Trump ridefinisce i rapporti commerciali tra Usa e India

di Redazione ETI/Travis Gillmore
30 Aprile 2025 19:25 Aggiornato: 30 Aprile 2025 19:26

Negli ultimi mesi, il panorama del commercio internazionale è stato scosso da una serie di decisioni che hanno ridefinito le dinamiche mondiali. Al centro di questa evoluzione si collocano i negoziati tra Stati Uniti e India, che sembrano avviati verso un accordo capace di consolidare una partnership strategica tra le due nazioni.

Le recenti dichiarazioni del presidente Trump e del ministro del Tesoro Scott Bessent, unite alla visita del vicepresidente JD Vance a Nuova Delhi, suggeriscono che i colloqui con il primo ministro indiano Narendra Modi stiano producendo risultati concreti, con prospettive di un’intesa che potrebbe segnare un punto di svolta nelle relazioni bilaterali.

L’approccio di Washington, caratterizzato dall’introduzione di dazi reciproci su tutte le importazioni nei primi cento giorni del mandato di Trump, ha generato non poche turbolenze nei mercati internazionali. La successiva decisione di sospenderli per 90 giorni, ad eccezione di quelli imposti alla Cina, ha aperto una finestra per il dialogo, nella quale l’India si è inserita con una strategia negoziale pragmatica.

Con un commercio bilaterale che nel 2024 ha raggiunto i 129 miliardi di dollari e un surplus commerciale di 50 miliardi a favore di Nuova Delhi, il Paese asiatico ha dimostrato di voler cogliere l’opportunità di rafforzare i legami economici con gli Stati Uniti, riducendo i dazi su prodotti americani come il bourbon whiskey e le motociclette Harley-Davidson, e proponendo ulteriori tagli su dispositivi medici e prodotti agricoli.

Il progetto Missione 500, discusso durante la visita di Modi alla Casa Bianca lo scorso febbraio, ambisce a portare il commercio bilaterale a 500 miliardi di dollari entro il 2030, anche semplificando regolamenti che limitano settori chiave come quello chimico e delle telecomunicazioni. Parallelamente, gli Stati Uniti mirano ad aumentare le esportazioni di gas naturale liquefatto e attrezzature per la difesa, mentre l’India punta ad attrarre investimenti manifatturieri nei settori dell’elettronica e dei semiconduttori. Entrambe le nazioni sembrano determinate a costruire una filiera alternativa alla Cina, un obiettivo che richiede un delicato equilibrio tra interessi economici nazionali e cooperazione internazionale.

Nonostante i progressi, le sfide non mancano. La volatilità dei mercati, innescata dalle recenti politiche commerciali americane, e le complessità legate alla rimozione di barriere non tariffarie richiedono un impegno costante da entrambe le parti. Inoltre, la necessità di conciliare le priorità domestiche con gli obiettivi di politica estera rappresenta un banco di prova per i leader di entrambi i Paesi. Tuttavia, l’apertura al dialogo e la volontà di trovare un terreno comune lasciano intravedere la possibilità di un accordo che non solo rafforzi i legami economici, ma contribuisca anche a promuovere stabilità in un contesto internazionale sempre più complesso.

Il percorso verso un’intesa definitiva è ancora lungo, ma i segnali positivi emersi dai colloqui suggeriscono che Stati Uniti e India abbiano imboccato una strada promettente. La capacità di tradurre queste trattative in risultati concreti dipenderà dalla flessibilità e dalla determinazione di entrambe le parti nel perseguire un obiettivo comune: una partnership che, come dichiarato nell’accordo di febbraio, possa servire al benessere generale e favorire un’area Indo-Pacifica libera.

 

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