L’amministrazione Trump ha annunciato il 18 luglio che gli Stati Uniti respingono il nuovo trattato dell’Organizzazione mondiale della Sanità perché conferisce un intollerabile strapotere all’Oms stessa.
Il ministro della Sanità dell’amministrazione Trump, Robert Kennedy, e il capo della diplomazia statunitense Marco Rubio hanno reso noto il rifiuto ufficiale degli emendamenti del 2024 al Regolamento sanitario internazionale: «Le nazioni che aderiscono alle nuove disposizioni stanno di fatto consegnando il proprio potere nelle emergenze sanitarie a un’organizzazione internazionale non eletta, mettendola in grado di disporre blocchi delle attività, limitazioni agli spostamenti o qualunque altra iniziativa ritenga appropriata» ha dichiarato Kennedy in un intervento video, osservando poi come non sia «neppure necessario proclamare uno stato di emergenza» per attivare questo eccesso di potere dell’Oms su altre nazioni sovrane.
Tra le modifiche al regolamento figura l’introduzione di un nuovo concetto di cosiddetta “emergenza pandemica”, mirato ad attivare specifiche misure per fronteggiare una pandemia o situazioni che, a giudizio dell’Oms, potrebbero evolvere in tale direzione. L’Oms, dopo l’approvazione degli emendamenti nel 2024 da parte degli Stati membri (Stati Uniti compresi, ma allora c’era Joe Biden alla Casa Bianca) sostiene che queste innovazioni «rafforzeranno la preparazione mondiale, il monitoraggio e le reazioni alle crisi di salute pubblica, pandemie incluse».
Secondo fonti ufficiali americane, entro questo mese scadeva il termine per opporsi agli emendamenti, che altrimenti sarebbero divenuti obbligatori per gli Stati Uniti, malgrado l’uscita dall’Oms ordinata mesi fa da Trump.
In una nota congiunta, Rubio e Kennedy hanno spiegato che gli emendamenti impongono alle nazioni l’adozione di certificati sanitari digitali e privilegiano aspetti politici come la “solidarietà”, a scapito di interventi tempestivi e incisivi. «Le nostre istituzioni sono state e rimarranno ferme su questo punto: daremo priorità agli americani in ogni nostra iniziativa, senza accettare norme internazionali che violino la libertà di espressione, la riservatezza o i diritti individuali dei cittadini statunitensi – dicono i due ministri dell’amministrazione Trump – Tali modifiche minacciano intrusioni immotivate nella nostra sovranità nazionale per quanto concerne le scelte in materia sanitaria».
L’Oms non ha commentato in tempo utile per la pubblicazione. Diversi esponenti del Parlamento federale degli Stati Uniti hanno accolto con favore la decisione: «Gli Stati Uniti non consentiranno all’Oms di sfruttare le crisi sanitarie per danneggiare il nostro Paese. Appoggio incondizionatamente la scelta dell’amministrazione Trump di opporsi agli emendamenti al Rsi», ha commentato il senatore repubblicano Ron Johnson; e poi: «Gli Stati Uniti non devono assolutamente rinunciare alla propria sovranità in favore di alcuna istituzione o organismo internazionale. Mi congratulo con il ministro Kennedy e il ministro Rubio per aver respinto gli emendamenti inopportuni al Regolamento sanitario internazionale proposti dall’Organizzazione mondiale della Sanità» ha dichiarato il deputato repubblicano Chip Roy.
Il Regolamento sanitario internazionale è entrato in vigore nel 2005, subentrando ai Regolamenti sanitari internazionali attivi dal 1951. Nell’approvare gli emendamenti nel 2024, gli Stati membri dell’Oms hanno convenuto di proseguire i colloqui per un’intesa pandemica. Nel maggio di quest’anno, i partecipanti hanno ratificato un accordo pandemico che prevede, tra l’altro, l’impegno dei Paesi a predisporre strategie per affrontare future pandemie, tra cui l’incremento della vaccinazione. Gli Stati Uniti non hanno preso parte alle fasi conclusive dei negoziati sull’accordo, in quanto svoltesi successivamente al loro disimpegno dall’Oms. Nell’ordine esecutivo con cui Trump ha ordinato il ritiro dall’organizzazione, si specifica che qualunque passo volto ad applicare il trattato pandemico e gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale «non produrrà effetti obbligatori per gli Stati Uniti».