia quello che per ora impedisce l’esportazione nel Paese del nostro prosciutto crudo». Con altri Paesi è invece necessario essere più prudenti, «specie quando competono con prodotti a costi inferiori, spesso a scapito della qualità». Su questo fronte, ha detto il ministro, si lavora «sulla base della reciprocità: siamo aperti all’importazione di prodotti realizzati con i nostri medesimi standard qualitativi». Promuovere l’apertura dei mercati – ha detto ancora Lollobrigida – «è importante anche per tutelare con un’adeguata forza economica i valori di fondo che accomunano le grandi nazioni democratiche: libertà e democrazia».

L’agricoltura, ha detto Lollobrigida a margine della cerimonia di inaugurazione della settimana tematica, può contribuire all’aumento delle esportazioni italiane anche in Giappone, nonostante le differenze culturali. «Ovviamente vanno conosciuti i nostri prodotti, vanno inseriti in un modello, in uno stile di vita che è diverso dal nostro ma un punto di condivisione e di contatto è l’amore per le cose belle e le cose buone», ha spiegato il ministro. «Questo ci sta portando un risultato positivo in termini economici che è solo una base di partenza. Possiamo fare davvero molto di più», ha detto Lollobrigida, sottolineando che l’apertura di migliaia di ristoranti italiani in Giappone “dimostra che c’è interesse, c’è capacità e volontà di conoscere il nostro modo di alimentarci, di conoscere bene i nostri prodotti». L’amicizia con il Giappone, ha aggiunto, «è sempre più salda e forte, e questo equivale anche a un mercato più ampio che garantisce le nostre imprese».

Il ministro ha approfittato degli eventi al Padiglione Italia anche per ricordare l’impegno di Italia e Giappone sul fronte della sicurezza alimentare, che è stata inserita negli obiettivi strategici dei Paesi del G7 per merito della presidenza italiana, nel 2024. «L’Italia lo aveva detto per prima e adesso è diventato patrimonio di tante altre nazioni, a cominciare dalle principali nazioni democratiche che hanno un valore economico rilevante, che tornano a interessarsi e in qualche modo a preoccuparsi di quelli che sono i rischi di assenza di approvvigionamenti sicuri per i propri cittadini e per il proprio mercato», ha affermato il ministro. Lollobrigida, inoltre, ha sottolineato che le condizioni di garanzia per la libertà «passano anche da catene alimentari sicure, da cibo sicuro e cibo sufficiente». «Questi sono gli elementi fondamentali e anche ovviamente la capacità delle nazioni più ricche di sostenere anche quelle in via di sviluppo», ha spiegato.

Lollobrigida ha ribadito inoltre l’impegno del governo italiano contro le carni sintetiche, di cui anche altri Paesi hanno proibito la produzione, la commercializzazione e la vendita. La carne coltivata, ha detto il ministro, è «la negazione del rapporto tra uomo, lavoro e terra che produce cibo», che «ha prodotto il nostro modello di sviluppo e garantito uno stile qualitativamente alto di vita». Il commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, Oliver Varhelyi, «mi ha risposto a una lettera dicendo che condivide le mie preoccupazioni e le preoccupazioni di altre 17 nazioni che in Europa hanno sottolineato come la carne coltivata possa essere un rischio per l’ambiente, per la cultura, per l’identità, per il lavoro e per molto altro», ha riferito il ministro. «Garantisco l’impegno dell’Italia, finché saremo nel governo, per contrastare l’ipotesi di sviluppo di attività che non c’entrano niente con la sicurezza alimentare, che si può raggiungere serenamente con altre modalità», ha ribadito Lollobrigida. Inoltre, ha aggiunto, l’Italia sarà «in prima fila per evitare che questo diventi un grande affare per multinazionali che vogliono anche in questo caso cancellare le differenze e standardizzare il cibo solo al fine di creare un monopolio economico a vantaggio di pochi».

L’ambasciatore Vattani, commissario generale d’Italia per Expo 2025 Osaka, ha detto oggi che la programmazione del Padiglione Italia per la settimana tematica in corso all’Expo «sottolinea il ruolo centrale che l’Italia attribuisce all’agricoltura nella costruzione del nostro futuro. In questi giorni, l’Italia si racconterà partendo dalla terra, dalla qualità dei suoi prodotti e dalla competenza e capacità di innovare di chi li coltiva». Il tema, ha sottolineato Vattani, «è centrale in un mondo che cerca nuove strade per garantire la sicurezza alimentare e la sostenibilità». In questo contesto, l’agricoltura italiana si conferma un modello di equilibrio tra innovazione e tradizione, tra rispetto dell’ambiente e identità dei nostri territori. L’agricoltura italiana è un patrimonio di valori, di lavoro, di cultura e di bellezza che oggi trova in Expo 2025 una vetrina ideale».

Proprio oggi il Padiglione Italia ha ospitato anche l’Asia Wine Business Forum, incentrato sulle opportunità offerte dai mercati asiatici al settore vinicolo italiano. Durante l’evento, organizzato da Agenzia Ice, Lollobrigida si è confrontato con Zoppas e con il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in merito alle misure di sostegno istituzionale al settore, e alle tendenze di mercato regionali per l’esportazione del vino italiano. Il forum si è concluso con un confronto sulle strategie di “riscatto” del vino italiano, e con un focus sui mercati asiatici più promettenti per il settore. Al panel istituzionale hanno partecipato, in presenza o da remoto, anche Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura; Luigi Pio Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia; Micaela Pallini, presidente di Federvini; Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini (Uiv); e Marzia Varvaglione presidente del Comité europeen des enterprises vins (Ceev).

