Riprendersi l’infanzia dimenticando gli smartphone

di Redazione ETI/Jeff Minick
18 Maggio 2025 11:11 Aggiornato: 18 Maggio 2025 11:11

Situata nelle Grandi Pianure del Nebraska, vicino al fiume Platte, la terra di Glade Smith abbonda di bestiame, polli e di bambini: sei, tutti istruiti a casa e nati per la vita nella fattoria. Glade possiede e gestisce Family Farm Beef Box, un servizio in abbonamento che spedisce tagli di carne bovina in tutto il Paese, mentre la moglie Bethel lo aiuta in caso di necessità, manda avanti la casa e fa scuola ai bambini ogni giorno, iniziando puntualmente alle otto e trenta. Da Henry di tre anni, a Madeline di tredici, i bambini Smith si occupano degli animali ognuno con un preciso incarico, trovando piacere e divertimento nella loro giornata. Henry, in particolare, è sempre ansioso di seguire il papà da un luogo all’altro e da un compito all’altro.

Glade spiega: «Nessuno dei nostri figli ha un telefono o altri dispositivi elettronici, ma i nostri ragazzi leggono molto e amano usare l’immaginazione».

In tutta l’America sta crescendo una sottocultura di famiglie come gli Smith: madri e padri intenzionali che rifiutano la digitalizzazione dell’infanzia. Sottovalutato da molti media, questo movimento per ripristinare le regole tradizionali della casa e della vita familiare sta guadagnando consensi, man mano che un numero maggiore di genitori si rende conto dei danni inflitti ai giovani da video e smartphone.

Nel recente bestseller La generazione ansiosa: Come il grande ricondizionamento dell’infanzia sta causando un’epidemia di malattie mentali, lo psicologo sociale Jonathan Haidt ha riferito che dal 2010 i tassi di depressione e ansia negli adolescenti americani sono saliti alle stelle. Le conseguenze di quella che Haidt definisce un’ondata di sofferenze possono essere terribili. Tra il 2010 e il 2020, ad esempio, i pronto soccorso degli ospedali hanno registrato un aumento del 188% delle ragazze tra i 10 e i 14 anni trattate per forme di autolesionismo senza esiti letali.

Nella loro fattoria in Nebraska, i bambini Smith giocano e lavorano. Ognuno ha il proprio compito. Per gentile concessione di Glade Smith.

Allo stesso tempo, da un sondaggio Gallup del 2023 è emerso che gli adolescenti americani trascorrono in media 4,8 ore al giorno sui social, senza contare altri tipi di intrattenimento, come la televisione. E uno studio di Common Sense Media del 2021 ha rilevato che il 18% dei bambini tra gli otto e i dodici anni usa i social ogni giorno.

L’uso associato di smartphone e social tra i giovani, iniziato intorno al 2010, ha coinciso con l’esplosione delle malattie della sfera emotiva. Questa «Grande Riconfigurazione», ha concluso Haidt, è la principale responsabile dell’aumento delle malattie degli adolescenti: si va dalla privazione del sonno alla solitudine, fino all’autolesionismo e alle malattie mentali.

LA VIA DEL FILOSOFO

Jeanne Schindler di Hyattsville, Maryland, ha individuato da tempo gli effetti dannosi della tecnologia e degli schermi non solo sui bambini, sugli adolescenti e sulla famiglia, ma anche sulla cultura in generale. Sposata, madre di tre adolescenti, docente di filosofia e assistente presso l’Istituto Giovanni Paolo II dell’Università Cattolica d’America per gli studi su matrimonio e famiglia, Schindler ha studiato a fondo l’interazione tra l’attuale tecnologia e il senso dell’essere umano.

Da questa ricerca è emerso un quadro completo del rapporto creatosi tra la mente umana e i dispositivi elettronici. «Siamo di fronte a una vera e propria crisi di civiltà di portata universale. Stiamo perdendo il senso del reale. Stiamo perdendo il senso di che cosa significhi essere umani, di come dovrebbe essere vissuto il nostro tempo, di chi sono le altre persone, del fatto che siamo legati allo spazio. Le condizioni umane fondamentali vengono messe a repentaglio». Queste le parole della Schindler.

Le faccende domestiche nella fattoria tengono occupati i bambini Smith. Per gentile concessione di Glade Smith

Nel novembre 2021, la studiosa ha lanciato un forte segnale contro il “ricondizionamento” della natura umana fondando il Postman Pledge e, scegliendo il termine impegno – pledge, la Schindler ha voluto onorare Neil Postman. Nel libro del 1985 Amusing Ourselves to Death (Divertirsi fino alla morte), Postman è stato uno dei primi a lanciare l’allarme sui pericoli di una società ossessionata dalla tecnologia e dall’intrattenimento elettronico.

Circa trenta famiglie si sono riunite in quell’iniziativa,  impegnandosi a non permettere ai propri figli di utilizzare smartphone e social. Si sono inoltre impegnate a: «limitare coscienziosamente l’uso delle tecnologie elettroniche nella nostra famiglia in generale e a coltivare le abitudini di attenzione e presenza che ci permettono di crescere nell’amore reciproco e in quello per Dio. Sapendo che siamo stati creati per stabilire profondi legami nella comunità, ci impegniamo, infine, a promuovere l’amicizia tra le nostre famiglie nei modi naturali e tradizionali che le culture umane hanno sempre usato». Oggi il gruppo di Hyattsville conta circa 50 famiglie.

