La firma dell’accordo bilaterale tra Francia e Polonia avvenuta a Nancy alla presenza del primo ministro polacco Donald Tusk e del presidente francese Emmanuel Macron, sancisce un’intesa volta a rafforzare la cooperazione in ambito difensivo, nell’energia nucleare civile e nell’innovazione tecnologica.
L’accordo comprende una clausola di assistenza reciproca che impegna i due Paesi, entrambi membri della Nato, a sostenersi vicendevolmente in caso di attacco. Parallelamente, il patto prevede un approfondimento delle collaborazioni militari e lo sviluppo di partenariati strategici in settori chiave come l’energia nucleare civile. «Sono profondamente convinto che da oggi Francia e Polonia, in questi tempi difficili, sapranno contare l’una sull’altra in ogni circostanza», ha affermato Tusk durante la cerimonia.
Sebbene il trattato non menzioni esplicitamente armi nucleari o strategie di deterrenza, esso si inserisce in un più ampio dibattito europeo sulla sicurezza. Solo due mesi fa, Macron aveva prospettato la possibilità di estendere la deterrenza nucleare francese ad altri alleati europei, citando le crescenti incertezze sulle garanzie difensive transatlantiche di lungo periodo. «La nostra deterrenza nucleare ci tutela: è completa, sovrana e interamente francese», aveva dichiarato Macron in un discorso alla nazione.
Le riflessioni del presidente francese sono seguite a quelle del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che aveva sollevato interrogativi sulla struttura futura della Nato e sulla necessità di un dibattito più ampio riguardante la difesa nucleare, specie alla luce delle minacce provenienti dalla Russia. In questo contesto, l’accordo tra Parigi e Varsavia punta a consolidare la cooperazione tecnologica nel nucleare civile, con la Francia pronta a mettere a disposizione la propria esperienza, delineando così una nuova architettura energetica.
La Polonia, dal canto suo, continua a rafforzare la propria posizione strategica. Con una spesa per la difesa che ha raggiunto il 4,12 per cento del Pil – la più alta tra i Paesi della Nato – e la collocazione geografica lungo il fianco orientale dell’Alleanza, Varsavia si conferma un attore cruciale nella sicurezza europea. Tusk ha più volte sottolineato la necessità di integrare la storica alleanza con gli Stati Uniti con un rafforzamento dei legami europei.
Parallelamente, il presidente polacco Andrzej Duda ha sollecitato Washington a considerare lo spostamento delle armi nucleari americane verso est, proponendo la Polonia come possibile Paese ospitante. «I confini della Nato si sono spostati verso est nel 1999: 26 anni dopo, è logico che anche le infrastrutture militari dell’Alleanza seguano lo stesso percorso», ha dichiarato Duda in un’intervista al Financial Times, ribadendo che una simile decisione aumenterebbe la sicurezza collettiva. E Tusk ha pensato bene di precisare che la rinnovata intesa con Parigi non intende sostituire il rapporto con Washington, bensì rafforzare un doppio binario di sicurezza che preveda sia la cooperazione transatlantica sia quella intraeuropea. Il primo ministro polacco ha inoltre annunciato che Francia e Polonia lavoreranno insieme per sostenere l’Ucraina e promuovere la pace.