L’Italia, ha detto il ministro dell’Agricoltura durante il forum, è decisa a tenere aperto il mercato statunitense ai vini e alle altre eccellenze del suo settore agroalimentare a dispetto della sfida posta dai dazi. La forza del sistema Italia sta nell’aprire nuovi mercati e rafforzare i mercati esistenti, ha spiegato Lollobrigida. «Qualcuno dice: chiudiamo il mercato americano e apriamone un altro. Noi vogliamo tenere aperto il mercato americano, raddoppiarlo, e riuscire a rafforzare altri mercati straordinariamente importanti come quello giapponese». Aprire mercati, ha spiegato Lollobrigida, «significa creare ricchezza per le imprese, per la nazione, lavoro e dare l’opportunità al resto del mondo di beneficiare di quello che abbiamo saputo creare». Il ministro ha sottolineato che negli scorsi tre mesi l’export verso gli Stati Uniti è cresciuto del 5,5 per cento a dispetto dei dazi, grazie alla qualità dell’eccellenza agroalimentare italiana.

Il presidente dell’Ice Zoppas ha detto a questo proposito che il sistema Italia può raggiungere l’ambizioso obiettivo dei 100 miliardi di euro di esportazioni del settore agroalimentare. «Abbiamo voluto far parlare l’Expo anche di commercio, e dare l’opportunità ai nostri imprenditori di sviluppare un mercato strategico», ha detto. Sull’agroalimentare, ha ricordato il presidente di Ice, l’Italia «si è data un obiettivo importante: portare il settore da 70 a 100 miliardi di euro di fatturato all’export, un obiettivo che deve essere raggiunto nel prossimo futuro e che non deve spaventare, perché stiamo proseguendo con un ritmo di crescita anche a due cifre in diverse categorie». Per conseguire questo obiettivo, ha aggiunto Zoppas, «è necessario essere la migliore infrastruttura possibile per gli imprenditori nel loro percorso di internazionalizzazione e nell’affrontare le problematiche che possono incontrare all’estero». Il presidente di Ice ha sottolineato in particolare l’importanza del vino italiano «e l’evoluzione del suo posizionamento nei mercati globali, che sempre più prende piede nella parte del valore rispetto ai vini dei nostri vicini di casa». Sui 70 miliardi di esportazioni agroalimentari italiane, ha ricordato Zoppas, il vino pesa per circa otto miliardi: l’export vinicolo verso l’Asia è ammontato lo scorso anno a 434 milioni di euro, di cui 184 milioni solo in Giappone, che si conferma dunque un mercato strategico con un grande potenziale ancora inespresso.

Il presidente di Confagricoltura Giansanti ha definito il Giappone un mercato strategico e insostituibile per il settore vinicolo italiano, in grado di valorizzare appieno la straordinaria varietà della nostra produzione. Quello giapponese, ha ricordato Giansanti, è il primo mercato per i vini italiani in Asia, che sta dando un segno di rinnovata vitalità dopo la decrescita degli ultimi anni, con un prodotto interno lordo previsto in crescita attorno al 2 per cento nel 2025. Un mercato su cui per anni si è investito in termini di formazione e di presenza territoriale, «e su cui è necessario continuare a investire perché non è sostituibile, come non lo sono altri grandi mercati come gli Stati Uniti». L’Italia è seconda in Giappone per esportazioni vinicole, alle spalle soltanto della Francia, che «su questo mercato riesce a valorizzare una bottiglia di vino a 14 euro. Noi da questo punto di vista siamo ancora lontani, ma sono convinto che con eventi come questi riusciremo a dare al saper fare italiano e ai nostri valori il riconoscimento che meritano». Per Giansanti, le piccole dimensioni delle aziende vinicole italiane possono rappresentare da questo punto di vista un elemento di forza: «Certamente l’Italia non raggiungerà mai una media di produzione aziendale da 60 milioni di bottiglie, ma la nostra forza sta nella varietà e nella ricchezza della nostra produzione, cruciale per un mercato come quello giapponese dove il dettaglio fa la forza».

Giansanti ha ricordato lo straordinario interesse per le eccellenze agroalimentari italiane generato dieci anni fa dall’Expo di Milano 2015: «Dieci anni fa eravamo a Milano e le nostre esportazioni agroalimentari ammontavano a 28 miliardi di euro. Oggi siamo arrivati ad esportare quasi 70 miliardi. Questa è la dimensione più alta che l’agricoltura e l’agroindustria italiana hanno saputo esprimere in dieci anni di forte crescita». Un risultato che è frutto dell’impegno del Sistema Italia, dalla sua dimensione istituzionale agli agricoltori e al settore agroindustriale, «che hanno voluto portare nel mondo quelli che non sono solo prodotti». Le eccellenze agroalimentari italiane, ha sottolineato infatti Giansanti, «esprimono una ricchezza che in mercati come quello giapponese è molto apprezzata»: si tratta anche e soprattutto «di una ricchezza di valori, coniugando il saper fare italiano al valore economico».

Lollobrigida sarà al Padiglione Italia anche domani, per partecipare al convegno “Indicazioni geografiche: un ponte tra Italia e Giappone”, promosso dalla Fondazione Qualivita e da Origin Italia con il sostegno del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. L’incontro fornirà un’importante occasione di confronto bilaterale di alto livello tra esponenti istituzionali e dei sistemi produttivi di Italia e Giappone, con al centro il tema della tutela e valorizzazione delle produzioni Dop e Igp. All’evento interverranno oltre al ministro anche Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita; Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia; Sergio Marchi, direttore generale di Ismea; Shuichi Matsumoto, direttore senior della divisione Proprietà intellettuale del ministero dell’Agricoltura giapponese, e Issei Ebata, direttore della segreteria del Consiglio giapponese delle Ig.


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