Saggiamente, Schindler si è resa conto che unirsi ad altri avrebbe dato più forza di volontà per eliminare i cellulari, aiutando soprattutto gli adolescenti a non sentirsi isolati dagli amici che continuavano a usarli. Suo figlio, ad esempio, è l’unico della sua classe a non avere uno smartphone.

E dice: «Penso che se la cavi bene, ma si sente isolato e abbiamo cercato di affrontare la cosa praticamente, facendo tutto il possibile per incoraggiare le sue amicizie, invitare i suoi amici a casa e coltivare una vita sociale molto attiva per i nostri figli».

I figli degli Smith seguono l’istruzione parentale. Per gentile concessione di Glade Smith

RITORNARE ESSERI UMANI

Altri genitori in tutto il Paese hanno seguito l’iniziativa di Jeanne Schindler e del Postman Pledge e le hanno chiesto di aiutarli a organizzare le loro comunità, il cui impegno va oltre la gestione di telefoni e video.

La Schindler spiega: «Alla base dell’impegno sta la promozione di una forte comunità umana, nei modi in cui la cultura umana ha sempre agito: celebrare insieme, riunirsi per i pasti, per le danze, per le feste, le grandi feste come il Natale. È questo che stiamo cercando di recuperare. È questo il nocciolo della questione, che si fonda sulla dottrina della creazione. Perché il mondo è buono, l’essere umano è buono e noi siamo destinati a relazionarci».

Nelle attività di gruppo della Hyattsville sono comprese giornate di gioco e giornate all’aperto, danze scozzesi, pranzi e canti natalizi. A proposito di questi incontri, Schindler ha aggiunto: «Ci sono neonati, bambini, studenti liceali, genitori, nonni, che fanno cose che gli esseri umani hanno sempre fatto per consolidare la comunità e celebrare la vita. Questo è il cuore della questione: è una celebrazione della vita».

William Bertrain è educatore da lungo tempo, ed è stato tra i primi a entrare nella comunità Schindler. A chi è interessato al Postman Pledge, sottolinea l’importanza di «essere veramente intenzionali e organizzati. Se si vuole che cresca e si mantenga, bisogna essere intenzionali. Penso che a seconda della zona del Paese in cui vivono e delle attività a cui partecipano i loro figli, i gruppi di Postman Pledge possano fare attività diverse da quelle che svolgiamo noi».

SISTEMA STRATEGICO

Conor Gallagher, padre di sedici figli, avvocato e amministratore delegato di Tan Book Publishing, ha adottato i sistemi aziendali e gli strumenti di gestione appresi in anni di esperienza, per creare un ambiente sano nella propria casa di Charlotte, nella Carolina del Nord.

Di tutti gli strumenti descritti nel suo libro Well-Ordered Family, dice che il ‘costruttore di regole digitali’ è quello più importante: aiuta le famiglie a valutare le regole – formali o informali – che funzionano o che non funzionano, e a capire quando, dove e quanto tempo si passa davanti allo schermo.

Afferma: «I genitori devono avere coraggio e fermezza nel monitorare il consumo digitale dei loro figli. Noi genitori dobbiamo mettere per iscritto una normativa sul digitale molto chiara, in modo che i nostri figli, indipendentemente dalla loro età, sappiano esattamente quali siano le regole per l’uso di tutti i dispositivi elettronici».

Una politica digitale per i giovani porta ulteriori benefici: nella propria famiglia e in altre di cui è stato consulente, Gallagher ha riscontrato che quando il tempo trascorso al telefono è limitato e le responsabilità aumentano, gli adolescenti maturano più rapidamente. «Quando si coinvolgono i cuori e le menti degli adolescenti e li si segue fino all’età adulta nella gestione della famiglia, quasi sempre sono loro a superare il divario generazionale, si avvicinano. Maturano da un giorno all’altro».

Conor Gallagher ha ideato un sistema di regole digitali per la propria famiglia, che funziona, anche con sedici figli (15 nella foto). Per gentile concessione di Conor Gallagher.

Come molti genitori che controllano l’uso del telefono da parte dei figli, Gallagher è consapevole anche degli effetti negativi di telefoni e video sugli adulti. Consiglia di porre dei limiti al nostro utilizzo: «Siamo la generazione più impegnata nella storia dell’umanità. … Abbiamo un’applicazione per ogni cosa e ci culliamo nella sensazione artificiale di comodità che questo consumo digitale, guardare la TV, i cortometraggi di YouTube e giocare ai videogiochi, ci rilassi. Permettiamo ai nostri figli di consumare molto più di quanto sia bene per loro, e siamo così poveri spiritualmente perché siamo così impegnati fisicamente».

Tornando a Glade Smith, quando la sera mette a letto i figli, prega per e con loro: «Prego perché possano essere felici».

Se, come sostiene Jeanne Schindler, la vera felicità deriva dal vivere nel mondo reale piuttosto che in uno spazio virtuale, è pure vero che i bambini Smith, con le loro galline e le mucche, coi loro libri e la vivace immaginazione, sono felici. Se un’immagine vale più di mille parole, la gioia dei bambini Smith parla già da sola.

Nel 1999 Neil Postman ha scritto: «Se i genitori desiderano proteggere l’infanzia dei propri figli, devono concepire la genitorialità come un atto di ribellione contro la cultura deviante».

Oggi sempre più genitori ascoltano questo consiglio e prendono posizione contro la cultura degli smartphone.

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