«Dobbiamo andare sulla strada delle rinnovabili, ce lo impone l’ambiente, la nostra responsabilità verso il Sud del mondo e verso le generazioni che verranno dopo di noi. Il Green deal è una direzione corretta ma il problema sono i tempi: le scadenze sono state sempre più pressanti e la questione va affrontata in maniera diversa».
Lo ha detto Valentino Valentini (Forza Italia), viceministro alle Imprese e al made in Italy, intervenendo a Sassuolo all’evento ‘L’industria ceramica italiana: il problema dell’energia’ organizzato da Confindustria Ceramica e Unimore, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L’evento rientra nella serie di appuntamenti voluti per celebrare l’850 esimo anniversario della fondazione dell’Ateneo. I sistemi Cbam ed Ets per esempio, ha sottolineato, «erano forse giusti nelle intenzioni ma l’attuazione non è stata giusta. E ora abbiamo il paradosso che abbiamo i dazi che ci siamo imposti da soli e i dazi di Trump. I dazi creano incertezza e quindi non contribuiscono agli investimenti, c’è una grande frenata degli investimenti e la possibilità di una guerra commerciale che porterebbe a stagflazione e recessione che dobbiamo evitare a tutti i costi».
Per quanto riguarda il Green Deal, Valentini ha spiegato, «in Europa non ottieni nulla con la contrapposizione politica, puntando il dito gli uni contro gli altri. Non ci possiamo attendere una conversione a 360 gradi di colpo, l’Europa è come una petroliera: se cambi l’angolazione di 5 gradi dopo un po’ vedi che gira e assume la rotta indicata. Tutti noi dobbiamo cercare di essere compatti nel Paese, creare alleanze con gli altri Paesi e con il lavoro e il buonsenso spostare la petroliera». In particolare il settore della ceramica, ha concluso Valentini, «è importante per tutto il Paese, un settore di punta, che mantiene quote di mercato nelle fasce più alte, attraverso l’innovazione, un continuo miglioramento dei processi produttivi, lo stile, il design, la tecnologia. Siamo la seconda potenza industriale d’Europa ma non il secondo produttore di energia d’Europa e quindi è evidente che c’è un problema. Il ministro Pichetto Fratin è ben cosciente della situazione ma per risolvere i problemi servirà del tempo e nel frattempo dobbiamo trovare soluzioni per garantire al comparto una serie di punti di appoggio per andare avanti e competere».
Secondo i dati Istat e Eurostat le aziende italiane operanti nel settore della ceramica nel 2023 sono 2265, in lieve aumento rispetto alle 2249 dell’anno precedente. Queste imprese occupano un totale di 29.861 dipendenti. Il fatturato complessivo del settore è di 8,8 miliardi di euro, circa il 30 per cento del fatturato totale a livello Ue, di circa 18 milioni di euro. Più della metà di tale valore è connesso alle esportazioni, circa 5 miliardi di euro.