Eleonora d’Aquitania, Il destino di una principessa medievale

di Redazione ETI/Gerry Bowler
18 Maggio 2025 11:09 Aggiornato: 18 Maggio 2025 16:29

Al giorno d’oggi ogni bambina attraversa una fase in cui desidera essere una principessa. I genitori sono costretti a guardare i film Disney in streaming ventiquattro ore su ventiquattro e ad acquistare abiti in miniatura, diademi e servizi da tè per le aspiranti principesse Jasmine, Ariel, Cenerentola, Biancaneve, Tiana e via dicendo. Principi affascinanti, splendide carrozze, balli sfarzosi e un pizzico di avventura sembrano essere la vita invidiabile di queste giovani donne.

Nella vita reale del Medioevo, tuttavia, il destino delle principesse era spesso molto meno affascinante. Erano viste essenzialmente come procreatrici, il cui unico scopo era quello di essere date in sposa a uomini che difficilmente avrebbero mai conosciuto prima delle nozze, ma per l’esclusivo vantaggio di ricchezze o di posizione della loro famiglia. Potevano essere costrette a sposare un signore della loro stessa cerchia, ma altrettanto spesso venivano portate in un Paese straniero per sposare qualcuno di religione diversa o che parlava una lingua diversa. Quanta pietà per la povera principessa, il cui nobile padre decide di stringere un patto con una tribù barbara ai confini delle sue terre: un giorno vive in un palazzo di splendidi marmi, il giorno dopo in una yurta e beve da una coppa ricavata dal teschio di uno dei nemici del suo nuovo marito.

E che dire del povero principe costretto dalla sua famiglia a prendere in sposa una principessa straniera? Potrebbe trovare la sua nuova promessa fisicamente ripugnante (come Enrico VIII e Giorgio IV), con conseguente allontanamento e reclutamento di un’amante reale tra le file delle sue più attraenti dame di compagnia. Potrebbe invece scoprire che la moglie è più intelligente e ambiziosa di lui e finire come lo zar Pietro III, rovesciato e assassinato.

Consideriamo poi la carriera di Eleonora (1124-1204), erede del Ducato d’Aquitania, la zona più ricca e sofisticata della Francia. Suo padre morì quando lei aveva 13 anni; a quel punto passò sotto la tutela del re di Francia, Luigi VI, che organizzò immediatamente il suo matrimonio con il figlio adolescente, anch’egli di nome Luigi. L’unione era molto vantaggiosa per la corona francese, poiché sembrava garantire che l’Aquitania perdesse il suo status di semi-indipendenza e diventasse un saldo possesso della dinastia capetingia. Poco dopo, il vecchio monarca morì ed Eleonora si ritrovò regina di Francia.

Eleonora d’Aquitania sposa di Luigi VII nel 1137. A destra, Luigi VII parte per la Seconda Crociata. Pubblico dominio

Il matrimonio di Eleonora con Luigi fu segnato da scandali. Fu accusata di avere una relazione con Geoffrey, duca d’Anjou, e accompagnò il marito nella disastrosa Seconda Crociata, dove il suo comportamento risultò offensivo per molti. Durante l’assenza dalla Francia, i rapporti della coppia reale furono tesi  e si parlò di annullamento del matrimonio. Nel 1152, dopo quasi 15 anni di matrimonio, Eleonora non aveva ancora adempiuto al compito fondamentale di generare un erede maschio, Luigi VII si accordò quindi con le autorità della Chiesa per far sciogliere il matrimonio, appellandosi al fatto che fossero imparentati: i due erano infatti cugini di terzo grado. Sebbene un tale legame possa sembrare assurdo per noi del XXI secolo, esso violava le regole ecclesiastiche di consanguineità, concepite per prevenire gli incesti – regole che garantivano all’Europa cristiana di non venire divisa in clan o di trasformarsi in una nazione chiusa, ma di essere relativamente inclusiva e socialmente mobile.

Eleonora diventò quindi un’ereditiera senza legami e fu immediatamente preda del “gioco” aristocratico medievale del rapimento e del matrimonio forzato. Prendendo in mano la propria vita, Eleonora sfuggì a due tentativi di rapimento da parte di ambiziosi nobili francesi e scrisse in segreto al duca di Normandia, Enrico, dicendogli di andare subito da lei e sposarla. Entro due mesi dall’annullamento del primo matrimonio, aveva sposato un principe di nove anni più giovane, destinato a diventare in breve tempo Enrico II, re d’Inghilterra e fondatore della dinastia dei Plantageneti.

Il termine più appropriato per descrivere i trentacinque anni di matrimonio di Eleonora ed Enrico sarebbe “tempestoso”. Ella gli procurò i necessari potenziali eredi maschi – cinque maschi – e tre figlie. (Nel frattempo, Enrico generò anche una serie di figli illegittimi). I figli maschi si dimostrarono infidi e avidi: tutti, prima o poi, guidarono ribellioni armate contro il padre ed Eleonora avventatamente li assecondò. Per la sua stoltezza, Enrico la fece imprigionare per tredici anni, facendola spostare in vari castelli; fu liberata solo alla morte del re, nel 1189.
(Un film, Il leone d’inverno con Peter O’Toole e Katharine Hepburn, racconta un’immaginaria riunione natalizia di Enrico, della regina e dei loro figli sleali).

Eleonora sopravvisse al marito per altri quindici anni e si dimostrò un’abile reggente col figlio Riccardo I, il famoso Riccardo Cuor di Leone, quando questi era impegnato nella Terza Crociata, e aiutò il figlio minore Giovanni a salire sul trono inglese alla morte di Riccardo.

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