Trump pretende trasparenza da Harvard sugli studenti stranieri

di redazion eti/Jacob Burg
26 Maggio 2025 19:50 Aggiornato: 26 Maggio 2025 19:50

Il 25 maggio, il presidente Trump ha chiesto di conoscere i nomi e i Paesi di provenienza degli studenti stranieri iscritti a Harvard, pochi giorni dopo che un giudice federale ha bloccato il tentativo dell’amministrazione di impedire all’università di accogliere studenti internazionali. In un messaggio pubblicato sui social, Trump ha criticato Harvard per non rivelare che circa il 31% dei suoi studenti proviene da Paesi stranieri — alcuni dei quali non alleati degli Stati Uniti — e per il fatto che tali Paesi non contribuiscono finanziariamente all’istruzione dei propri studenti, né mostrano l’intenzione di farlo. Ha definito ragionevole la richiesta di ottenere queste informazioni, considerando i miliardi di dollari che il governo federale destina a Harvard, lamentando però la scarsa trasparenza dell’università.

Il 22 maggio, il ministero degli Interni ha revocato la certificazione del programma di ammissione per studenti stranieri di Harvard. In un messaggio sui social, il ministro degli Interni, Kristi Noem, ha accusato l’università di favorire violenza, antisemitismo e collaborazioni con il Partito comunista cinese nel campus. In una lettera inviata a Harvard, il ministro Noem ha denunciato il mancato rispetto dei requisiti di rendicontazione del Programma per studenti e visitatori di scambio, l’ostilità verso gli studenti ebrei, il sostegno a posizioni pro-Hamas e l’adozione di politiche di diversità, equità e inclusione ritenute razziste.

Harvard ha giudicato l’azione illegittima. Il portavoce, Jason Newton, ha ribadito l’impegno dell’università a preservare la possibilità di ospitare studenti e studiosi internazionali, provenienti da oltre 140 Paesi, che arricchiscono il campus e gli Stati Uniti. Ha sottolineato che l’università sta lavorando per supportare la propria comunità, definendo l’azione amministrativa una rappresaglia che danneggia gravemente Harvard, l’America e la missione accademica e di ricerca dell’istituzione.

In seguito alla causa intentata da Harvard contro l’amministrazione Trump, il 23 maggio un giudice federale ha emesso un’ingiunzione temporanea, bloccando la revoca della capacità dell’università di iscrivere studenti stranieri. Non è chiaro se, dopo il messaggio di Trump del 25 maggio, l’amministrazione abbia formalmente richiesto i nomi e i Paesi di origine degli studenti internazionali. Interpellato, il ministero degli Interni ha rimandato alla dichiarazione con cui aveva annunciato la revoca della certificazione, prima dell’intervento del giudice.

La vice portavoce della Casa Bianca, Abigail Jackson, ha dichiarato che il presidente chiede semplicemente un elenco degli studenti stranieri presenti nel campus di Harvard. Ha definito la richiesta semplice, considerando i fondi federali ricevuti e richiesti dall’università. Secondo i dati dell’università, nell’anno accademico 2024-2025 sono iscritti 6.793 studenti internazionali, pari al 27,2% del totale.

DISPUTA SUI FINANZIAMENTI

Nel suo messaggio, Trump ha esortato Harvard a utilizzare la propria dotazione, pari a miliardi di dollari, invece di dipendere dai fondi federali. Secondo l’Harvard Crimson — il giornale studentesco dell’Università — nel 2024 la dotazione di Harvard ha raggiunto i 53,2 miliardi di dollari, con un incremento di 2,5 miliardi rispetto all’anno precedente. Ad aprile, l’amministrazione Trump ha cancellato oltre 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni federali a Harvard, accusando l’università di non contrastare l’antisemitismo nel campus. Il 13 maggio, una task force federale contro l’antisemitismo ha annunciato la revoca di ulteriori 450 milioni di dollari in sovvenzioni da 8 agenzie federali.

La task force ha denunciato un problema grave nel campus di Harvard, accusando i vertici dell’università di privilegiare l’accondiscendenza rispetto alla responsabilità perdendo così il diritto al supporto dei contribuenti. In totale, le sovvenzioni revocate ammontano a circa 450 milioni di dollari, in aggiunta ai 2,2 miliardi cancellati la settimana precedente. Poco dopo l’annuncio, Harvard ha fatto ricorso contro l’amministrazione Trump per contestare le sanzioni imposte nelle ultime settimane. Nella denuncia, l’università ha sostenuto che il governo americano sta ponendo un ultimatum: accettare un controllo dettagliato sull’istituzione accademica o compromettere la capacità di perseguire scoperte mediche, scientifiche e soluzioni innovative.

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