A oltre 10 anni dall’abbattimento del volo Malaysian Airlines MH17, colpito da un missile Buk sopra l’Ucraina orientale il 17 luglio 2014, un’autorità aeronautica internazionale ha stabilito la responsabilità della Russia. L’aereo, in viaggio da Amsterdam a Kuala Lumpur con 298 persone a bordo, tra cui 38 cittadini australiani, è stato devastato dall’esplosione di un missile terra-aria vicino alla cabina di pilotaggio, che ne ha provocato la rapida caduta.
Dal 2018, l’Australia considera ufficialmente la Russia responsabile della tragedia. Il Consiglio dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, riunito a Montreal, ha ora confermato che Mosca ha violato il diritto internazionale abbattendo il volo MH17. Il ministro degli Esteri australiano, Penny Wong, ha invitato la Russia ad assumersi la responsabilità dell’atto.
«Si tratta di un momento storico per la ricerca di verità, giustizia e responsabilità per le vittime del volo MH17 e i loro cari — ha affermato il ministro Wong —. Il Consiglio dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile ha accertato che la Russia ha infranto il divieto di usare armi contro aerei civili in volo, causando la perdita di 298 vite innocenti, incluse 38 persone legate all’Australia. Questa decisione riafferma il principio che i velivoli civili non devono essere bersaglio di attacchi».
Nel 2022, Australia e Paesi Bassi hanno avviato un’azione presso l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile per il coinvolgimento russo nell’incidente. «Il governo australiano accoglie con favore il verdetto l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile e sollecita una rapida definizione delle misure riparatorie — ha dichiarato il ministro Wong —. La Russia deve finalmente riconoscere la propria responsabilità per questo atto di violenza e pagare un risarcimento, come previsto dal diritto internazionale. Il pensiero va alle vittime delle azioni russe e ai loro familiari. Pur non potendo lenire il loro dolore, l’impegno per la giustizia e il sostegno a chi è rimasto proseguono».
Il Consiglio dell’organizzazione internazionale dell’aviazione civile, tuttavia, non dispone di poteri per imporre l’esecuzione della sentenza. Già nel 2016, il Consiglio olandese per la sicurezza aveva stabilito che il missile, un Buk di origine russa, era stato lanciato da un’area controllata da separatisti filorussi in Ucraina. Mosca continua a negare ogni addebito.
All’epoca, l’Ucraina orientale era sconvolta da un conflitto tra le forze governative di Kiev e separatisti sostenuti dalla Russia. Nel 2014, proteste filoeuropee avevano destituito il presidente filorusso Viktor Yanukovych, portando all’annessione della Crimea da parte di Mosca. In parallelo, i separatisti filorussi avevano proclamato l’indipendenza in alcune zone orientali, innescando una guerra con il governo ucraino.