È stata fissata la data dell’11 giugno per l’approdo in Aula della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. «Gli emendamenti presentati dalle opposizioni sono ostruzionistici, come ammesso dalle opposizioni stesse, che non hanno celato l’intento dilatorio». Lo ha detto in un’intervista a Il Tempo il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. «La scelta di adottare “il canguro” è di competenza del presidente della Commissione, il senatore Balboni», ha sottolineato Sisto, che ha aggiunto: «Per rispettare questa scadenza, stabilita dalla conferenza dei capigruppo, il presidente ritengo abbia voluto accelerare i tempi di trattazione degli emendamenti, in modo da poter votare il mandato al relatore entro quella data».
Si parla di circa 1.300 emendamenti presentati dalle opposizioni: «Ogni emendamento richiede circa 15-20 minuti di discussione – ha spiegato – considerando che ogni gruppo interviene per 5 minuti. Con 1.300 emendamenti, ci vorrebbero mesi per esaminarli tutti, compromettendo il percorso della riforma».
Il canguro, ove ritenuto praticabile in commissione, «servirebbe a garantire che il legittimo ostruzionismo dell’opposizione non diventi una prevaricazione dei diritti della maggioranza, che in una democrazia rappresentativa deve prevalere», ha precisato il viceministro, che ha proseguito: «Il canguro è applicabile in Aula, dove è stato utilizzato più volte. Esistono anche precedenti per la sua applicazione in commissione. In particolare, cito una decisione del presidente Grasso del 18 ottobre 2017, in cui si stabilisce che il canguro è applicabile in commissione quando è stata fissata una data per l’Aula, come nel nostro caso con l’11 giugno. È singolare che a lamentarsi siano esponenti dello stesso partito di Grasso, che ha stabilito questo principio. Comunque martedì la Giunta per il Regolamento dirà la sua».
Quanto al varo della riforma della giustizia: «Se riuscissimo a votare entro giugno il primo passaggio al Senato, il secondo passaggio alla Camera potrebbe avvenire entro luglio. Il secondo passaggio al Senato potrebbe svolgersi a settembre. Quindi, entro l’autunno o al massimo la fine dell’anno, dovrebbero completarsi i quattro passaggi per arrivare al referendum nei primi mesi del 2026. Sarà il popolo sovrano a decidere il destino della riforma. Questa è una riforma che, come sosteniamo da sempre noi di FI, guarda al futuro, al cittadino e al suo diritto a un giusto processo. Non è una guerra contro qualcuno, ma un sistema di garanzie per assicurare equità e trasparenza nell’amministrazione della giustizia», ha concluso Sisto.