Stroppa: Starlink pronta all’intesa con l’Italia ma c’è chi blocca tutto

di Agenzia Nova
23 Maggio 2025 15:23 Aggiornato: 23 Maggio 2025 15:23

Credo sia tutto fermo da almeno sei mesi o più. «Da quanto ho capito, il ministro Urso, pochi giorni fa, ha dichiarato di fronte alle più importanti figure istituzionali che l’Italia avrà la sua costellazione satellitare a bassa orbita entro cinque anni per uso governativo militare senza l’aiuto di Starlink e SpaceX. Da italiano, questo mi rende molto orgoglioso e faccio il tifo per questo progetto nazionale. Da tecnico, però, mi chiedo con quali lanciatori si pensi di mettere in orbita i satelliti per coprire il Mediterraneo». Lo ha detto in un’intervista a La Stampa Andrea Stroppa, il referente per il nostro Paese di Elon Musk, che è appena tornato dagli Stati Uniti.

Vista dal quartier generale del Tycoon – spiega – la strategia spaziale del Paese è avvolta nella nebbia: «Chi produrrà i satelliti? Chi li gestirà? Chi si occuperà dell’hardware? Cioè le antenne, i router. Per ottenere le certificazioni di questi prodotti, se devono essere installati su aerei o navi, servono anni, molti anni», ha aggiunto Stroppa.

Le alternative esistono: «L’unico riferimento sul mercato – ha spiegato – è Kuiper di Amazon, che dopo sei anni ha lanciato i primi 27 satelliti di prova con un investimento di dieci miliardi e con circa 1.500 ingegneri presi sul mercato che spesso vengono proprio da SpaceX. Ma ancora non può installarli su mezzi mobili come aerei e navi, imprescindibili per il progetto Difesa».

«La Difesa – ha continuato Stroppa – ha bisogno di caratteristiche molto specifiche. Non credo sia un caso che Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e perfino l’Ucraina utilizzino Starlink per attività tanto delicate. Questi sono gli utilizzatori che ne hanno parlato pubblicamente; anche altri, nel Vecchio Continente, lo fanno, ma si guardano bene dal dichiararlo».

Eutelsat permetterebbe all’Europa di mantenere la propria sovranità su un tema delicatissimo: «Non è un competitor di Starlink. Soprattutto per i Paesi Nato. Gran parte dei satelliti messi in orbita da Eutelsat sono stati lanciati tramite razzi di Paesi extra-Nato, il che esclude, per motivi di sicurezza, ogni collaborazione seria. Gli ultimi li ha lanciati proprio con SpaceX», ha precisato.

Sembrava che l’intesa tra Roma e Starlink fosse a un passo: «Devo dire che, in questi mesi, mi hanno colpito – ha evidenziato Stroppa – le dichiarazioni di diversi ministri come Guido Crosetto e i vertici della Difesa come il generale dell’Aeronautica Goretti che hanno spiegato la necessità e l’urgenza di dotarsi di questa tecnologia guardando ai dati di fatto e lasciando da parte le polemiche. È un tema molto caro anche alla Marina militare e agli Esteri. Più volte Leonardo ha pubblicamente dissipato i dubbi relativi a problemi di sicurezza nazionale. L’idea di avere Starlink come soluzione ponte, in attesa di una costellazione nazionale, è sensata».

Quanto agli ostacoli: «Onestamente non lo so. Musk quello che doveva dire l’ha detto: l’Italia, dotandosi di questa tecnologia, sarà il Paese più avanzato in Europa nelle comunicazioni satellitari e relativi applicativi. Altri Paesi lo chiederanno in prestito», ha concluso.

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